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Antonio Di Pietro A Tufara

Di Vittorio Venditti
(Foto), Di Salvatore Di Maria

Nulla Di Nuovo Sotto Il Sole

Oggi, anche per cambiare, diamo un’occhiata a quanto accade nei paesi limitrofi, puntando il dito verso la vicina Tufara, dove è approdato un big della politica nazionale.
E che big!

Antonio Di Pietro

Antonio Di Pietro.

Ieri infatti, si è tenuto a Tufara un convegno avente per tema lo sviluppo e la valorizzazione delle aree interne, organizzato dal locale Sindaco:

Donato Pozzuto

Donato Pozzuto.

Per la verità, non saremmo dovuti esser presenti, viste le nostre idee politiche ed il naturale disgusto che si poteva leggere guardando Totore; poi, un po’ per curiosità, un po’ per accompagnare il nostro amico Donato Codianni, sperando di passare un pomeriggio un po’ diverso dai soliti, abbiamo organizzata la macchina e ci siamo spostati di sei chilometri dalla nostra Gambatesa.
Sì, per fare qualcosa di diverso dal solito, visto che, almeno a Tufara, ogni tanto organizzano questi spettacoli, cosa che difficilmente può capitare da noi.

Alle cinque e ventitré, arrivati a Tufara, siamo riusciti a trovare parcheggio; non ti sembri strano, ma pareva davvero che dovesse esserci proposto qualcosa di grosso.
Giunti in un vicoletto, entriamo nella sala predisposta per l’evento, già sufficientemente gremita.
Trovando posto nelle ultime file, attendiamo l’inizio che, contrariamente alle aspettative, arriva puntuale come un orologio svizzero.
In effetti, il Sindaco di Tufara, alle cinque e trenta spaccate dà il via, cominciando a sciorinare la sua relazione, dopo gli ovvi convenevoli.
Tutto secondo quanto ci aspettavamo, atteso che Donato, pur avendo idee diametralmente opposte alle nostre, ha saputo ben e sinteticamente esporle, non essendo neanche troppo pesante.

Alle cinque e cinquantacinque, orologio alla mano, ecco la relazione di Franco Spina della C G L, per la verità un po’ meno scivolosa di quella del Sindaco Pozzuto, relazione che ricalcava la precedente, con l’aggiunta di qualche esempio concreto di ciò che nel passato il sindacato di cui sopra ha fatto per cercare di risolvere il problema di cui si stava parlando.

Alle sei e un quarto, la terza relazione, proposta dal professor

Donato Pozzuto

Lucio Francario, che inquadrava il tema in questione da un’ottica diametralmente opposta a quanto fino ad allora proposto.
Il Nostro, parlando di “economia verticale ed orizzontale”, con il suo dire metteva in risalto particolari tecnici, che con tecnicismi più o meno chiari, arrivavano alla conclusione così da me compresa.
Le aree interne, a seguito dell’attuale congiuntura economica, da luoghi in cui si moriva e si muore di fame, sarebbero state classificate in futuro, come posti in cui vivranno i pezzenti.

Insomma:
Trattati come Cristo in Croce, noi, stando all’illustre luminare, cadremmo dalla padella alla brace.

Sic, Ipse Dixit.

Alle sei e trentacinque, ecco il turno del Big.
Antonio Di Pietro, inconfondibile nei suoi atteggiamenti, si presta allo spettacolo accodandosi al dire proposto dalle prime due relazioni, aggiungendo però una cosa che, se già sentita a livello nazionale e regionale, dà al convegno quella puntina d’interesse, fino a quel momento mancante.
Nel parlare dell’attuale governo regionale, infatti, il Nostro, constatata la propria sconfitta, dice qualcosa di corretto in favore del governo riconfermato in Molise:
“Abbiamo perso, ma in futuro, per il bene dei molisani tutti, sarà il caso di sostituire la solita politica fatta di rinfacci, con qualcosa di propositivo”.
Ovviamente non utilizzando le parole che ti ho proposto, ma il senso, ti giuro, era quello.

