Di Vittorio Venditti
(Foto), Di Salvatore Di Maria E Antonio Venditti
E Poi Non Dite Che Non Sapevate Niente!
Passato il fastidio delle feste, siano esse commerciali che religiose, torniamo al fastidio che ti do io quotidianamente con le mie chiacchiere.
Ecco un’altra battaglia che, dal lontano otto luglio duemila due, sto portando avanti contro il sistema catastale in generale, ma, nello specifico, contro il municipio di Gambatesa, qualunque sia l’amministrazione che lo governi.
Da prima, la casa che ti mostro in foto, era già stata lasciata in stato di abbandono dai suoi numerosi proprietari.
Poi, visto che l’immobile oggetto dell’odierno farneticare cominciava a perdere pezzi, in maniera totalmente interessata, ho pensato d’interpellare l’allora amministrazione municipale, capitanata da Luigi Antonio Di Renzo, (detto Gigino), ovviamente a mezzo lettera ufficiale, visti i rapporti non certo idilliaci, che mi legavano a tale amministrazione.
diffida al municipio, del 8 luglio 2002
Quell’otto luglio, con una vecchia Polaroid, analogica ma istantanea, ho costretto mio fratello Tonino a fare le foto che, dopo aver scannerizzate, ti posso presentare, scusandomi per la cattiva qualità.
foto della casa in stato di abbandono
Non avendo avuta soddisfazione dalla precedente richiesta, contattato uno dei miei avvocati, in data sedici marzo duemila quattro, (qualche mese prima delle elezioni, da cui quell’amministrazione risulterà sconfitta), avvio un’azione di diffida avversa al municipio, allo scopo di cautelare la mia famiglia, da eventuali crolli più che probabili.
Circa un mese prima però, acquisisco i certificati anagrafici dei proprietari dell’edificio in questione, certificati che, per dovere di cronaca, porto alla tua conoscenza.
certificati anagrafici dei proprietari, del 20 febbraio 2004
Quanto fatto, sia pur sotto elezione, ha portato il Sindaco di allora, a prendere il provvedimento, consistito nell’abbattimento di quanto di pericolante sporgeva sul vicolo in cui è sita anche l’abitazione di mio fratello.
A margine, devo raccontarti quant’è potente la vigliacca omertà dei gambatesani.
Domenica ventitré ottobre ultimo scorso, preparando il tour sulle strade prossime a Gambatesa, di cui ti ho precedentemente parlato, è venuto fuori anche l’argomento in tema.
Nel gruppo di discussione, suo malgrado, si è trovato anche Salvatore Amorosa, (detto il socio), durante il periodo di cui sopra consigliere municipale di maggioranza, e successivamente assunto a tempo indeterminato, proprio presso il nostro municipio.
Non dico ciò per far polemica, (dovrei farci un apposito articolo, ed insultare per bene buona parte dei dipendenti municipali attuali e o in pensione), lo dico, visto quanto segue.
Nell’esporre il problema delle costruzioni in abbandono, e dei danni che queste hanno via via creato in varie località della nostra bell’Italia, il Nostro Socio, ha voluto rivendicare qualcosa che, stranamente, non era a mia conoscenza.
Stando alle sue parole, sembrerebbe che durante l’amministrazione Di Renzo, chi ci governava, si fosse posto il problema, provando a risolverlo.
Salvatore, ha testualmente detto che si era deliberato in merito, ma che poi, con il cambio di amministrazione, i nuovi arrivati avevano abbandonato il progetto al proprio destino.
Mai notizia più succulenta!
Senza pensarci due volte, chiedo al Amorosa di fornirmi i documenti in questione, in maniera da risvegliare l’interesse per questo tema e cosa non di poco conto, di averli di prima mano da chi ha dichiarato di aver legiferato in merito.
Ecco la mia costernazione ed il mio ribrezzo:
Mi sono sentito rispondere, (ed ho i testimoni di ciò):
“Mi dispiace, ma devi andarteli a cercare tu quei documenti; io sono un dipendente comunale”.
