Di Vittorio Venditti
Ad Un Anno Dal Decreto Prefettizio
Da tempo, nella nostra provincia come nel resto d’Italia, si era stabilito un principio non scritto ma adeguatamente applicato:
STATO = CAMORRA.
Dopo che alcuni cittadini, pochi per la verità, hanno cominciato a stancarsi dello status quo, forse per sfinimento dato dalle innumerevoli richieste, forse per paura di attuazione di quel piano di “ronde” paventato dalla lega, (ministro Maroni in testa), fatto sta, che almeno nella provincia di Campobasso, lo scorso anno, si è messa mano al problema, tentando di regolamentare il tutto con il DECRETO AUTOVELOX, del 12 novembre 2009.
Per i soliti furbi, (per il “solerte magistrato” che mi vorrà leggere, parlo di alcuni municipi), però, che sapevano di perdere una fonte di reddito sicura, il decreto in questione andava in tutti i modi bypassato.
Ecco il motivo per cui, come accade sempre in Italia, si è dato vita al solito balletto di ricorsi e controricorsi, teso a cambiare tutto, ma in maniera gattopardesca.
Tu che mi conosci bene, sai che il mio essere “voce fuori dal coro” non è iniziato certo all’apertura di questo sito, per cui, immaginerai senz’altro quello che di seguito potrai leggere.
Senza attendere che il problema si raffreddasse, ho provveduto ad inviare una lettera al prefetto, dove, senza peli sulla lingua, ho esposto i motivi che, leggendo la lettera stessa, potrai condividere o meno.
Al momento, almeno per quanto riguarda il problema “rapine alle diligenze”, sembra che tutto sia stato amministrativamente risolto, almeno per ora!
Saprai infatti, che dopo la Sentenza n. 10620 del 17 marzo 2010, (Corte di Cassazione Penale, Sezione VI), con la quale si stabilisce una volta e per tutte che certi “poteri” non possono essere delegati a terzi, per giunta interessati, i “ladri” di cui alla lettera, stanno tentando di rialzare il capino, utilizzando cavilli e codicilli, permessi solo perchè c’è conflitto d’interessi fra chi legifera in merito, e chi rapina la gente per strada.
Come scritto alla Dottoressa Carmela Pagano, (allora Prefetto di Campobasso, nulla questio, sul fatto che chi sbaglia debba pagare, tutto da ridire, sul fatto che, ai carabinieri, polizia e guardia di finanza, sia permesso sostituirsi, per trarre vantaggio dai soldi estorti agli automobilisti.
Dando potere ai municipi, là dove potere non dovrebbero avere, la punizione si trasforma in estorsione, di conseguenza, diventa legittimo diritto, (per chi viene rapinato), difendere i propri beni, non necessariamente secondo le leggi vigenti, anche perchè, spesso, costruite ad ok per proteggere chi delinque, a dispetto di chi, pur sbagliando, alla fine della fiera, risulta più onesto dei primi.
Da ultimo, (ma non ultimo), mi preme porre l’accento su qualcosa di cui, i famelici municipi, dicono di tener conto, ma visto quanto scritto, sicuramente solo in teoria, e per avallare il loro comportamento: la sicurezza stradale.
Saprai, che i proventi delle contravvenzioni, in buona parte, per legge, devono essere utilizzati per il mantenimento delle strade su cui le multe vengono elevate.
Nel caso specifico, io ho sparlato del municipio di Toro (CB).
Ti è capitato, in quest’ultimo anno ad esempio, di vedere mezzi del municipio di Toro, all’opera per ridurre la pericolosità del tratto di SS 645 che attraversa il loro agro, sulla quale, però pretenderebbero di multare gli automobilisti, inviando le contravvenzioni in differita, adducendo per ciò proprio la pericolosità della strada in questione? …
In questi casi, si demanda il compito a chi gestisce le strade.
Risultato:
Chi prende i soldi, chi dovrebbe lavorare.
Bella vita! se durasse.
La compassione che provo per questi pezzenti mi costringe ad evitare di continuare a sparare sulla croce rossa; non posso, però, esimermi dal rimarcare quanto segue.
In uno Stato preda del decadentismo più nero, quale ora è il nostro, si pensa a costruire regole su regole, (riduzione o azzeramento del tasso alcolico di chi guida, limiti di velocità, imposti in genere con segnaletiche spesso contraddittorie ecc), regole spesso volutamente poco chiare, utili esclusivamente a far aumentare il contenzioso civile, per permettere a chi è più furbo di farla franca, facendo ricadere l’onere di tutto su chi, o è più debole e paga, o ha altro a cui pensare, per cui, per non avere fastidi ulteriori, si attiene all’estorsione patita.
In uno Stato qual’è l’Italia odierna, si fa politica, magari in televisione, per lasciare quest’ultima nelle teorie, e vedere come poter approfittare dello status acquisito per avvantaggiarsene a spese dei contribuenti.
In un consorzio come quello di cui facciamo parte, si pensa a tutto questo, dimenticando i problemi essenziali, ad esempio il permettere a chi vorrebbe solo andare a lavorare per guadagnarsi da vivere, di arrivare al proprio posto di lavoro o tornare a casa indenne.
Così, vediamo che, da un anno a questa parte, si è fatto tanto parlare di autovelox e strade sicure, libere da ubriachi al volante, e poi si vedono automobili investite e distrutte da camion cui è permesso di circolare a velocità che, stando alle leggi più volte ricordate, non dovrebbero essere lecite.
Ma è proprio colpa di questi camion?
Possiamo addebitare qualcosa di definitivo anche a chi, magari con una moto, ne perde il controllo finendo fuori strada?
Il “solerte magistrato” Spero vorrà indagare in merito, e lungi da me emettere sentenze campate in aria.
Va detto, però, che tutti i propositi di sicurezza cui si appella chi, a vario titolo, pensa di approfittare del succulento piatto, sono stati regolarmente disattesi.
Allora ti chiedo:
Non sarà il caso di farci restituire i soldi che, a loro dire, dovrebbero essere impegnati per la sistemazione e la messa in sicurezza delle nostre strade?
Finora, io ho parlato di soldi estorti.
Voglio vedere se ho avuto ragione o torto.
Se ho avuto ragione, (come continuo a credere), continuerò sulla mia strada, dando a Cesare Quel che è di Cesare, di conseguenza, chiamando ladri i ladri, e attuando il piano di difesa proposto nella lettera al prefetto dello scorso anno.
Se, invece, ho torto, sono pronto a pagarne le più dure conseguenze, non prima, però, di aver viste le nostre strade ricondizionate e messe nella debita sicurezza, con i soldi che io ritengo ci siano stati rapinati.
Utopia?
Non lo sò, ma se davvero avessi torto, sarei il primo carcerato contento.