Fitwalking

Di Sofia Guidetti

Per La Giornata Mondiale del Diabete 2011

I maggiori centri per la cura del Diabete in Italia, in collaborazione con Abbott, promuovono l’iniziativa Diabete e Fitwalking “Freedom League” per mettere in moto la salute.

Sabato 12 e domenica 13 novembre, nelle piazze e nei parchi di alcune città, in occasione della Giornata Mondiale del Diabete, trainer specializzati, addestrati dal campione Olimpionico di marcia Maurizio Damilano, guideranno tutti coloro che vorranno scoprire l’arte e la tecnica del fitwalking terapeutico all’aria aperta per migliorare la salute, il benessere e la qualità della vita.
Un’attività rivolta non solo ai diabetici.

L’attività fisica come terapia per ottenere un miglior controllo di glicemia, peso corporeo, colesterolo, pressione e contrastare depressione, ansia e disfunzione erettile.

(Per maggiori info su piazze, parchi e orari, visita il sito www.diabeteitalia.it ).

L’iniziativa é promossa da Abbott Diabetes Care, si inserisce nel progetto più ampio chiamato “Freedom League” al quale partecipano oltre 50 centri italiani per la cura del diabete e vede coinvolti circa mille persone con diabete.

I pazienti sono seguiti per 2 mesi con due incontri alla settimana da istruttori specializzati in Fitwalking affinché possano apprendere la tecnica per ottenere la massima efficacia di consumo energetico con il minimo sforzo muscolare.
Inoltre, i partecipanti imparano ad aderire al programma e, con l’ausilio di tutto il team del centro, ad abbracciare uno stile di vita sano per una migliore qualità della vita.

“Freedom League” mira ad offrire alle persone con diabete un programma facile da seguire, che tenga conto delle necessità di efficacia e sicurezza, attraverso strategie
specifiche.
Riveste particolare importanza, il monitoraggio del livello glicemico, prima e dopo lo sforzo fisico (durante l’attività solo se la durata supera l’ora) e della chetonemia, laddove suggerito.
Ciò contribuisce a sviluppare nella persona con diabete la consapevolezza dell’importanza dell’autocontrollo, toccando con mano il graduale decremento della glicemia dopo l’esercizio fisico, senza andare incontro a crisi ipoglicemiche.

La persona, pertanto, impara ad autogestirsi ed a controllare meglio la condizione di diabete, ad aderire maggiormente alla terapia farmacologica, a riconoscere i propri comportamenti ed atteggiamenti verso il cibo, con l’obiettivo di modificare il proprio stile di vita attraverso una dieta equilibrata e un’attività fisica regolare.

Nelle persone con diabete di tipo 1 o di tipo 2 insulino-trattate, l’automonitoraggio diventa la guida essenziale per adeguare l’apporto di carboidrati e la dose di insulina in funzione del dispendio energetico in termini di attività fisica.
Permette, inoltre, di tenere conto dell’intensità e della durata dello sforzo e del tempo intercorso fra l’ultima iniezione di insulina e l’inizio dell’attività.

L’autocontrollo della glicemia che è utile proseguire anche dopo molte ore dal termine dell’esercizio fisico, rappresenta la strada maestra che suggerisce il corretto comportamento da seguire.

Prima di svolgere una qualsiasi attività fisica la persona con diabete deve conoscere la propria glicemia di partenza e, se necessario, la chetonemia (per valori glicemici > 250 mg/dl circa) in modo da apportare le variazioni raccomandate (rimandare per chetonemia > 0.6 mmol/L oppure in presenza di iperglicemia ma in assenza di chetonemia evitare sforzi fisici intensi e di breve durata) o supportare con integrazioni alimentari e di glicidi per la prevenzione dell’ipoglicemia.

Ai fini terapeutici uno strumento molto utile è il confronto e la correlazione dello sforzo eseguito con le glicemie ottenute, soprattutto l’analisi dell’andamento glicemico (e se possibile l’andamento pressorio) prima e dopo l’attività fisica.
In tal modo, il medico diabetologo potrà eventualmente apportare le modifiche necessarie alla terapia e contribuire al miglioramento della qualità della vita della persona con diabete insulinotrattato.

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