Come se un dipendente comunale non avesse gli stessi diritti-doveri di tutti;
Come se un dipendente comunale non potesse intervenire per il bene di tutti;
Come se un dipendente comunale avesse le mani tagliate…
Lascio alla tua intelligenza ogni considerazione in merito.
Con il cambio dell’amministrazione, avvenuto nel duemila quattro, due mesi dopo quanto sopra esposto:
Tutto è cambiato?
Magari!!!
L’unica cosa da mettere in risalto, è che nel frattempo, alcuni dei proprietari che ancora usufruivano dell’immobile in questione, hanno abbandonato le loro stanze, portando via le proprie masserizie.
Per disimpegno nella proprietà, o, più verosimilmente, per paura del deterioramento che, nel frattempo avanzava inesorabile.
Oggi, questo è lo stato dell’edificio, esaminato da un punto di vista superficiale.
In un precedente articolo, ho invitato i carabinieri di Gambatesa a convocarmi per ricevere i documenti che, non richiesti, oggi ho pubblicato.
In paese, visto il cambio del comandante di stazione, si va dicendo che il nuovo Maresciallo sia “Cattivo”.
Bene sarebbe se:
1°: Nulla di simile a quanto accaduto meno di un mese fa a Barletta, portasse Gambatesa agli onori della cronaca;
2°: Che se ciò proprio dovesse succedere, il buon Dio prenda me fra le sue Eterne Braccia.
Non dovesse essere eventualmente esaudita questa ultima mia richiesta, pur in presenza dell’eventualità esposta nel punto uno, il nostro nuovo Maresciallo, è bene che sappia che avrà trovato pane per i suoi denti, e che sappia di avere di fronte molto, ma veramente molto lavoro da fare, inteso come la difesa di tutti coloro che riterrò responsabili di quanto sarà accaduto, soprattutto se dovesse, in qualsiasi modo, essere coinvolta la mia famiglia.
Parlo di difesa armata, perché è con le armi che verrà attaccato,
Lui e chiunque avesse la malsana idea di tentare di fermare chi, nel frattempo è stato da me preposto alla bisogna.
Va da sé, che fra i responsabili, sicuramente inserirò chi, per ragioni del proprio stato o ufficio, non ha agito in maniera preventiva, quindi, anche i carabinieri.
Il reato di minaccia è tale;
Il reato di promessa non esiste.
Io, come ho detto spesso, non sono un politico e se prometto, mantengo i miei impegni, a qualsiasi costo;
Io, come ho detto spesso, sono già stato più volte danneggiato dalla negligenza e dal lassismo di uno stato che, come scrisse il Grande Fabrizio De André,
“Si costerna, S’indigna, Simpegna, poi getta la spugna con gran dignità”.
Prima non mi era possibile;
Ora sono adeguatamente pronto a reagire.
E il rispetto del quieto buon vivere?
Bè! In questo caso, vale il ritornello di una canzone del 1919, rinnovata nel 1937, che reccita come segue:
“Me ne frego, non so se ben mi spiego;
Me ne frego, fò quel che piace a me”.
Ma nella maniera più radicale e definitiva.
Anche perché avendo già sfidata la buona sorte due volte, non vorrei che nel terzo caso, la buona sorte stessa si spazientisca e agisca in maniera totalmente opposta a quanto accaduto in precedenza.
Ciò, anche per dare un senso alle migliaia di euro spesi per l’acquisizione di una difesa che, come a tutti i cittadini, mi sarebbe stata dovuta fornire gratuitamente dallo Stato, a cui, volente o nolente, anche per questo pago i tributi.
Per chiudere quindi:
Considerato che in Italia le leggi si fanno per tutti, poi s’interpretano per alcuni, (normalmente amici e parenti), faccio appello a quel po’ di coraggio che, a volte, anche solerti e burocrati magistrati potrebbero avere:
Prevenire è meglio che curare.
Così, qualche anno fa, lo spot pubblicitario di un dentifricio invitava all’acquisto del prodotto in questione.
Prevenire è meglio che curare.
Così, oggi io abbaio alla luna.
Sperando con ciò, di evitare il rinnovamento forzato dei poteri dello Stato.