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E’ Guerra O Videogioco?

Di Vittorio Venditti

Ci Risiamo E Stavolta Non Sembra Nemmeno Uno Scherzo!

Tour Eiffel

Circa dieci mesi fa, fui costretto ad iniziare il discorso e ne scrissi qui, credendo che la cosa fosse circoscritta alla satira mal digerita da chi vive in tutt’altra cultura; oggi devo tornare a dire la mia, non allineandomi al disquisire generale che pervade in questi giorni il mondo occidentale e non solo: Se è guerra, che guerra sia.

Ascoltando ciò che ci viene detto in tutte le salse, sentiamo che oggi è giorno di gran lutto, quasi l’apocalisse: così è accaduto anche all’inizio di questo duemilaquindici e poi, a riflettori spenti, tutto è tornato nella più nera normalità. Oggi si parla di vile attentato e di vigliacche azioni terroristiche, non tenendo conto del fatto che chi adesso è stato colpito, da secoli lo fa con gente che magari in questi giorni in Siria o in Iraq, preferirebbe passare il venerdì sera al ristorante, al bar o al teatro a godersi quanto offre la cultura locale. Oggi si dice che la Francia è stata colpita e che ci sono state tante vittime innocenti; purtroppo è vero, ma mi chiedo che colpa hanno i civili siriani, iracheni, afgani o africani in genere, derubati della loro libertà di vivere per colpa di giochi più grandi di loro, magari condotti da chi poi manda a dire che bisogna vivere in pace e povertà, mentre i suoi colleghi sguazzano nello sfarzo più schifoso e magari hanno anche le mani in pasta nella gestione delle altrui disgrazie.

Intendiamoci: non sto assolutamente dicendo che sia giusto sparare a Parigi piuttosto che a Roma, Londra o New York; ritengo solo che bisognerebbe evitare di farlo anche nei luoghi che vengono considerati di terzo o quarto mondo o nei posti dove vanno a sparare quelli che… “tanto non è casa mia!”; a queste carogne, (che per altro non vengono mai colpite dagli attentati o atti di guerra che dir si voglia), sarà bene ricordare che trasformare il mondo in un immenso campo profughi, se in apparenza dà danaro ai pochi, in realtà crea le condizioni per le quali chi non ha più nulla da perdere, pur di contare almeno per un secondo, dà la propria vita, ritenuta ormai del tutto inutile e con ciò la toglie anche a chi, magari una sera di novembre, avrebbe voluto solo cenare con i propri amici, bere qualcosa al bar o guardare un concerto a teatro.