Di Matteo Renzi
Buongiorno a tutti. Stavolta partiamo dalla fine: un po’ di agenda dei prossimi giorni.
• Domani diretta Facebook dalle 15 alle 16 con il Matteo Risponde. All’inizio parleremo con Riccardo Luna dell’iniziativa “Internet Day” in programma venerdì 29 a Pisa (qui il video) e di tutti gli impegni italiani sulla banda larga e la sfida digitale. Poi domande e risposte in libertà. Quindi chiudiamo con Enzo De Luca con cui parleremo del Patto per la Campania appena firmato: dieci miliardi di euro con l’impegno a non sprecare mai più un solo centesimo di fondi europei.
• Venerdì incontriamo a Chigi il vicepresidente degli Stati Uniti Joe Biden, mentre nel pomeriggio si tiene il Consiglio dei Ministri.
• Sabato mattina grande festa a Reggio Calabria per la solenne inaugurazione del Museo dei Bronzi di Riace e la contestuale firma del Patto per Reggio Calabria e del Patto per la Calabria.
• Sabato pomeriggio, Sicilia: riapriamo una delle arterie a quattro corsie chiuse dopo i crolli degli scorsi mesi (ricordate gli impegni per rimettere a posto le strade in Sicilia?). Poi firmiamo il Patto per Palermo e il Patto per Catania, visitando entrambe le città.
• Domenica 1° maggio: onoriamo la Festa del Lavoro non solo con le cerimonie ufficiali ma con un Cipe straordinario che stanzierà 2,5 miliardi di euro sulla ricerca e un miliardo di euro sulla cultura. Il lavoro che verrà in Italia sarà creato anche e soprattutto dalla scommessa sul capitale umano: ricerca e cultura smettono di essere i settori da tagliare e diventano quelli su cui investire.
• Domenica 1° maggio, Domenica In con Massimo Giletti.
• Lunedì 2 maggio, ore 9.30 al Teatro Niccolini di Firenze incontro con i cittadini, tappa del tour nei teatri che ci porterà al referendum costituzionale di ottobre. Alle 11.30 Bilaterale a Palazzo Vecchio con il Primo Ministro del Giappone. Alle 17 sono a Matera, per Matera 2019. Alle 20 a Maratea firmiamo il Patto per la Basilicata.
Come diciamo noi fiorentini, insomma, “si frulla”, si corre. E del resto, se vogliamo davvero sbloccare l’Italia, dobbiamo utilizzare al meglio tutte le nostre energie.
Nel frattempo, breve diario di ciò che è accaduto in questi giorni.
1. Hannover
Molto bene l’incontro ad Hannover con Obama, Merkel, Hollande, Cameron. Piena sintonia sui principali dossier di politica estera, a cominciare da Siria e Libia dove si registrano piccoli passi in avanti. L’Italia collabora attivamente in molti teatri impegnativi, a cominciare dalla diga di Mosul fino all’Afghanistan. La questione migratoria è come sempre molto complicata ma gli annunci esagerati dei giorni scorsi vanno ricalibrati: nei primi quattro mesi dell’anno il numero dei migranti arrivato in Italia è inferiore a quello del 2014 e sostanzialmente uguale a quello del 2015. Si tratta di uno sforzo impegnativo per il nostro Paese, che continua a cercare di salvare vite umane in mare, ma con numeri che sono più bassi di quelli che vengono riportati dagli allarmi internazionali. Tutto ciò conferma – ove ce ne fosse il bisogno – che l’ipotesi di chiudere il Brennero è sfacciatamente contro le regole europee, oltre che contro la storia, contro la logica e contro il futuro.
Una considerazione: fino a qualche settimana fa venivamo accusati di essere troppo lamentosi nei confronti dell’Europa. Per me non è sbagliato chiedere all’Europa di cambiare linea sia sulla migrazione che sull’economia: aggiungo, è un nostro dovere, visti i voti che abbiamo preso alle ultime europee e che fanno del PD il più grande partito continentale. Ma da qualche settimana abbiamo iniziato a offrire documenti completi all’attenzione dei nostri colleghi, per esplicitare che la nostra è una proposta alternativa, non una protesta sterile. È stato così per il documento sulla crescita, poi per quello sulle migrazioni. L’Italia è tornata stabile. E questa stabilità le permette di essere ai tavoli internazionali con maggiore forza e credibilità.
2. Patto per la Campania
Per troppi anni l’Italia ha buttato via fondi europei. Anche perché la riforma del titolo V e l’eccessiva frammentazione burocratica hanno impedito di spendere questi denari, che pure sono cruciali per la ripresa della nostra economia. Abbiamo cambiato metodo. Firmiamo degli accordi con le singole regioni e con le principali città del sud. Impegni scritti, reciproci. Così noi controlliamo loro, loro controllano noi: e i cittadini controllano entrambi. Si scrive cosa, quando, come, perché. Siamo partiti dalla Campania, regione strategica. Ci siamo presi impegni per Bagnoli, per la Terra dei Fuochi con le ecoballe, per le infrastrutture strategiche a cominciare dalla Napoli Bari, per Caserta e Pompei (a proposito: sono stato in visita qualche giorno fa. I lavori continuano e la situazione è sempre più esaltante. Domani apre il centro visite. Il 14 maggio la mostra di Mitoraj) e per molto altro. Non tutto sta nel patto firmato con Enzo De Luca domenica scorsa in Prefettura. L’accordo con Apple – che proprio in questi giorni si sta sbloccando – ad esempio non ne fa parte, con i 600 ragazzi che verranno formati e che troveranno lavoro nel giro di pochissimo. Come pure non sta nel patto siglato l’impegno straordinario per le scuole di Napoli. Ho incontrato i sacerdoti dei quartieri Sanità e Forcella, insieme al papà di Genny Cesarano, ucciso lo scorso anno dalla camorra. Mi hanno chiesto innanzitutto tre cose: scuole aperte, illuminazione, telecamere. E oggi il Ministro Giannini firma il primo dei decreti che consentiranno a queste realtà di tenere aperte le scuole d’estate e poi anche oltre l’orario scolastico.
