Di Matteo Renzi
Buon anno a tutti!
Il 2016 si annuncia molto complicato a livello internazionale. Le notizie di questi primi giorni ci consegnano un quadro globale frastagliato e con tensioni diffuse, anche vicino a casa nostra. L’Italia c’è e farà la sua parte, con la professionalità delle proprie donne e dei propri uomini e insieme all’impegno degli alleati. Sarà un anno – tra l’altro – che si chiuderà con le elezioni presidenziali negli Stati Uniti che dovranno individuare il successore di Obama, eredità molto rilevante. Qui il video, molto bello, di uno dei discorsi più difficili e più belli di Obama, quello sulle armi qualche giorno fa alla Casa Bianca
In casa nostra, intanto, la disoccupazione continua a scendere. Quando siamo arrivati al governo, era al 13,2%. Adesso i disoccupati diminuiscono e – secondo i dati Istat di ieri – ci assestiamo all’11,3%. Mi sembra un progresso molto significativo frutto del JobsAct che pure era stato tanto criticato: le riforme, se fatte bene, servono e questi dati sono un’ulteriore conferma.
Per i risultati del 2015 segnalo il link alla tradizionale conferenza stampa di fine anno. A questo link trovate le slide che ho presentato (con i gufi che tanta attenzione hanno suscitato: se i media dedicassero ai risultati ottenuti dal Governo anche solo la metà dello spazio che impiegano per analizzare sociologicamente l’utilizzo dei gufi nella mia comunicazione sarebbe fantastico!)
Mi colpisce molto come per alcuni commentatori i buoni risultati dell’economia italiana dell’anno appena trascorso non dipendano dal Governo, ma da fattori esterni quali il calo del petrolio o gli interventi della BCE. Ne abbiamo già parlato in passato. Ma giusto perché restino agli atti i numeri, ecco un piccolo dato: confrontiamo lo spread italiano e spagnolo rispetto a quello tedesco sui BTP e BONOS decennali
Il 31 dicembre del 2014, spread Spagna 100, spread Italia 128
Il 31 dicembre del 2015, spread Spagna 117, spread Italia 96
Eppure entrambi i Paesi avevano gli stessi “fattori esterni”, a cominciare da BCE e petrolio. Ma l’Italia oggi è più stabile politicamente e ha fatto le riforme a lungo rinviate, dunque è più credibile. Se tutto dipendesse dai fattori esterni il rapporto Spagna-Italia sarebbe sempre lo stesso
La riapertura dei lavori parlamentari ci proietterà subito in pista su alcune partite di grande importanza. Mi limito a segnalarne dieci, tra le tante di cui leggete poco o niente sui media tradizionali, ma che non per questo sono meno importanti. Anzi!
1. Lunedì 11 gennaio la Camera vota la 4° lettura delle riforme costituzionali. Poi toccherà al Senato e nel mese di aprile il voto finale ancora della Camera. Quindi – ragionevolmente – a ottobre il referendum finale. Saranno semplicemente gli italiani, e nessun altro, a decidere se il nostro progetto va bene o no.
2. Mercoledì 13 gennaio presenteremo insieme al ministro Martina alcune iniziative molto significative sul settore agro-alimentare che è uno dei settori su cui stiamo investendo di più, sia sull’export, che sull’abbassamento della pressione fiscale. Il mondo vuole più prodotti di qualità, vuole più prodotti italiani. Possiamo e dobbiamo trasformare questa richiesta in posti di lavoro, iniziative imprenditoriali anche giovanili, battaglie per affermare valori e stili di vita.
3. Venerdì 15 gennaio il Consiglio dei Ministri affronta i primi decreti legislativi sulla riforma della Pubblica Amministrazione. Un’Italia più semplice, con tempi più rapidi per le conferenze dei servizi, con i corpi di polizia che passano da cinque a quattro, con meno aziende partecipate nei comuni e nello Stato, con un investimento significativo in innovazione e digitale.
4. Sabato 16 col ministro Franceschini e col ministro Pinotti saremo a Caserta dove uno dei gioielli più incredibili del nostro Paese volta pagina, con nuovi spazi messi a disposizione del circuito museale e della fruizione culturale dei cittadini.
5. Nella stessa settimana licenziamo il Codice Appalti, altro tassello finalizzato a rendere più facile lavorare in Italia. E del resto l’abolizione dell’IMU e Tasi sulla prima casa aiuteranno la ripartenza dell’edilizia e delle costruzioni solo se sarà più semplice la procedura amministrativa e se – allo stesso tempo – si investirà nella sostenibilità e nell’efficienza energetica.
