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“FRANCESCA”: SEI TUTTI NOI!

Di Vittorio Venditti
(Collaborazione), Di Emilio Lanese E Mario Ricca

Chi Scrive C’E’ Passato!

Far trascorrere qualche giorno, in questi casi, per te che sei persona intelligente, dovrebbe voler dire evitare inutili sciacallaggi e strumentalizzazioni di notizie che nel duemilaquindici non dovrebbero venir neppure pensate come apocalittica punizione.

Invece siamo da capo a dodici.

Passi che in certe “opere Pie” si arrivino a patire violenze come quella che quarant’anni fa, (l’altro ieri, giorno dei morti e dei mortacci di quei bastardi, è stato l’anniversario), mi ha visto perdere quel poco di vista conquistata con innumerevoli interventi a carattere sperimentale e si dica che è retaggio del passato il mio tentativo di non ingresso all’allora istituto magistrale “Regina Elena” di Campobasso, (perché cieco), negazione risolta in positivo grazie all’intervento del compianto Antonio Macchiarola, (Totonn) e del per fortuna ancora vivo professor Gabriele Rago, poi mio insegnante di matematica presso la scuola appena citata, (vedrai a seguire quanto quest’ultima cosa sia importante); ciò che non dovrebbe venir nemmeno pensato, è che cose che risalgono a tempi da considerare ormai storici, si ripropongano oggi, in nome del progresso e della Buona Scuola: Disabile e malata di Aids bimba di 11 anni rifiutata dalla scuola. Sì, parliamo di buona scuola e magari poi c’è gente che mi chiede conto del perché la scuola m’interessi: le tante risposte già date in passato, la dovrebbero dire lunga sul fatto che potrei tranquillamente non scrivere ed ignorare il benpensante di turno e qualche concittadino che crede ancora di poter gestire l’educazione dei nostri futuri adulti secondo metodi che si sono dimostrati deleteri per gli studenti di prima e che ora lo sono per coloro che non possono più approfittare del loro effimero potere costruito sulle spalle di chi era e resta ignorante, per forza o per scelta.

Condannato dunque senza appello il modus operandi di burocretini da tre soldi che ora verranno rigorosamente lasciati al loro posto di mangiatoia, vado a prenderli in giro, ricordando quanto mi ha insegnato come valore umanistico , in primis Totonn, con il suo disquisire ad esempio sulla nostra tradizione per antonomasia, poi, cosa non certo secondaria, l’educazione scientifica che mi è stata impartita per scommessa dal professor Rago, cosa che ritrovo nell’articolo che segue: Il problema matematico che divide il web: perché 5×3 non è uguale a 5+5+5?, scritto fornitomi dal mio amico, il Giornalista Emilio Lanese che ringrazio di cuore. Oggi siamo ancora a parlare di una scuola che è talmente “buona” da potersi permettere certi “errori”, (Un Cappuccetto Rosso in versione erotica ?finisce in 300 scuole per errore, fatto così commentato da Mario: “La cosa grave è che ci è finito per errore!”), scuola che però, in nome del suo esser professionale, non riesce a mettersi in discussione, scommettendo su sé stessa se sia in grado di Insegnare a vivere ad una bambina che per tante ragioni non è al passo con i compagni della sua età.

A proposito del futuro di “Francesca” poi, voglio aggiungere qualcosa che spero non le capiti: Il ricevere aiuto da chi poi ne chiederà conto con interessi da strozzino. Nell’articolo che ho preso a pretesto per questa farneticazione infatti, si dice che si sia mosso il locale vescovo; a suo tempo, si mossero anche in mio favore, senza per altro il mio consenso. Allora, in molti si presero la briga di aiutarmi nello svolgimento di compiti e quant’altro fosse necessario per conseguire i risultati poi alla vista di tutti. E’ capitato che c’è stato qualcuno che si è permesso di rinfacciarmi il proprio lavoro per me ed io sono stato costretto ad applicare in pratica quanto imparato dall’educazione cattolica ricevuta, modus vivendi per il quale “tutti sono utili, nessuno è indispensabile”, liberandomi dalla piovra insistente che solo oggi non può più toccarmi. Spero che ciò non capiti a quella bambina, soprattutto perché in quella terra ove lei vive si definirebbe la cosa “Normale” e da custodire in “religioso silenzio”.

Dio, da a lei la forza di saper vivere senza lacci: Te ne prego!