Di Stefano Venditti
“Le medaglie e gli allori conquistati dai nostri atleti di punta sono importantissime e fungono anche da sprone per chi si vuole avvicinare allo sport, qualsiasi tipo di sport.
Ma per comprendere quale sia la mission dello sport paralimpico vorrei raccontarvi un episodio.
Qualche tempo fa all’Acqua Acetosa di Roma abbiamo organizzato un incontro con i migliori atleti in erba del tiro con l’arco.
Era un bel gruppo e ad ognuno di loro abbiamo consegnato anche la maglietta della Nazionale italiana.
Tutti erano accompagnati o dai propri genitori, erano tutti ragazzi disabili in carrozzina, o dai propri istruttori.
Al termine del raduno ci stavamo incamminando verso l’uscita quando una ragazza che era indietro nella fila ha lasciato la mano della mamma ed ha esclamato “L’anno prossimo, però, voglio venirci da sola!”.
Capite bene che al di la del puro aspetto sportivo-agonistico che è assolutamente importante e fondamentale è necessario che noi attraverso lo sport riusciamo a far maturare e a far integrare i nostri ragazzi nella società civile e a fornirgli i mezzi per una propria emancipazione.
Al di la dell’atleta dobbiamo pensare alla persona e alla messa in evidenza di tutto il suo potenziale”.
Così Luca Pancalli, Presidente nazionale del Comitato Italiano Paralimpico, ha spiegato in poche ma suggestive parole alla nutrita platea del teatro Savoia di Campobasso cosa voglia dire per un disabile avere l’opportunità concreta di praticare una disciplina sportiva.
“Lo sport paralimpico con gli anni si è trasformato nel vero welfare italiano. Lo sport apporta benefici per chiunque, nessuno escluso, normodotati e diversamente abili, ma noi disabili siamo l’esempio più lampante di quanto lo sport possa abbattere i costi, per esempio, della sanità italiana. Lo sport ha per sua natura una ricaduta positiva su chi si allena giorno dopo giorno sia per ciò che concerne l’integrazione e la socializzazione sia per un approccio più positivo alla vita in tutti i sensi. Lo possono dire con cognizione di causa visto che ho un passato di pentatleta prima dell’incidente e di nuotatore paralimpico poi. Come dirigente sportivo, inoltre, non posso che spronare tutti verso questo sano ed importante obiettivo – ha rimarcato Pancalli -.
Se solo si riuscisse a comprendere l’importanza dello sport, visto non solo come “una perdita di tempo” ma come una parte integrante della cultura di un popolo le cose potrebbero cambiare drasticamente.
Pensate solo se in una scuola si potesse insegnare la geografia, la storia, le caratteristiche culturali di ogni epoca attraverso la storia delle Olimpiadi e paralimpiadi.
Avete mai pensato che attraverso queste grandi manifestazioni sportive si può effettuare una fotografia precisa e dettagliata del momento storico di quel determinato paese in quel determinato periodo?
Visto così lo sport acquisirebbe un significato e un’importanza diversa, più matura, più veritiera – ha concluso Pancalli -”.
La platea del Savoia è stata conquistata in pieno dal discorso del Presidente Pancalli che insieme al grande Andrea Lucchetta e al giornalista del TG2 Claudio Valeri hanno intavolato un dibattito altamente formativo su tematiche di estrema attualità e legate a doppio mandato allo sport come, ad esempio, la candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2024 o i valori profondi che si celano dietro ogni disciplina sportiva.
A tarda sera, poi, si è svolta la consueta premiazione dei migliori atleti molisani che ha visto nuovamente protagonisti assoluti gli atleti paralimpici.
Ad aggiudicarsi il titolo di migliore atleta paralimpica del 2015 è stata Lorena Ziccardi titolare della Nazionale maggiore femminile di basket in carrozzina
e giocatrice della Fly Sport Inail Molise Termoli nel campionato nazionale di serie B, girone D.
Il momento clou, però, si è avuto quando è stato assegnato il titolo più ambito: quello dello Sportivo 2015.
Ad ottenere il più importante riconoscimento della III Giornata dello Sport Regione Molise è stato Pompeo Barbieri di San Giuliano di Puglia portacolori della Hidro Sport Campobasso
grazie ai due titoli italiani conquistati proprio nell’arco del 2015 sia nei 100 sia nei 50 stile libero.
Al di la della premiazione di un atleta di razza che si può fregiare di un doppio titolo di Campione d’Italia
con questo riconoscimento si è voluto dare il giusto e meritato riscontro ad un ragazzo, ad un uomo, che ha affrontato la vita come lo sport sempre a viso aperto senza avere mai paura delle difficoltà.
“Il mio motto è non mollare mai! Non c’è ostacolo, sia nella vita sia nello sport, che non si possa superare. L’importante è impegnarsi al massimo e con tutto se stesso – ha dichiarato Barbieri -”.
Pompeo è una persona completa sotto ogni punto di vista: è un fuoriclasse nel nuoto, è uno studente universitario modello ed è impegnato in prima persona anche nel sociale dove con alcuni amici ha creato un’associazione, Pietre Vive, che raggruppa i ragazzi sopravvissuti al crollo della scuola Jovine di San Giuliano di Puglia e che si sta impegnando per aiutare chi è stato meno fortunato nella vita di tutti i giorni.