Di Vittorio Venditti
(Foto), Di Salvatore Di Maria
Come Al Solito, Chi Ci Va Di Mezzo E’ Il Cittadino
Tornando ad essere cattivi, anche oggi che è la Festa della Madonna Immacolata, mi vedo costretto ad iniziare un’altra battaglia, sperando che qualche buon’anima la raccolga e mi aiuti a risolverla, non per la mia fama, ma per il bene di tutti.
Anche quest’anno, arrivati in prossimità del Natale, c’è qualcuno che desidera che noi ce lo ricordiamo, ovviamente nel peggiore dei modi.
Questa volta, l’occasione ci viene offerta da Poste Italiane che, come capita ormai dal duemila quattro, periodicamente mette in atto i sotterfugi imparati da più navigate banche, secondo i quali è meglio creare disagi ai cittadini che servirli adempiendo ai normali canoni di civiltà, per i quali, i cittadini stessi, spendono anche qualcosina, in termini di spicciolo e sporco danaro.
Tutto ciò, ovviamente ed unicamente per ottenere un ancor maggiore profitto, sia esso lecito che illecito.
Questo modus operandi, secondo Poste Italiane, a lungo andare, dovrebbe prendere i cittadini riottosi a certo tipo di “modernizzazioni” per sfinimento, obbligandoli a piegarsi ai voleri dell’ente in questione, che consistono nel costringere ogni loro cliente a domiciliare le proprie bollette e quant’altro di simile, così da avviarlo a cedere pian piano il controllo totale di ogni transazione finanziaria, e, magari, forse per “errore” dell’istituto controllante, dare a quest’ultimo, in modo più o meno consapevole, la possibilità di appropriarsi del danaro fuori controllo, a discapito del reale titolare della moneta stessa.
Perché sono così cattivo?
Ma perché, se come dice il buon Padre Giulio Andreotti: “A pensar male si fa peccato ma quasi sempre s’indovina”, io dovrei volontariamente cadere nell’errore di pensar bene di un ente parastatale che, sull’orlo del fallimento, è rinato a nuova vita, mentre intorno tutto andava a rotoli?
Davvero chi ha diretto il nuovo corso di Poste Italiane, non ha mai commesso errori, poi ricaduti sui cittadini?
Al di là di ciò, in questi giorni, sono stato oggetto di numerose richieste d’informazioni in merito al mancato arrivo a Gambatesa delle bollette Enel con scadenza dieci dicembre duemila undici ed i miei familiari stessi sono fra gl’interessati a tale questione.
Oggi anzi, visto che a Gambatesa, (per dirla con l’ingegner Sturchio, direttore di Enel distribuzione Lazio-Abruzzo-Molise: “Nei piccoli paesi, ogni dipendente Enel ne è ufficialmente il direttore generale”), io sono stato per l’appunto eletto a tale carica, per l’azienda presso cui presto servizio, e per quelle affini e mi sono trovato nello scomodo ruolo di dover aiutare i miei compaesani nel disbrigo di un tal disagio, oltreché nel tranquillizzare i più timorosi che pensavano di fare la brutta figura di non poter assolvere al pagamento di quanto consumato, e di essere soli fra tutti.
Anche il nostro Sindaco, mi ha comunicato appena ieri che, fra le altre cose, il problema non è esclusivamente gambatesano, ma che anche a Campobasso-centro, la cosa è di stretta attualità.
Ho chiesto perciò al Nostro, d’indirizzare una nota di protesta alla direzione regionale di Poste Italiane, richiesta prontamente recepita, visti i risultati positivi riscontrati lo scorso anno, che hanno resa liscia la consegna della posta, almeno fino ad ora.
Chissà che non si ottenga lo stesso risultato?
Va per altro detto che la colpa della mancata consegna non può essere ascritta ai portalettere, visto che, proprio ieri, mi è stato regolarmente recapitato un avviso di mancata consegna, relativo ad una raccomandata che mi è stata celermente inviata dall’INPS.
Di quest’avviso, (non si capisce perché, imbrattato d’olio), parlerò domani, a compendio di quanto già farneticato in precedenza a proposito dell’ente che si occuperebbe della nostra vecchiaia e dell’assistenza che lo Stato, via via, ci sta erodendo.
Volendo invece proporre un’estemporanea ipotesi sul motivo che ha determinato l’imbrattamento d’olio di cui sopra, viste le condizioni di disagio espresse in questi giorni dai dipendenti di Poste Italiane, in stato d’agitazione, se ne può dedurre che i Nostri, considerato insufficiente il trattamento loro riservato dall’ente in questione, stanno cercando lavori compensativi e temporanei, come ad esempio impieghi nel ramo della spremitura delle olive, lavoro attualmente in essere in questi periodi, anche presso il locale frantoio.
Ma questa è solo un’ipotesi, anche perché vedo molto difficile che, gente che finora ha fatto poco, possa arrivare al punto di commettere il grave errore di cominciare seriamente a lavorare.
Comunque, fermo restando che il mancato arrivo di una bolletta, è superabile con le modalità complementari di pagamento della stessa, predisposte da Enel ed enti affini, o Poste, pensate davvero che creando disagi ai cittadini, costoro vi premino, domiciliando le proprie fatture presso i vostri sportelli?
Io, nonostante la mia ormai irrecuperabile diffidenza nei confronti di tutto ciò che ha in sé burocrazia, confido nel fatto che le autorità costituite siano ancora in grado di riportare ordine in ciò che è diventato sempre più un problema a valenza sociale.
Non dovessero però essere sufficienti i “convincimenti” proposti da suddette autorità, in uno Stato in cui chi ha più polvere è autorizzato a sparare, nulla ci vieterà di prendere provvedimenti in grado di bypassare i servizi di chi, preposto, resterà fuori dal gioco, e sarà costretto, questa volta senza via di scampo, a raccogliere e frangere le olive, ammesso che qualcuno dia loro almeno questa possibilità di sopravvivenza.