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Gambatesa: Un Campo Minato

Di Vittorio Venditti
(Foto), Di Marco Frosali E Salvatore Di Maria

Non Ce L’Ho Con Gli Animali

Perdonami se insisto su certi temi, ma la mia volontà di distruggere le numerose forme di mal costume imperanti a Gambatesa, mi costringe ad agire di conseguenza, senza tener conto delle rimostranze del ben pensante di turno che, in prossimità del Capodanno, considerata la presenza dei turisti, vorrebbe presentare il nostro paesello lindo e pinto, nascondendo la polvere sotto i tappeti, e rimandando i problemi a dopo, quando, partiti i turisti e fatto guadagnare l’obolo ai soliti noti, gli avanzi di tutto, più o meno graditi, verrebbero lasciati ad altri soliti noti, sempre gli stessi, compreso chi scrive.

Parliamo quindi di Gambatesa, vista come un campo minato, per fortuna da ordigni che non uccidono.

Paese Di Merda

Non uccidono, ma puzzano; e quanto puzzano!

L’antipatica “sorpresina” che si può trovare sotto le scarpe se non si guarda attentamente dove si mettono i piedi, è ancor più deleteria quando, ad esserne colpiti, sono coloro che, pur volendo, non hanno la possibilità di ottemperare a tal “consiglio”.
Così, il rischio di rientrare a casa e sporcare i pavimenti è sempre in agguato, comprensivo dell’ovvio disappunto di chi, visti i risultati, dovrà poi ripulire l’inatteso danno.

Come già farneticato in un altro di questi articoli, non addebito il problema a

Giulio

Giulio o bestiole simili, la cui unica colpa è di dover esternare qualcosa di naturale, secondo l’istintivo modo di agire di ogni animale.
Quanto in tema, va ascritto a chi, pur volendo agire bene in merito, lascia le cose a metà, modus operandi anch’esso naturale, visto che siamo italiani, ma stupido ed insignificante, trattandosi di qualcosa di esperito da quell’essere che si ritiene superiore agli animali, ma quasi sempre non lo è:
L’uomo.

Da anni ormai, leggi e leggine promulgate per una più corretta coesistenza con questi nostri amici, vengono regolarmente disattese.
Anche a Campobasso, sembri strano ma è vero, un buon numero di proprietari di cani, nel portare a passeggio il loro amico, ne recuperano i naturali lasciti, ottemperando così a leggi di civiltà, e nello stesso tempo, contribuendo a preservare quel decoro sociale, gradito a tutti ma rispettato da pochi.

A Gambatesa no.
Partendo proprio dal Primo Cittadino, queste leggi vengono allegramente dimenticate.

Un altro problema lasciato parzialmente non risolto, consiste nel randagismo, sfociato ultimamente in qualcosa che, se meglio gestita, potrebbe risultare anche simpatica:
L’adozione comune.

Ha infatti preso piede il voler considerare un paio di cani randagi, (Crack e per l’appunto Giulio), alla stregua di porcellini di Sant’Antonio, per cui, in diversi, danno da mangiare a questi amici, non tenendoli però assiduamente in casa.

Bella cosa:
Ma il problema susseguente?
Chi si occupa poi della pulizia necessaria anche per le deiezioni di questi animali?

Come al solito nessuno.

Allora non sarebbe meglio ricoverare questi animali nel canile municipale?
Ricordo a me stesso che è possibile vedere sul sito istituzionale di Gambatesa, ogni voce riguardante l’acquisto del cibo per gli abitanti di quest’ospizio.

Ma dove mangiano in tanti, non potrebbe esserci posto anche per altri due o tre?
O anche nei canili vige la discriminazione ed il clientelismo?
Non mi sembra che i cani abbiano il diritto di voto!

Si risolverebbe il problema delle “mine”!
Perché non si provvede?