3. Sul sociale.
In rete e dalle vostre email è partito un dibattito interessante. Ho acquistato un libro di un giovane veneto, Giacomo Mazzariol, che ha raccontato la sua esperienza con il suo fratellino down, Giovanni. Chi ci conosce sa che molti di noi hanno una particolare sensibilità sui temi della disabilità, per tanti motivi, da tanti anni. Bene, ho approfittato di un quarto d’ora di pausa, ieri, sono sceso in libreria (pioveva, i giornalisti non se ne sono accorti) e ho acquistato questo libro. In molti mi hanno scritto che io non devo acquistare libri, ma fare migliori leggi sul sociale. Ok, ok. Allora riepiloghiamo.
Legge sull’Autismo, fatta.
Legge sul Terzo settore, siamo alla terza definitiva lettura.
Legge sul Dopo di noi, siamo alla seconda (spero) definitiva lettura.
Legge sulla Cooperazione internazionale, fatta
Legge sulle Unioni civili, siamo alla seconda definitiva lettura.
Dunque, sulle leggi stiamo andando benino. In due anni abbiamo fatto una bella svolta. Ma ciò che è fondamentale per me è che passi il messaggio che sui temi del sociale, del terzo settore, dell’attenzione alla disabilità non basta una legge. Occorre un impegno personale, un coinvolgimento emotivo, la responsabilità affettiva di un Paese che non si lava le mani e lascia tutto in mano alle singole famiglie, ma si fa carico di offrire (e ricevere) amore da questi nostri concittadini. Adesso immagino pure le ironie sui boy scout e tutto il resto: ma posso dire che per me un pezzo della bellezza dell’Italia è la ricchezza strepitosa di associazionismo e volontariato?
Sul referendum costituzionale
Siamo letteralmente invasi da vostre richieste di partecipazione per la grande sfida referendaria di ottobre. Grazie di cuore. È bellissimo sapere di poter contare su tanta gente che ha voglia di metterci la faccia. La nostra campagna referendaria partirà dal basso. Con il Sì, si cambia, si risparmia, si velocizzano le leggi, si semplifica, si dà stabilità. Si rende l’Italia un Paese più forte e più semplice. In una delle prossime enews daremo le indicazioni su come formare un comitato e come aiutarci a costruire la campagna referendaria che sarà una delle più innovative e spero coinvolgenti mai realizzate in Italia. Contiamo su di voi.
Pensierino della sera. Il 25 aprile in Italia è la festa della libertà. Quindi una festa bellissima. Purtroppo quest’anno – più del solito – qualche soggetto inqualificabile ha provato a farla diventare una rissa. A Milano hanno cercato come in passato di cacciare la Brigata Ebraica dal corteo: onore a quella Brigata che ha lottato per la nostra libertà. E bravi ai ragazzi dei Giovani Democratici di Milano che hanno fatto da cordone durante il corteo. A Napoli esponenti di una lista civica locale hanno insultato e costretto a lasciare il corteo la candidata sindaco del PD Valeria Valente: gente che pensa di poter prendere in ostaggio il 25 aprile, non rendendosi conto che la festa della libertà è per definizione il luogo meno adatto per squallidi atti di intolleranza. Ma mi ha colpito anche una consigliera comunale di Firenze, del movimento 5 Stelle. Ha detto che il 25 aprile è “un giorno di lutto nazionale perché, l’Italia è nuovamente occupata da gente malvagia e senza scrupoli, molto peggio che nel Novecento”. Che toni allucinanti. E dire che noi facciamo di tutto per rispettare gli avversari e per fare del 25 aprile la festa di tutta l’Italia libera e liberata. Ma quando l’odio per gli avversari supera anche il senso del ridicolo ci rendiamo conto che non c’è che una cosa da fare: continuare a lavorare tenacemente, per fare dell’Italia un paese civile con maggioranza e opposizioni che si confrontino senza insultarsi. Continueremo a fare di tutto perché ciò accada.
Un sorriso,
Matteo
PS. Sono andato ai 70 anni della Vespa, a Pontedera. Grande festa per il made in Italy. Penso che ogni italiano abbia un suo ricordo della Vespa: perché ne ha posseduta una, perché ce l’aveva suo padre (come nel mio caso), perché nei film ci siamo innamorati di qualche scena suggestiva, perché ha rappresentato da subito un simbolo di spensieratezza e libertà. Ma quello che è intrigante è che in questa realtà della provincia pisana, dall’Arno Valley, è cresciuto un mito capace di competere con i grandi player mondiali. Il futuro della mobilità passerà dalla capacità di tenere insieme ricerca, innovazione, un brand e una storia da comunicare bene. Quando nell’aprile 1946 il brevetto della Vespa arrivò per essere registrato a Firenze non molti avrebbero scommesso su questo strano mezzo di trasporto. Oggi è una icona mondiale. Auguri alla Vespa. Alle vostre vespe (per chi le conserva ancora, come mi ha scritto qualche amico nei giorni scorsi). Ma soprattutto a tutti noi: auguri di essere sempre capaci di cambiare rimanendo noi stessi.
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