Di Maria Stella Rossi
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In nome del vino, è un titolo che condensa e racchiude in sé il perché e lo svolgersi di un incontro e di una collaborazione narrativa tra una affermata scrittrice Gioconda Marinelli e un viticoltore-architetto Antonio Valerio. Ma si potrebbe anche dire in nome della cultura e dell’attenzione-passione per il proprio territorio di appartenenza perché questa è la motivazione portante della pubblicazione del libro, edita da Homo Scrivens, che verrà presentata il prossimo dieci dicembre nelle Cantine Campi Valerio, dalle ore diciassette.
Una storia che intreccia, sul filo della narrazione tra il reale e l’immaginario, i destini dei protagonisti del romanzo con riferimenti costanti a quanto i luoghi custodiscono in traccia o in segni evidenti, quindi le storie di un Molise importante, dai Sanniti alle realtà artistiche e tradizionali, ma anche, se non soprattutto, l’attenzione ammirata per la ruralità di un territorio che si esprime compiutamente proprio in quella che è la sua anima autentica e forte. Allora storie vere e leggenda si abbracciano come i pampini di una vite vetusta ai rami centenari di ulivi, guardiani silenziosi e prodighi dei campi. E’ sempre il territorio a ispirare i nomi dei vini Pentro, Calidio, Fannia, Sannazzaro, Opalia e degli spumanti Lare ed Ops nella realtà dei Campi Valerio ma anche nella storia-favola del libro nel quale i vigneti e gli uliveti diventano idealmente altri protagonisti principali, intorno ad essi e con essi si sviluppa la trama narrativa che racconta di avvenimenti e di luoghi a partire dagli inizi del Novecento sino ai nostri giorni. Leggendo più a fondo tra le righe del volume si potrebbe ben dire che è una storia che non ha limiti temporali perché tratta delle vicende del passato ma sempre attuali che fanno parte della vita del singolo e di tutti soprattutto nei sentimenti, nei valori, nei desideri, nelle aspirazioni che appartengono alla sfera della collettività umana. Anche una vite piange, proprio quando ritornano i tepori della primavera, lì dove la mano dell’uomo ha effettuato la potatura, ma quelle gocce acquose simili a lacrime sono segno di una rinascita che alterna i rigori dell’inverno alle dolcezze marzaiole. Gli elementi della natura, i paesaggi, le piante, sono anch’essi espressione della vicenda umana e sociale di un popolo, quello molisano, che si dispiega nel tempo remoto e nell’attuale con melodie di zampogne, suoni argentei di campane, con riti religiosi e pagani, tramite le evidenze artistiche e architettoniche affioranti in paesaggi in gran parte ancora immuni da guasti e brutture di abbandono e di inquinamento. Allora questo volume potrebbe diventare anche uno strumento propizio nelle mani di ragazzi, di genitori e nonni e di quanti desiderano continuare il senso dell’appartenenza ad una precisa identità locale, per non spezzare quel filo, per ora divenuto piuttosto labile e precario, con il passato e con quanto di esso va custodito e di nuovo reinterpretato nella contemporaneità.
Nella serata di presentazione Gioconda Marinelli, Antonio Valerio con Maria Stella Rossi, che tesserà la trama della conversazione/considerazione sul volume, con la presenza di ospiti quali la giovane attrice Chiara Iannaccone, formatasi alla Scuola di Recitazione di Bojano- Compagnia Stabile del Molise ( diretta da Paola Cerimele e Raffaello Lombardi), e Pasquale Marinelli, noto fonditore di campane e interprete di pièce teatrali e musical, insieme daranno vita e significato ad un evento che già nel luogo che lo ospita indica la chiave di lettura e la sua connotazione culturale/ territoriale.