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Assicurazione Obbligatoria Sulle Case

Di Vittorio Venditti

Non Sanno Più Come Derubarci

Tu che sei abissalmente più intelligente di me, m’insegni che la mente dei ladri è fra le più fervide, quindi vederla in azione è cosa normale, oltreché foriera di riflessioni per chi, come me, volendo vivere tranquillo, non arriva ad ingegnarsi fino a questo punto.

Oggi voglio toccare un argomento che, come Padre Giulio Andreotti, periodicamente si affaccia a noi, uscendo dai grigi meandri del sottobosco politico, ove si trama, si trama, si trama:
La proposta di un’assicurazione obbligatoria per le abitazioni.

Prima però di farneticare al punto giusto, consentimi una breve riflessione sul trasformismo lessicale permesso ai complici dei ladri che oggi ho sotto tiro:
banche e assicurazioni.

Il dire è questo:

Se chiedi soldi a loro, è un prestito, meglio definito: finanziamento;
loro impongono interessi e quant’altro a loro vantaggio, a te solo gli oneri.
Se chiedono loro soldi a te, ciò è definito investimento;
a loro vanno incassi per commissioni e vantaggi da speculazioni, a te le perdite, qualche briciola e le spese.

In tutto questo frega-frega, l’unica sicurezza sono le tasse che vanno al loro degno compare: l’erario, tasse ovviamente comunque a tuo carico; per il resto… c’è qualcosa che non mi torna.
Sarà però colpa della mia stupidità.

Tornando però a bomba:

Se vivessimo in uno Stato che a fronte del pagamento delle tasse ci desse un ritorno in termini di servizi,
Se vivessimo in uno Stato in grado di dimostrare con i fatti la propria solvibilità nei confronti dei cittadini onesti, o quantomeno dimostrasse la propria buona fede in caso di suoi errori nei confronti degli Stessi,
Se ci trovassimo insomma a vivere in uno Stato che, considerato l’espressione del vivere comune, desse all’intera comunità una parvenza di cammino comune verso il comune benessere,

allora ci potrei anche stare, atteso che quando accadono certe disgrazie, tutti dobbiamo essere solidali con tutti, senza margine di discussione alcuna.

Ma non è così.

Ci troviamo in uno Stato che deruba i poveri per foraggiare i ricchi,
Ci troviamo in uno Stato che premia i furbi con i condoni e chiede la differenza a chi già paga regolarmente,
Ci troviamo in uno Stato che ad una tua richiesta di giustizia, magari espressa proprio in tema di recupero di abitazioni danneggiate da terzi, ti chiede, a sua volta, di chiedere ad esso scusa per il disturbo che tu, con piena fiducia nei suoi confronti, hai in realtà arrecato al suo torpore.

Allora no, non ci sto.

Perché dopo aver pagato il canone d’affitto su casa già mia, espresso nelle tante tasse che già si pagano per la casa, magari la prima ed unica casa, (vedi il sicuro ripristino dell’I. C. I., quella tassa che, per dirla con l’impiegato municipale di Gambatesa Salvatore Conte, “è una tassa spontanea”), dovrei pagare un altro balzello, imposto da quella corporazione denominata “assicurazioni”, che magari, in caso di disgrazia, forse, al posto della tua casa, ti restituirà, dopo una decina d’anni di perizie e controperizie, un mini appartamento, sito nel peggiore dei condomini?

Perché dover pagare noi tutti, al posto di chi, nel tempo, ha continuato e perseverato negl’incendi boschivi, o nella corrosione di colline e montagne, ed ora, vista la comparanza con politici e politicanti di varia estrazione ideologica, sfruttando cavilli legali appositamente creati da questi ultimi, riesce ad evadere, oltre alle tasse, anche i pagamenti per i danni creati allo Stato, cioè a noi tutti?

Perché, una volta e per tutte, la giustizia, (altra mafia alla luce del sole), non fa in modo che chi ruba sistematicamente e magari viene preso dalle forze dell’ordine, paghi il dovuto, magari secondo le disposizioni proposte dal libro Dei Delitti E Delle Pene?

Insomma:

Perché se lo Stato, le banche e le assicurazioni derubano noi, ciò si chiama Risanamento di Bilancio, mentre se siamo noi a derubare loro, si usa il termine Truffa?

ORA SIAMO STANCHI!!!
SMETTETELA CON QUESTO PRENDERCI IN GIRO!!!

Sappiate che ogni pazienza ha un limite e che il vivere tranquillo di uno stupido come me, può inopinatamente degenerare, trasformandosi nell’esatto contrario.

Gira voce secondo cui, per arginare l’evasione fiscale, si stia pensando di abbassare il limite di spesa pagabile in contanti portandolo a meno di trecento euro.
Come ho detto proprio l’altro ieri ad un parlamentare dell’U. D. C., che nell’ascoltarmi è rimasto esterrefatto, se fosse vera una simile teoria, chi si ritiene intelligente non dovrà far altro che ringraziare quanto partorito da così fervide menti.
Ciò, perché questo colpo di scienza sarà considerato il modo migliore per, da una parte risparmiare, (si acquisterà solo ciò che costa meno di trecento euro,, avendo come scusante la difficoltà d’uso delle carte di credito, visti gli “ottimi” collegamenti in banda larga), dall’altra, ingegnarsi su come ottenere in nero quanto desiderato, ma più costoso di trecento euro, pagando la merce meno dei trecento euro suddetti, proprio per effetto degli accordi sotterranei.

Come si concilia tutto ciò che ho detto con il tema d’inizio?
Escogitando ogni arzigogolo valido a fare fessi e contenti questi ladri, partendo dalle truffe alle stesse assicurazioni, (il nostro Risanamento di Bilancio), cui, dando i soldi con una mano, con l’altra si recupera la somma da costoro “legalmente” estorta, comprensiva degl’interessi, possibilmente integrati da un’assicurazione preventiva, per capirci, quel tipo di assicurazione che le finanziarie impongono a chi chiede un finanziamento, assicurazione che si sostituisce ai normali interessi richiesti, non più in chiaro, a causa di una legge che fissa tali interessi ad un limite oltre il quale si parla di usura.

Istigazione alla truffa?
No, moderna forma di risparmio.

Cambiando i termini, il risultato resta lo stesso.
Così, ancora una volta sarà scongiurata la ribellione nazionale.