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La Politica In Mano Alle Banche

Di Vittorio Venditti

Attenzione Agli Sciacalli

Oggi, attenendomi all’attualità, da buon interista avrei dovuto farneticare di quanto, per mania di protagonismo, sta facendo la Juventus, (intesa come società calcistica), in ambito legale, contro i vertici di quel calcio che, per dirla con Gianni Petrucci, “è ormai pieno di doping legale che lo costringerà a venir commissariato dall’opinione pubblica”.
Visto però il nascere in pompa magna del nuovo governo, da me già definito il governo dei banchieri, torno a parlare di quest’ultimo argomento, completando quanto già blatterato ieri in merito e rinviando a domani la farneticazione pseudo sportiva.

Consentimi però prima di dare una notizia che la dice lunga sull’unità degli stati che compongono la comunità europea, almeno per quanto riguarda i privilegi della casta ed il modo in cui tutti, ma proprio tutti i politici, sono capaci di aggrapparsi a tali mammelle da succhiare.

Proprio l’altro ieri, ascoltando di sfuggita la radio che ogni giorno mi tiene compagnia, sintonizzata sulle frequenze di RAI radio Uno, sentivo che la speculazione di borsa che sta tenendo sotto pressione l’Italia e gli altri stati con alto debito pubblico, cominciava ad attaccare anche la finora sicura economia francese.
Il governo dei nostri cugini, destrorso anche in questo caso, per evitare un più violento attacco speculativo ed il declassamento con la perdita della tripla A, cominciava a pensare di correre ai ripari.
Un deputato di maggioranza, (del quale non sono state fornite le generalità, volendo dare il buon esempio, proponeva in parlamento un disegno di legge che prevedeva la decurtazione dello stipendio dei parlamentari.

Passando ai voti, ecco la sorpresa:

Presente l’intero parlamento, il disegno di legge di cui sopra, riceveva a favore della sua approvazione la ragguardevole ed importante somma di voti pari a due.
Di questi, un voto era stato espresso dal presentatore del disegno di legge, l’altro, forse, da un suo amico fedelissimo.

Tutto il parlamento ha votato contro quel disegno di legge.
E poi sparlano dell’Italia!

Tornando a bomba, proprio per cercare di chiudere quest’argomento, ieri abbiamo potuto finalmente conoscere la squadraccia che ci dovrà tosare.
Auguro a costoro di fare un buon lavoro sporco, con preghiera però di far presto, comunicandoci prima possibile di che morte dovremo morire.
Ciò, per dare a chi di noi vorrà, la possibilità di correre ai ripari, magari integrando il salasso imminente con i proventi di un po’ di lavoro nero, vero antidoto alla ribellione che, in alternativa, si svilupperebbe con imprevedibili ed infausti risultati.

E’ noto infatti che, se l’italiano medio finora ha accettato supinamente che l’imposizione fiscale, sia essa diretta che indiretta, superasse più che abbondantemente la metà dei propri introiti, (ricordo a me stesso l’odierno dato Istat, secondo cui, fra l’altro, la benzina, da dodici mesi a questa parte ha subito un aumento del diciassette virgola otto per cento, aumento dovuto in gran parte all’applicazione di nuove accise, o all’aumento di accise precedenti, che però non hanno in alcun modo “acciso” coloro che le hanno applicate, anzi!…), se tutto ciò è accaduto senza colpo ferire, lo si deve all’innata capacità dell’italiano medio stesso di sapersi arrangiare, facendo i propri governanti fessi e contenti.

Ma perché:
Attenzione Agli Sciacalli?

Da qualche tempo, visto che in molti, alla faccia della crisi, viaggiano per vacanze, girando anche in paesi della CEE, costoro hanno imparato che, a differenza del suolo patrio, fuori frontiera se provi a pagare qualsiasi cosa, in qual si voglia ambiente, con danaro contante vieni guardato con sospetto, se non proprio con repulsione.
Questo fatto, unito alla volontà sempre più esplicita delle banche di controllare in ogni modo il nostro potere d’acquisto, ha fatto sì che si generasse una moda, secondo la quale tutti, nessuno escluso, dovremmo avere nelle nostre tasche almeno una, se non più d’una, cosiddetta carta di credito.
Così, almeno da un mese a questa parte, è partita una strana campagna, tesa a “costringere” i titolari di conto corrente, ad un simile passo, con l’ovvio ma naturalmente ben nascosto risultato di una maggiore spesa da parte degli utenti, ed un maggior introito per l’istituto di emissione delle carte di credito in questione.
Personalmente, negli ultimi quindici giorni, fra lettere trovate nella cassetta postale, e-mail e telefonate, ho ricevuto circa una ventina di proposte.
Ovviamente, da buon Ulisse, ho evitato accuratamente di abboccare ai richiami di simili ed interessate sirene, procedendo per la mia strada senza curarmi di loro.

Come detto:
Le carte di credito ti costringono ad una spesa ulteriore.

Solo la prima delle innumerevoli tasse che noi italiani dovremo pagare ad un sistema bancario sempre più avido e strozzino delle nostre piccole ed insignificanti economie, prezzo da pagare per raggiungere il risultato illusorio di un futuro benessere collettivo.

Ma, secondo le modalità del tempo, una cosa simile non accadde già nel lontano millenovecento ventinove?
E non partì da quello stato di cose la strada lastricata di buone intenzioni che sedici anni dopo condusse il mondo a quell’inferno che è stato l’accordo bancario-industriale, denominato:
Seconda Guerra Mondiale?
E’ questa, la lastricata strada su cui quel gregge di pecoroni che include anche noi, viene condotto da questi pseudo pastori?
Strada che ci porterà ad una guerra risolutiva?

Se è così, da pecora nera che bela fuori dal coro, evitando di farmi prendere in giro da chi è più fesso di me, dico a testa alta:

Sono pronto!
E vediamo chi la vince!