Di Vittorio Venditti
(Foto), Di Salvatore Di Maria
E Noi Ci Siamo Stati!
Sembrerà strano: Siamo riusciti a passar la frontiera senza passaporto o controlli anti ISIS per arrivare alla “capitale”, Tufara. L’altra sera, titillato da Rossana Petrone, la moglie di Pasquale santella, (piscialet), del Trasce e Jsce, ho accettata la sfida che la Nostra mi ha proposta come qualcosa di particolare: Una festa Diversa in meglio, rispetto alle nostre maidunate, a dir di quella tufarola, “cosa troppo normale e poco appetibile a livello di turismo originale”.
Tu che sei intelligente, avrai compreso che l’incipit di questa farneticazione è stato uno scherzo in piena tradizione carnascialesca, fatto alla mia amica che sicuramente avrà accettato e che sicuramente reagirà a dovere alla prima occasione.
Al di là di tutto, va detto che ieri pomeriggio, Tufara era strapiena di gente che ha ammirato lo spettacolo proposto dalle squadre di maschere che ti sto via via mostrando.
Non si è trattato di una vera sfilata ma, come accade a Gambatesa a capodanno, le maschere sono state lasciate libere di girare per il paese, pronte a venir esaminate a loro modo da chiunque le avesse incontrate.
Ovviamente e nel più giusto spirito di mercato, chi ha potuto, se ne è avvantaggiato a livello commerciale, non solo se residente a Tufara; noi abbiamo potuto apprezzare e salutare la presenza della “Cantinella Vagabonda”, trovata a girovagare ed a fermarsi anche in quel luogo di festa.
Fra le maschere tufarole, non poteva mancare il derivato del diavolo: Quell’offrir cibo e bevanda, presentati agli astanti nell’oggetto utilizzato normalmente per le espulsioni dei resti di ciò che in precedenza si è assunto…
Il carnevale però, deve far la sua fine e gli uomini, come se si trattasse di uno scherzo da fare ad un veneto tabacchino che si è liberato di chi voleva derubarlo, devono discutere la sentenza,
magari “addomesticata” da chi ha interesse a farlo…
Noi, evitando di curarci della Legge, abbiamo continuato il nostro giro fra un bicchiere di birra e l’altro, guardando il “losco” mondo nel quale Re Carnevale stava per fare la fine che tutti conosciamo,
trovando le “belle consolatrici”
ed il prete, utile a portar sfiga a chi sarebbe e sarà stato condannato a morte,
magari immortalato per il futuro prossimo da chi lo fa secondo antiche maniere.
Ma la festa non poteva finire senza catarsi, per cui ecco presenti color che con torce danno vita
ad un fuoco che alla fine libera tutti da peccati ed oscenità che riportano il mondo alla pulizia radicale:
CHE ABBUTTAMENTE DE PALLE!!!!!!!
In definitiva: Una bella festa che ci ha fatto passare una giornata diversa che non ci ha lasciato pensare a “soci” e lecchini di bassa lega, pagliacci tutt’altro che carnascialeschi dei quali torneremo purtroppo a sparlare tra breve.