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Fanno A Dacca Ciò Che Prima Facevano A Roma

Di Vittorio Venditti
(Collaborazione), Di Mario Ricca
(Foto), Presa Da Internet Da Salvatore Di Maria

E Mario Se La Canta E Se La Suona!

Crimini Della Chiesa Cattolica

Tante volte ho farneticato sul fatto che Santa Romana Chiesa oggi si lamenta di ciò che altri, in nome della religione fanno, avendo la memoria corta sui trascorsi di un ente che per la sua cattiveria, più che combattuto, andrebbe bruciato con il fuoco del peggior inferno. Ma forse è lo stesso Satana ad esser schifato da una tale azione, per cui Questo ha chiesto a Dio di sollevarlo almeno per ora dall’incarico.

Nel frattempo, forse per il caldo opprimente, la nostra Mina vagante riflette ad alta voce come segue:
1°: Dacca, i vescovi ora attaccano l’islam: “Secoli di guerre per Allah”.
Commento di Mario:
“A scie di sangue i cristiani non sono secondi a nessuno… Ma la domanda che mi pongo è: ora cosa dirà il cattoislamico papaimam”?
2°: Dacca, la preghiera di papa Francesco: “Dio converta il cuore degli attentatori”.
Commento di Mario:
“Questo criminale fa il suo mestiere e dice le cose che vanno politicamente dette. Però solo per il motivo che dice quello che va politicamente detto, ossia, parole di circostanza, un bel vaffanculo non glielo si può negare, sperando che i da lui protetti, lo ricambino col modus operandi che è a loro più congeniale”!

Come vedi, o Mario, le risposte sono semplici da dare perché quasi scontate; resta il fatto che questa commedia non finirà mai perché a tutto c’è un limite, quindi Santa romana Chiesa, con tutta la buona volontà del pontefice, non chiederà mai realmente scusa a chi che sia, restando così prima complice di ciò che accade, magari a chi con i loro giochi non c’entra niente, agnelli sacrificali di azioni che, nate al centro della cristianità, sono state esportate nelle altrui terre ed ora gli abitanti di quei luoghi, dopo un lungo ed opportuno tirocinio, resi autonomi dalla disperazione e dall’indottrinamento di gente simile ai religiosi d’occidente, iniziano a mettere in pratica proprio contro i loro maestri.