6. Nella settimana successiva presenteremo insieme al Ministro Orlando i dati, davvero molto buoni, sulle partite aperte nel governo della giustizia (riduzione tempi, riduzione arretrati e pendenze, semplificazione telematica fortissima) e la proposta del Governo sulla riforma del diritto fallimentare. Un piccolo passo in avanti ma decisivo nella trasformazione della cultura d’azienda italiana.
7. E martedì 19 gennaio il Governo va alla Camera sulla base dell’ennesima mozione di sfiducia presentata dalle opposizioni. Mi presenterò personalmente a Montecitorio per illustrare nel dettaglio che cosa abbiamo fatto sino ad oggi e cosa intendiamo fare. Una mozione di sfiducia è un atto molto impegnativo e solenne: per rispetto ai deputati e ai cittadini parleremo con molta chiarezza e determinazione.
8. Giovedì 21 insieme al presidente Malagò, saremo a Losanna, alla sede del CIO. L’Italia sta investendo molto sullo sport, sugli impianti sportivi, sulle periferie. Ma punta anche a vincere la sfida olimpica di Roma 2024. Non sarà facile perché abbiamo avversari tosti, a cominciare da Parigi. Ma l’idea che l’Italia torni a pensare in grande e non rinunci più ai propri sogni – come accadde qualche anno fa, proprio con Roma – è per me un valore da difendere.
9. Venerdì 22 il PD riunirà la propria direzione con all’ordine del giorno la situazione politica e parlamentare ma soprattutto le elezioni amministrative del prossimo giugno. E una bellissima iniziativa sulla formazione politica che coinvolgerà 300 giovani italiani under 35 e che prenderà il via venerdì 29 gennaio a Roma
10. In questa settimana annunceremo anche un paio di progetti di grande importanza che alcuni player economici globali hanno intenzione di realizzare in Italia. La rinnovata solidità del Paese sta richiamando molti investitori. il meglio deve ancora venire
Pensierino della sera.
Ho letto molte polemiche sul rapporto tra Italia e istituzioni Europee. Leggo dotte dissertazioni sulla possibile rottura con Bruxelles. Vorrei essere molto chiaro. In questo momento l’Europa deve affrontare la crisi migranti, lo stallo delle elezioni spagnole, le tensioni per le nuove leggi polacche, il referendum inglese, il post-emergenza greco, l’ondata populista lepenista in Francia, e molti altri problemi. Davvero pensiamo che il problema sia lo 0,1% di flessibilità italiana in più o in meno? Non scherziamo, amici. L’Italia non va in Europa a battere i pugni sul tavolo: al massimo alza la mano, e fa qualche domanda. Chiedendo, in buona sostanza, se le regole valgono per tutti. Dalla politica energetica agli aiuti di stato, noi chiediamo regole uguali per tutti. Solo questo. E lo facciamo sapendo che all’Italia si deve rispetto. Come a tutti gli altri Paesi, naturalmente. Ma talvolta è parte della classe dirigente italiana a fingere di non ricordarsi che noi siamo l’Italia. E chiediamo rispetto, solo questo.
Un sorriso,
Matteo
Post-Scriptum. Quando ti capita di inaugurare opere che hai seguito a lungo – come per esempio la Variante di Valico su cui ricordo interminabili riunioni ai tempi in cui ero presidente della provincia – sei sempre particolarmente emozionato. Mi è accaduto di nuovo qualche giorno fa quando sono andato insieme al Sindaco di Firenze a visitare il teatro Niccolini, appena restaurato. Si tratta di uno storico teatro fiorentino, il più antico d’Europa insieme alla Pergola, che era chiuso da qualche decennio. Fin dal giorno della pedonalizzazione di piazza del Duomo (il Niccolini è proprio lì dietro) avevo indicato la riapertura di questo prezioso scrigno di cultura come un obiettivo strategico. Ci abbiamo lavorato a lungo e finalmente grazie a Mauro Pagliai, l’impresa è diventata realtà ieri. Mi emoziona pensare che mentre in tante parti del mondo si pensa a blindarsi l’Italia possa vivere il 2016 inaugurando teatri, biblioteche, asili, scuole. Perché alla fine, davvero, solo la bellezza salverà il mondo. Auguri!