Di Vittorio Venditti
(Foto), Di Salvatore Di Maria
Coraggio Giovanile O Fame?
Eccoci tornati a parlare di ciò che avviene nel nostro paesello, ogni tanto bisogna far arrabbiare qualcuno!
Per questo, visto che ormai è tempo, proviamo a parlare di ciò che tiene banco in questo periodo:
La raccolta delle olive.
Per la verità, già dal ponte di ogni santi, in molti hanno cominciato a raccogliere questo prezioso frutto che la natura ci mette a disposizione, pagando però tal fretta con un rendimento che, definire scarso è poco, considerato che la percentuale del rendimento stesso, si aggirava in media attorno al dieci, in qualche sporadico caso, addirittura all’otto per cento.
A Gambatesa si dice che:
“A Santa Catarina, z cogli’a ghianca e a nera”:
Intendendo con tal proverbio che le olive hanno raggiunto un punto di maturazione sufficientemente accettabile per permetterne il raccolto.
Così, nel procedere in questi giorni, (Santa Caterina cade il prossimo venticinque), si riesce a raggiungere una percentuale di resa che va dal sedici al venti per cento, in qualche caso anche ad una percentuale superiore.
Come calcoliamo la percentuale?
Ci sono due scuole di pensiero.
C’è infatti chi calcola la resa a litri, chi a chili d’olio.
Per non scontentare nessuno, da qualche anno io ed anche altri consideriamo come risultato definitivo la media, prodotta dalla somma delle due misure.
Facendo una breve indagine di mercato, quest’anno ho saputo che nei posti più rinnomati del Molise per la raccolta e la lavorazione di questo prodotto, Larino e zone limitrofe, la raccolta delle olive frutta, in termini di prezzo, una vera miseria.
Si va dai ventinove ai trentacinque euro, per acquistare un quintale di olive; mentre si parla di sei euro per ottenere un litro d’olio prodotto quest’anno e cinque euro per assicurarsi un litro d’olio, cosiddetto “Vecchio”, vale a dire, olio prodotto negli anni precedenti.
A Gambatesa invece, se l’olio viene venduto a queste cifre, (ma c’è anche chi ha spuntato un prezzo superiore), le olive appena colte, sono reperibili sul mercato a quaranta/quarantacinque euro, una cifra da fame, considerato il lavoro che durante l’anno ha visto impegnati i proprietari degli oliveti gambatesani.
Rifacendomi al sottotitolo, va rimarcata una bella iniziativa che vede protagonisti un gruppo abbastanza nutrito di giovani locali, che hanno avuta l’idea di costituirsi in squadra per raccogliere le olive presso le proprietà di chi, per altri impegni o per altre ragioni, non ha la possibilità di compiere tale lavoro.
L’iniziativa, oltre a fornire il giusto guadagno agli improvvisati raccoglitori, dà loro la possibilità di riavvicinarsi all’agricoltura, maestra di vita, in molti casi, più della cultura acquisita da libri o internet.
E non sono tutti figli di contadini!
In diversi, infatti, provengono da famiglie agiate.
Ma i giovani in questione, hanno finalmente compreso che, al di là dello studio, (pur sempre una valida ragione di vita), la vita stessa si compone anche di lavoro, magari con qualche disagio, ma lavoro vero che porta guadagno immediato, da sostituire a quello stare nei bar che porta solo spese e spesso inutili ubriacature, non certo foriere di ben’essere.
Bravi ragazzi!
Continuate così!
Dimostrando una buona volta che la gioventù gambatesana è seriamente valida, in tutti i sensi.