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Lettera A Matteo Renzi

Di Vittorio Venditti
(Foto), Di Salvatore Di Maria E Presa Da Internet Da Stefano Venditti

Enews 431: Breve Riflessione

Mittente: Vittorio Venditti (postmaster@gambatesaweb.it)
Data: 07/06/2016 10.11
A: matteo@governo.it

Matteo Renzi

Ciao Matteo,
è da tempo che non ti scrivo per poi pubblicare quanto ti comunico; oggi è uno di quei giorni perché leggendo l’ultima tua Enews, ne ho estratto il punto seguente e vorrei partire da lì per rispondere e dire la mia su ciò che io considero la madre dei tanti problemi che, nonostante il tuo ottimismo che contagia, al momento vedono presenti quei risultati dei quali tu dici di non essere contento.

“… Secondo voi è giusto questo nostro atteggiamento di risposta verso tutte le bugie che ci dicono? O meglio evitare di rincorrere le polemiche seguendo il principio “non ti curar di lor, ma guarda e passa”. In molti mi hanno scritto ringraziandomi perché abbiamo fatto chiarezza. Ma c’è anche chi ha detto che non ha senso fare tutta questa pubblicità a chi ci attacca. Che dite? è giusto rispondere punto punto a chi ci denigra e critica? Funziona questo atteggiamento o secondo voi è controproducente? Vi leggo sempre volentieri: matteo@governo.it …”.

Siccome a me piace darti “fastidio”, mi colloco fra chi vorrebbe la botte piena e la moglie ubriaca e provo a spiegarmi: Io credo che ognuno debba esprimere la propria idea, giusta o sbagliata che sia, atteso che poi chi ascolta sappia farsi la propria, di idea, prendendo il meglio di ciò che ascolta in maniera ovviamente e legittimamente soggettiva, è questa la Ragione per la quale io permetto a chi vuole, di scrivere ciò che vuole sul mio sito, chiaramente nei limiti imposti dal mio regolamento; diverso è poi il controbattere che soprattutto da queste parti è simbolo di quel farsi rispettare che spesso salva la vita, non solo in maniera teorica. Nello specifico, parlando del sud, io ti rimprovero il tuo esser ancora solo e troppo fiorentino, ottima cosa vivendo a Firenze, ragione per la quale io, (che non faccio parte del tuo partito), a suo tempo dissi che se per votare alle primarie ci volevano dieci euro, io li avrei spesi volentieri perché sarebbe stato un ottimo investimento: (qui per ricordare); La tua fiorentinità però, al sud cozza con la presenza di troppi politicanti che ancora non hanno superata la barriera culturale che realmente prevede che il politico sia a servizio della politica e della gente e non il contrario. Tu vuoi commissariare il tuo partito a Napoli, capitale del regno di Borbone; io ti dico che in una delle più lontane periferie di questa parte d’Italia c’è di peggio:

Il Sindaco Ascolta Il Popolo

Qui abbiamo chi ci governa ed è segretaria locale del tuo partito da prima di quelle famose primarie del duemiladodici, personaggio che alle critiche proposte da chi osserva il suo amministrare, risponde cercando di turare la bocca a chi non le va a genio, in tutti i modi, (guarda qui e qui), arrabbiandosi poi quando le si fa notare di aver superati i limiti della legalità, utilizzando una costumanza post elettorale che se permetti è tale finché non arriva a creare la complicità nella commissione di un reato, odioso come il mobbing in questo caso, cosa che mi ha costretto a chiedere l’aiuto del locale prefetto, come puoi leggere qui: Prova a commissariare queste piccole sedi di partito che definire veterocomuniste significa volervi bene e forse riuscirai a cavarne qualcosa di buono per il futuro!

Va da sé che la conseguenza ci porta a dover parlare dei comitati per il referendum che vinceremo ad ottobre. Tu ci esorti a costituire dei comitati che se funzionano nel resto d’Italia, da queste parti sono acqua fresca che ha valore solo se contornata da banchetti, il più possibile sontuosi; qui da noi, quelle che io chiamo “le feste dei pezzenti” (qui un esempio locale), sono il normale veicolo di voto, positivo o negativo che sia. E’ questa la ragione per la quale io, anziché costituire un comitato che oltre a far perdere tempo non servirebbe ad altro, parlo con le persone una ad una, prendendomi i migliori insulti a tuo nome, magari da chi poi, dopo essersi sfogato, con i fatti mi dà anche ragione.

In definitiva, amico mio, al di là delle grillate o delle salvinate, a me va di dire che finché quella cultura da te tanto richiamata non viene assimilata a tutti i livelli, sarà bene tenere in mano sia l’arma dell’indifferenza, sia quella della denuncia, magari la denuncia estrema, soprattutto nei luoghi dove, come ho detto tante volte, (qui un esempio), la mafia non spara perché sa che comunque tiene in pugno chi abita e suda in quelle terre.
Saluti.

Il messaggio è stato letto in data martedì 7 giugno 2016 08:12:00 UTC.

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