Di Matteo Renzi
1. Sfiducia
Dovevano mandarci a casa. Lo avevano promesso Salvini e Di Maio. Lo avevano annunciato con titoli roboanti in tutte le loro partecipazioni televisive: presenteremo una nuova mozione di sfiducia perché stavolta abbiamo i numeri. È finita che abbiamo preso più voti di sempre. Loro annunciano in tv che noi non abbiamo i numeri: poi si va in Aula e ogni volta perdono qualcuno. Diciamo che a noi le mozioni di sfiducia portano bene, dai. Per chi è interessato, qui c’è il mio discorso sulla sfiducia. Punto per punto, senza polemiche, entrando nel merito.
2. Referendum
L’Italia ha parlato respingendo un referendum inutile. Che poteva diventare dannoso in caso di approvazione.
Io credo che occorra molto rispetto per tutti i cittadini. Per chi ha votato sì, per chi ha votato no, per chi si è astenuto. Il referendum ha i suoi vincitori: i lavoratori del polo di Ravenna e delle altre zone interessate. E ha i suoi sconfitti: qualche consigliere regionale che ha cavalcato il referendum pensando di farlo diventare occasione di battaglia interna. Vincitori e vinti, tutti insieme, adesso, possono lavorare per il bene dell’Italia. Il Governo c’è.
3. Accordo di Parigi
E proprio per confermare questo impegno ho partecipato alla firma dell’accordo di Parigi sul cambiamento climatico nella sede dell’Assemblea ONU di New York. L’Italia è leader nelle rinnovabili, vuole trasformare il sistema di mobilità metropolitano, è pronta a investire sull’efficientamento energetico delle abitazioni, sta investendo in tecnologia, è punto di riferimento in Europa e nel mondo. Qui la conferenza stampa alla rappresentanza italiana all’ONU con l’elenco di tutte le cose che l’Italia sta facendo: spesso anche il gruppo dirigente ignora quanta Italia che funziona ci sia nelle rinnovabili o nelle nuove tecnologie legate all’ambiente.
4. Clinton
La missione all’ONU si è conclusa con una bella chiacchierata con Bill Clinton. È sempre un piacere incontrare l’ex Presidente, una delle persone più capaci di dare stimoli, suggerimenti, riflessioni mai banali. Abbiamo discusso a lungo della campagna elettorale americana, ma anche del recente viaggio in Iran, della politica economica europea, delle sfide legate alla sicurezza e alla qualità della vita in Europa e in America. E mentre ci salutavamo, Clinton ci ha chiesto di fare i complimenti a uno dei suoi autori preferiti. Chi? Andrea Camilleri. Bello, vero?
5. Messico
Interessante anche la missione in Messico, ospiti del Presidente Peña Neto. Paese meraviglioso e ricco di opportunità come dimostra una presenza sempre più forte di aziende italiane. Ma anche un partner significativo in sede di G20 per affermare un nuovo modello di sviluppo. Ho avuto l’occasione di parlare con i ragazzi dell’università Itam, qui c’è il video dell’incontro: persone attente, curiose, pronte ad assumersi le proprie responsabilità. Non è facile costruire un futuro in Paesi ricchi di storia e di passato. Ma non c’è sfida più affascinante, vale per il Messico, vale per l’Italia. Certo, poi tocca alle nuove generazioni farsi sentire. Del resto, come ha scritto Octavio Paz, Nobel messicano per la letteratura: bisogna meritare i sogni che si fanno. E questa frase vale anche per i ragazzi italiani, non vi sembra?
6. Giudici e politica
Tutti i giorni leggo polemiche tra politici e magistrati. Un film già visto per troppi anni.
Personalmente ammiro i moltissimi magistrati che cercano di fare bene il loro dovere. E anche i moltissimi politici che provano a fare altrettanto. Il rapporto tra politici e magistrati deve essere molto semplice: il politico rispetta i magistrati e aspetta le sentenze. Il magistrato applica la legge e condanna i colpevoli. Io rispetto i magistrati e aspetto le sentenze. Buon lavoro a tutti.
