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Gambatesa: La Politica Dei Cani

Di Vittorio Venditti
(Foto), Di Salvatore Di Maria

Largo Alle Interpretazioni!

Di Te Mi Fido

Ne ho farneticato in diverse occasioni, l’ultima ben organizzata la puoi rileggere qui: Sparlo della campagna “Di Te Mi Fido”, portata avanti dall’attuale amministrazione che oggi, nella persona di quella che la comanda, si sentirà sicuramente insultata, non solo per la foto che segue:

Cosa Pensa Il Cane: Municipio Di Merda

Quest’ultimo scatto è il tangibile risultato derivante dall’operato di chi gestisce cotanto progetto. A me però interessa provare ad interpretare il pensiero del cane che si è espresso nel modo che ti ho mostrato, atteso che spesso gli animali siano più intelligenti degli umani. Provando dunque a teorizzare la filosofia canina, ecco qualche ipotesi:

1°: In rappresentanza di chi viene servito dal progetto, il deputato avrà esposto il pensiero che è di molti anche fra gli umani: “Troppe regole = nessuna regola”;
Emulazione della recente Brexit?
2°: Il cane avrà pensato: “Tu di me ti fidi, io no”.
3°: L’animale, visto il trattamento riservato alla sua specie, avrà voluto protestare per dire in sintesi: “Va bene che volete maltrattare i gambatesani, specialmente se non vi leccano i piedi o non sono vostri amici tout court, ma trattare i cani peggio degli emigranti è troppo!”.
4°: La bestiola, senza voler disturbare più del lecito, magari per dissenso politico nei confronti di chi ci governa o di chi vegeta presso il luogo in foto, nel sentirsi male, avrà voluto espettorare la semplice frase: “Municipio di merda”.
5°: Il nostro concittadino per forza, sentendosi già Sindaco, avrà voluto dire: “La seduta è sciolta”!

Potrei continuare a iosa, ma per chiudere voglio ringraziare il nostro fotografo di fiducia nonché operatore non so fino a che punto ecologico, per non aver dato il meglio di sé durante lo scatto, vale a dire, per non aver dato di stomaco, atteso che se pur spazzino, Totore per noi risulti ancora far parte del genere umano; il Nostro, per poter nettare l’ingresso del municipio, ha dovuto chiedere aiuto a Michele Santella, (piscialett), del bar Trasce e Jsce, il quale ha fornito allo spazzino un paio di secchiate d’acqua, estremamente necessarie alla bisogna; ciò, la dovrebbe dire lunga su come vengono costretti ad operare i locali netturbini, (e di questo tornerò a trattare a breve), ma soprattutto dovrebbe mostrarti i risultati di un progetto nato forse con le migliori intenzioni di riuscita, fino ad oggi rimasto lettera morta se ci riferiamo a quel decoro al quale “quella” dice di tenere tanto, con i risultati che ti sto mostrando, da “voce che non si fa relegare”.