Di Vittorio Venditti
(Foto), Di Mariella Procaccini, Marco Frosali E Della Barista
Il Tutto, Visto Da Noi!
In attesa del comunicato ufficiale dell’Organizzazione, ecco un breve resoconto della cerimonia di premiazione del quarto concorso giornalistico sportivo “Premio Pietro Fasolino”, tenutasi ieri presso l’istituto Leopoldo Pilla di Campobasso, (comunemente definito “il Ragioneria”)… Con l’aggiunta di un fuori programma!
Ore sedici e cinquantacinque. Dopo essere giunti a Campobasso e fatta la pausa per un caffè, io e Marco, (venuto apposta da Roma), ci presentiamo all’entrata dell’edificio che avrebbe di lì a poco ospitata la cerimonia in tema. Accolti da una signora, veniamo guidati al secondo piano e lì la prima sorpresa: Io avevo visitata per altre ragioni quella scuola quando ero studente, vale a dire trent’anni fa e quell’edificio mi sembrava una caserma delle peggiori; oggi tutto è diverso: Gli spazi sono accoglienti, insonorizzati e puliti, tanto che fanno venire la voglia di tornare a studiare. Entrando salutiamo Stefano e le altre persone che conoscevamo dalle precedenti cerimonie, fra le quali l’allenatrice dei Guerrieri e delle Guerriere della Luce di Campobasso, quella Mariella Procaccini che tante volte compare su queste pagine e che ieri ci ha dovuto scattare anche una foto. Troviamo Stefano alle prese con le interviste di rito e non lo disturbiamo più di tanto.
Atteso il canonico periodo prima dell’inizio, alle diciassette e trenta si dà il via alla cerimonia.
La sala era gremita, così il parco ospiti, fra i quali spiccava la figura del presidente della provincia di Campobasso Rosario De Matteis che in questi casi non fa mai mancare il suo apporto.
Alle diciotto e quindici circa, ecco che vengono consegnati gli attestati di partecipazione, fra gli altri, anche a me e Marco. La cosa è stata bella perché io ho partecipato con un mio scritto che tratta della parte peggiore di ciò che viene definito sport, quindi non so davvero perché mi hanno accettato. Ovviamente io e Marco ci siamo fatti immortalare ed abbiamo approfittato dell’amicizia e della disponibilità di Mariella che non si è fatta pregare.
Alle diciotto e trenta tutto termina con i soliti saluti e la promessa di ritrovarci per l’anno successivo ed io e Marco, uscendo dal Pilla decidiamo di tornare al bar dove in precedenza avevamo preso il caffè, questa volta per brindare con una fresca birra come si usa fra noi; ci voleva la foto a suggello di quanto detto e noi abbiamo approfittato della disponibilità della barista, improvvisata fotografa.
Dovevamo andare a riprendere la macchina, lasciata a piazza Cuoco e per imboccare il sottopassaggio della locale stazione ferroviaria, come fatto all’inizio, prendiamo l’ascensore, cosa che mi ha stupito non poco, atteso che ieri è stata la prima volta che ho utilizzata questa comodità, superflua per chi scrive, necessaria per coloro che utilizzano la sedia a rotelle per muoversi.
E qui il fuoriprogramma: Nell’entrare in ascensore, Marco nota il cartello che vedi in foto, riportante l’orario di funzionamento del dispositivo del quale stavamo per fruire.
Ma come: Un ascensore che funziona ad orari prestabiliti?
La cosa è sconcertante e la riporto perché di gente che può utilizzare quell’ascensore, non necessariamente per andare a prendere un treno, cosa già di per sé più che valida, ne esiste a iosa e la limitazione oraria dell’uso di un valido sistema, è una barriera architettonica, se vogliamo ancor più orrida da presentare ai cittadini.
Scusa, ma la denuncia andava fatta.
Chissà se si trova un politico che oltre a presenziare alle cerimonie sappia tener conto di questa doglianza!
Va beh: Ora attendiamo il resoconto fatto da chi sa scrivere meglio di me.