7. Agenda dei prossimi giorni.
Spero che vi siate annotati nell’agenda la data del 29 aprile, quando – con la regia di Riccardo Luna – l’Italia sarà attraversata da centinaia di eventi per ricordare la prima connessione internet, avvenuta da Pisa esattamente trent’anni prima. Il sito per seguire tutte le iniziative è italianinternetday.it
Segnalo anche i 70 anni della Vespa, a Pontedera, oggi. La firma del Patto per la Campania domani a Napoli, prima firma di accordi con le Regioni e i principali comuni del Sud, come da nostro impegno sul masterplan per il mezzogiorno. Lunedì, dopo l’omaggio all’Altare della Patria per il 25 aprile, saremo invece ad Hannover per l’incontro con Obama, Merkel, Cameron, Hollande.
Nel frattempo il Parlamento sta accelerando sulle questioni legate ai diritti civili e sociali: legge sul terzo settore, legge sulle unioni civili, legge sul dopo di noi. Siamo infine finalmente pronti sugli impegni legati a cultura e ricerca che costituiranno del resto la piattaforma politica del nostro G7 il prossimo anno.
Leggo sempre volentieri i vostri suggerimenti su quelle che voi ritenete le priorità da seguire, gli errori da evitare, gli impegni da prendere: l’email è sempre matteo@governo.it
Pensierino della sera.
Pausa nelle riunioni alle Nazioni Unite (dove abbiamo incontrato, tra l’altro, i rappresentanti di oltre cinquanta stati per convincerli a votare Italia alle prossime elezioni del Consiglio di Sicurezza). Abbiamo un’ora libera. Organizziamo un pranzo volante al Consolato per parlare con un po’ di italiani che stanno facendo cose belle a New York. Ci sono alcuni volti noti, e amici, come Lorenzo Jovanotti. Ci sono imprenditrici, curatori, finanzieri, grandi manager, artisti, designer, medici, avvocati, letterati, ingegneri, calciatori (anzi, calciatore, ma per i piedi che ha potrebbe stare anche tra gli artisti visto che si chiama Andrea Pirlo). Parliamo, discutiamo, ci confrontiamo. Tirano fuori idee, progetti, critiche. Clima molto bello, propositivo, anche nella parte più critica. Riconoscono che finalmente qualcosa si muove nella politica, che le cose cambiano. Vorrebbero un concetto di bene pubblico più americano: dove non è semplicemente la proprietà a definire ciò che è pubblico e ciò che non lo è, ma il servizio che si svolge. Discutono di Salone del Mobile e di JobsAct, di musei e di sistema fiscale. Mentre raggiungo il Palazzo di Vetro per rituffarmi nella riunione con le piccole isole del Pacifico penso a quello che mi hanno detto. E trovo una conferma: l’Italia ha potenzialità strepitose e che in tanti ad essere convinti come me – molto più di me – che il futuro sia dalla nostra parte. Che dobbiamo continuare a offrire un racconto diverso alle nuove generazioni, a cominciare dalla scuola (che continua, comunque, a essere una scuola capace di formare i migliori talenti del mondo, non dimentichiamolo): un racconto fatto di speranza e non solo di critica. Insistere sull’ammirazione anziché sull’invidia. Sulla voglia di mettersi in gioco, anche a costo di perdere qualche sfida. Sulla capacità di interpretare un fallimento non come fine di tutto, ma come cicatrice che ti aiuta a crescere. Non è solo un problema di comunicazione, ma di approccio culturale in fin dei conti: essere il Paese delle possibilità e non dei divieti. Del merito e non della rendita. Si gioca su questo larga parte del racconto dei prossimi anni del nostro Paese. Sono sempre più convinto, ogni giorno di più, che l’Italia sia molto più forte dei propri critici. Voi che dite? matteo@governo.it
Un saluto,
Matteo
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