Alle sette meno cinque, il convegno aveva termine.
Ma adesso viene il bello!

A quel punto, con la sala che nel frattempo si era via via riempita e non c’erano più neanche posti in piedi, era necessario dare un senso al nostro viaggio, andando ad intervistare il big in questione.
Riuscendo ad uscire dalla sala, con la vistosa contrarietà di Totore che comunque ha dovuto abbozzare, (il Fascista, ricordati, sono io), cominciavamo a correre verso la piazza e, prima che Di Pietro riuscisse a guadagnare la propria macchina, riusciamo a fermarlo.

Dopo i convenevoli, costatata la disponibilità della mia “vittima”, propongo la domanda alla quale, a mio parere e non solo, durante il convegno non è stata data risposta:
Nel frattempo, visto quanto stava accadendo, s’incominciava a formare intorno a noi un capannello di gente, via via sempre più imponente, tale da suscitare l’interesse dei carabinieri che a loro volta si univano alla piccola folla intenta ad ascoltare il nostro scambio di vedute.

“Come risolvere fattivamente il problema”?

Il Di pietro, con una delicatezza che mi ha sbalordito, mi chiede di ridurre il tema generale proponendo di estrapolare da esso una cosa in particolare.
Io di Rimando:
“Parliamo ad esempio di come arginare l’inevitabile emigrazione giovanile ed il conseguente spopolamento delle nostre terre”.
Risponde Donato Pozzuto:
“E difficile…”.
Ed io a lui:
“Per favore, fa rispondere l’onorevole Di Pietro!”.
Il “Tonino nazionale”, sentendosi chiamato ancor di più in causa, dopo un momento di silenzio e con gli occhi bassi e la faccia rassegnata, (non era successo un miracolo, non l’ho visto io, ma questa espressione di Di Pietro mi è stata successivamente raccontata dallo schifato Totore), mi risponde:
“Per la verità, a questa domanda non so come rispondere”.
In quel momento, non sapevo se scoppiare a ridere o se mettermi a piangere, certo è, che anch’io, a sentire una simile risposta, ero rimasto senza parole, cosa che in politica è veramente grave.

Ma che ci sei venuto a fare!
A che pro quel convegno appena terminato!
Per piangere un morto, o per cercare di emulare Cristo così da far resuscitare le nostre aree alla stessa stregua di Lazzaro?

Non ho ribattuto in questi termini, non certo per timori reverenziali, ma per quella buona educazione che mi è stata insegnata dai miei genitori, secondo cui non è corretto approfittare dei più deboli, e credimi, nel caso specifico, il povero Tonino mi faceva tenerezza e compassione, non foss’altro che per la sincerità con la quale mi aveva risposto.

Per dirla con lo stesso Di Pietro:
“E’ proprio vero che la politica attuale è fatta di chiacchiere morte”!

Noi però ne siamo le vittime sacrificali, cui ad esempio, domani, (ma tutto è già pronto, verrà praticato l’ennesimo, sicuramente non risolutivo

GRANDE SALASSO.

Tornando a ieri, ed avendo concluso il nostro dibattere ancor prima d’incominciare, ho stretta la mano al mio interlocutore e, salutandolo, mi sono allontanato unitamente ai miei amici, per recarmi immediatamente al bar del camerata Fischione, ove consumare un consolatorio aperitivo, prima di ripartire per Gambatesa e far tappa presso il bar del nostro amico Salvatore a Ccett, nel cui esercizio, mentre raccontavamo l’avventura appena terminata, iniziavamo a consumare birra, quella birra protagonista, lei sì! Dello sviluppo e della valorizzazione delle “ARIE” interne, che di lì a poco, divenivano protagoniste dei relativi ed inesorabili fuochi d’artificio di umana produzione, di cui poi, abbiamo dato prova facendo a gara fra noi.

In definitiva:
Questo, come al solito, è il risultato all’italiana, scaturito da convegni che, dati per importanti, risultano normalmente sempre di un’inutile, se non deleteria necessità.