Di Mario Ricca
A Chi Appartengono Le Nostre Vite?
Di stretta attualità negli ultimi giorni, dopo la coraggiosa e rispettabile decisione di Lucio magri che ha scelto di lasciare questo mondo, è tornato il tema dell’eutanasia.
Naturalmente anche su questo il nostro Paese è arretrato, per colpa di quel benpensantistame che sostiene la vita a tutti i costi, anche quando le circostanze la trasformano da “dono ricevuto” a “pena da scontare”.
La Fede e la cultura Cattolica delle quali il nostro Paese è vittima, secondo me, sono le maggiori colpevoli di questo stato di cose e se da una parte a “Santa Romana chiesa patrona dell’ipocrisia” questa situazione fa comodo perché l’azienda Chiesa attinge buona parte dei suoi consensi e dei suoi profitti dal malessere altrui, dall’altra, ci viene imposto di condurre una esistenza anche in condizioni disperate, magari diventando un peso per chi è moralmente costretto ad assistere passivamente all’agonia lenta e inesorabile.
Io ritengo che ognuno di noi è padrone della propria vita e responsabile della propria esistenza, pertanto, spetta all’individuo la scelta di affrontare o no le sofferenze, indipendentemente dal loro genere e la loro natura.
Ma se l’azienda Chiesa deve giustamente tutelare i propri interessi e forse anche quelli delle multinazionali farmaceutiche e avendo evidentemente potere di negoziazione riesce a imporre la propria volontà, il benpensanti stame di cui sopra, in nome di una sorta di squallido politicamente corretto, considera egoistica la decisione di chi intende porre fine in maniera estrema e definitiva alle proprie sofferenze.
Io la considero una legittima forma di egoismo, essendo un individualista che non anteporrebbe mai nessuno a se stesso; però quello che mi chiedo è:
Costringere qualcuno a vivere magari per non affrontare il dolore di una perdita, non è una forma di egoismo?
A mio avviso si, ma la considero una forma di egoismo subdola perché calcolata.
In altri Stati di sicura cultura più civile ed avanzata del nostro, è prevalso il buon senso e si da all’individuo la facoltà di decidere; nell’articolo di seguito riportato trovi i dettagli.
SCHEDA: Eutanasia e suicidio assistito, dove si puo’
Per quanto mi riguarda, metto in atto quotidianamente il mio suicidio assistito, non attenendomi a quanto consigliatomi dai medici.
Cerco di godermi quanto più possibile l’esistenza nella piena consapevolezza dei rischi e delle conseguenze, sperando che quando arriverà il conto da saldare alla vita, potrò avere la forza e la possibilità di scegliere la modalità di pagamento fra saldo e revolving, senza essere costretto ad espatriare come Lucio Magri, al quale ribadisco il mio rispetto e la mia ammirazione per la sua Decisione Coraggiosa.