Di Vittorio Venditti
Com’E’ Andata A Finire?
Dicembre: mese dei resoconti;
come tale cerchiamo di trattarlo, proponendoci di darne alcuni, magari anche un po’ vergognosi se visti dal punto d’osservazione dei “Puritani”.
Oggi, dopo tre settimane dal fattaccio, e dopo abbondanti giorni dalla presunta “soluzione del caso”, ci torniamo, essendo passato il giusto periodo di tempo che serve a proteggere il “segreto di pulcinella” che ci ha fornito l’ennesimo dispaccio.
Com’è finita?
Come al solito:
A brodo di ceci;
o, se preferisci, all’italiana:
Tutti colpevoli=nessun colpevole.
Perché?
Stando ad un dispaccio del servizio segreto di cui sopra, un certo giorno, ad una certa ora, in una certa strada di Gambatesa, sembrerebbe che si siano incontrate “certe” Autorità, di vario genere, non necessariamente di cittadinanza gambatesana, presente uno dei ladri in questione.
Stando allo stesso rapporto, parrebbe che un’Autorità, visti i tempi biblici in cui agiscono i “solerti magistrati”, abbia fascisticamente consigliata l’altra Autorità a non insistere più di tanto nel chiedere giustizia, tanto da costringere quest’ultima, visibilmente contrariata, ad andarsene, salendo sulla propria autovettura e sbattendo con stizza lo sportello.
Stando insomma a questo dispaccio, sembrerebbe che, ancora una volta, la giustizia abbia agito all’italiana, quasi obbligando il danneggiato a chiedere scusa per il disturbo arrecato alle Autorità, in tutt’altre faccende affaccendate.
Me lo aspettavo e sinceramente ci credevo:
(Anche se, segretamente, spero ancora di aver presa una cantonata, vedendo, a breve, i colpevoli in ceppi, messi alla berlina di fronte al popolo!
Avranno capito che ho detto?).
Ancora una volta, vale il detto:
“Chi fa da sé, fa per tre”:
Alla faccia della Ministra dell’interno.
Avessi adottato questo Detto, facendo a pezzi chi mi ha fatto del male ed i familiari di costoro, (emulando gli arresti di enfatica memoria visti a Palermo nella seconda metà degli anni venti del secolo scorso, portati a termine dal Prefetto Cesare Mori nei confronti dei mafiosi di allora), (avrei avuta sicura giustizia, con la G maiuscola), ventisette anni fa, o undici anni or sono, probabilmente mi sarei fatto qualche anno di carcere in casa, quindi meno, dei quattordici ai domiciliari, patiti per colpa dello Stato, e prim’ancora, colpevole di essere condannato a frequentare la scuola obbligatoria, ma con la discriminazione di non poterlo fare nel mio paese, con il conforto dei miei genitori, degli undici di deportazione in un lager romano, di cui, oltre allo Stato, sono rei i pregiudizi di quella gente che, magari a Natale, cerca di lavarsi la coscienza proponendosi a servizio dei più deboli, ma in cambio avrei ottenuto un grado di giustizia validamente ristorante, oltre ad un senso di rispettabilità, sicuramente superiore e più profiquo, (anche in termini di guadagno di danaro), di quanto, onestamente e legittimamente ottenuto da una vita frustratamente cristallina.
Insomma:
Potendo, sarei riuscito ad arrivare al rango di Michele Zagaria, a dire dello Stato, “vile camorrista”, ma a parere dei suoi concittadini, “Un vero Eroe”, tanto che, ora, dopo il suo arresto, non si sa bene quanto frutto della capacità degli esecutori, e quanto, dovuto a qualche “tradimento” di chi, ben pagato, era a servizio di costui con una gamba e con l’altra attingeva soldi, dal “Quanto” da noi sudatamente guadagnato e forzatamente ma onestamente versato all’erario che in cambio ci avrebbe dovuto fornire servizi, invece d’ingrassare suoi finti alleati che, criminali come prima, hanno solo aggiornata la modalità di acquisizione di ciò che non è loro, passando dalla rapina diretta, ad un modo che i banchieri utilizzano da sempre per appropriarsi dei nostri risparmi:
Il Ricatto.
Dicevo:
ora, dopo il suo arresto, in tanti, ma veramente in tanti, lo piangono, quale unico loro vero datore di lavoro e benessere.
Si dice (addirittura) che c’è gente seriamente impaurita dall’arresto, tanto da temere il furto della propria auto, cosa che non sarebbe accaduta sotto il controllo del Boss.
Mancanza di cultura, o drammatica realtà?
Bene dunque, cominciare ad attrezzarsi, se vorremmo continuare ad essere considerati intelligenti.
Ovviamente, per la mia persona insignificante, solo una chimera.