Di Vittorio Venditti
(Foto), Presa Da Internet Da Stefano Venditti
Ci Voleva La Morte Di Pannella?
A nemmeno due mesi dalla morte di Marco Pannella, ecco che si riaccendono i riflettori su una delle grandi battaglie del leader radicale: la liberalizzazione delle droghe leggere anche in Italia, discussione aperta in maniera trasversale in parlamento, con l’ovvio ostracismo di chi non vuol comprendere che il divieto, spesso corrisponde alla forza di volontà di trasgressione, boicottaggio che spero non nasconda altri inconfessabili interessi.
La notizia te la rimetto di prima mano, prendendola da chi sa scrivere meglio di me: Cannabis: 25 luglio in Aula Camera pdl per legalizzazione; dalla stessa fonte, prendo quanto segue: L’uso di marijuana in Italia e nel mondo: i dati.
In tante occasioni ho farneticato del fatto che a mio parere la liberalizzazione delle droghe porterebbe ad una drastica riduzione del consumo delle stesse, soprattutto fra i giovani, più inclini alla mera trasgressione senza pensare alle conseguenze che questa porti a seguire; nello stesso tempo, mi sento di stigmatizzare la protezione dello stato/mamma, utile solo a creare tensioni e conseguenti problemi ai cittadini, come accadeva a Gambatesa prima del cambio di orario della chiusura dei bar, qui se vuoi rileggere della buona intuizione dell’attuale amministrazione.
Potrei continuare con il mio pensiero esposto senza farmi la canna, ma preferisco riprendere dal primo articolo che ti ho proposto le parole di Benedetto Della Vedova, promotore dell’intergruppo per la legalizzazione della cannabis, sempre a mio avviso per raggiungere un’ulteriore e più alto livello di civiltà anche in un paese dove l’oscurantismo, nonostante tutto, ancora la fa da padrone.
“…Su questo l’Italia può davvero segnare un primato: il primo grande parlamento tra le liberaldemocrazie che vota sulla legalizzazione della cannabis, avendo chiaro che è un mercato di massa, che il proibizionismo ha fallito, che questo è un modo per dare un duro colpo al narcotraffico, per avere un consumo consapevole, per poter informare sui danni dell’uso e abuso di queste sostanze, per controllare le sostanze stesse che vengono messe in commercio, per liberare forze di polizia, magistrati e carceri dal fardello di rincorrere i reati legati alla cannabis e concentrarsi su reati di maggiore allarme sociale. E infine – ha concluso Della Vedova – per poter trasformare, a regime, gli extra profitti delle mafie sulla cannabis in miliardi per il bilancio pubblico”, aggiungo io, il che non guasta.
Dunque: ci voleva la morte di Marco Pannella per risvegliare chi di questo tema se ne sarebbe dovuto occupare non fosse altro che per lo stato di fatto già sotto gli occhi di tutti, visto che alcool fumo e caffè, allo stesso modo droghe libere da tempo, pare non facciano paura a nessuno e chiunque è consapevole che un abuso di queste, come di qualsiasi cosa che l’uomo tocchi, sia deleterio per chi, irresponsabile o meno, ha comunque il diritto di provarne i danni senza il controllo di falsi moralisti, magari i primi consumatori?