Di Vittorio Venditti
Ora Ci Provano Col Censimento
Ho già scritto su quest’argomento, prevedendo quanto accade nella nostra bell’Italia, in cui, ogni momento è buono per restaurare l’arte dell’arrangiarsi, magari entrando in casa di ignari e timorosi cittadini, già in odor di sfiducia nei confronti delle omologate istituzioni.
Il fatto:
Erano le tre e un quarto pomeridiane di ieri, quando, rientrando dal lavoro, ho notato che per via San Nicola, si aggiravano un paio di ragazzotti, (di ambo i sessi), in atteggiamento circospetto, intenti a bussare alle porte delle abitazioni, normalmente trovate vuote, vuoi per la cronica mancanza dei proprietari, vuoi per il fatto che molti di costoro sono impegnati nella raccolta delle olive.
Per la verità, mentre arrivavo in zona, i Nostri si stavano congedando in maniera abbastanza minacciosa, da una signora che, dalla finestra, aveva appena opposto rifiuto alla loro visita.
Bypassando sul modo di trattare la Nostra avveduta concittadina, mi preme rimarcare quanto segue:
Già a suo tempo, spiegando il mio modus operandi in merito al censimento, avevo fatto notare che i rilevatori che, eventualmente, avessero dovuto disturbare chi, per qualsiasi ragione, non avesse riconsegnato nei tempi dovuti il questionario, erano stati scelti, e s’identificavano in un ragazzo ed una ragazza, gambatesani puro sangue.
Oggi, i nostri, (pur sempre due persone, giovani e di ambo i sessi, non mi sembrava, anzi, non sembrava ne a me ne a chi era con me, di conoscerli.
Avevano un accento vagamente napoletano o campano in genere.
Mi risulta che i censori gambatesani, parlino un discreto italiano che, tutt’al più, poteva far sentire un normalissimo accento gambatesano.
Da dire che, i ragazzi gambatesani, se fossero stati loro, non foss’altro che per prassi, ci avrebbero rivolto il saluto.
Costoro invece, nel ricevere un indicazione, secondo cui, in una casa a cui costoro avevano bussato, chi era con me comunicava che la casa stessa era disabitata, non solo i Nostri non davano risposta, neppure con un normalissimo “grazie”, ma evitavano accuratamente di rivolgerci parola.
Qui, forse per cambiare discorso, i Nostri cominciavano a parlottare fra loro.
Da quanto detto, ho recepito il loro accento, non certo di origine nostrana.
In definitiva:
Visti i tempi che corrono, t’invito caldamente, compilato il censimento o no, ad informarti presso il nostro municipio sui nominativi di chi, per regolare ufficio, è addetto a rilevare regolarmente i questionari relativi al quindicesimo censimento degli abitanti del nostro Bel Paese.
Visto quanto finora esposto e in considerazione della legge non scritta ma più che valida, secondo cui:
“fra il truffatore ed il truffato, quest’ultimo è il reo”, va detto che. Ogni lamentela da parte di chi, eventualmente avesse democraticamente deciso di farsi derubare, è destituita di ogni considerazione in merito, anzi, va iscritta a carico del denunciante, cui, se non si volesse arrivare alla richiesta di un risarcimento per il disturbo arrecato alla pubblica opinione, onde evitare futuri simili errori, si potrebbe applicare la pubblica gogna, cosa difficilmente dimenticabile, e sicuramente più punitiva di qualsiasi ammenda.
Meditate gente, meditate!