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IL MOLISE CHE NON MI STUPISCE. La Chiudiamo Qui E Torniamo Nella Primaria Libertà

Di Vittorio Venditti

Purtroppo: Solo La Chiusura Di Una Rubrica

Con oggi, abbiamo visto il termine della rubrica di retrospettiva di Stefano Venditti, dal titolo “il Molise che ti stupisce”, iniziata lo scorso quattro dicembre, settimanale che ci ha voluto mostrare quanto di meglio il mio collaboratore è riuscito a trovare nella nostra regione, tesori spesso dimenticati perché “l’erba del vicino è sempre più buona” ed in molti, di quell’erba, si sono fatti. Lo scorso trenta aprile poi, ho iniziata quest’altra rubrica, che ha messo in chiaro le brutture di Gambatesa, in molti sensi; non che ce ne fosse bisogno, non che se ne sentirà la mancanza: finché scriverò, avrai tanto da leggere; chiudo anche questo contraltare per fare un punto della situazione, così come segue.

Per via del fatto che solo di questo si discuteva in paese, in questa rubrica abbiamo farneticato quasi sempre d’immondizia e fatti affini che sono arrivati nei giorni scorsi al limite della denuncia penale, fatto che ho rimesso nelle mani del vicesindaco Marco Abiuso, il quale, (pare e dico pare), con una delle azioni che gli si addice, ha risolto tutto senza che io, anziché scriverne solo su quest’inutile sito, (mostrando ovviamente le foto in questione), arrivassi a far tenere in mente Natale ad un padre di famiglia, inutile e bastardo, ma pur sempre un padre di famiglia; ho avuto modo di scrivere e descrivere quanto serva certa gente, impiegata inutilmente presso il nostro municipio e bypassata in caso di necessità serie, mediante l’uso dei carabinieri che ringrazio ancora di esistere… Una cosa però non l’ho ben rimarcata in tutti questi anni di tedio: la subcultura che impera nel nostro borgo e che colpisce purtroppo anche molti giovani, tali solo d’età, più vecchi dei peggiori vecchi che ancora non hanno avuto il buon gusto di morire. Mi riferisco a quella strana forma di segreta simpatia che ogni tanto colpisce anche quest’inutile sito; capita infatti che dopo aver farneticato di qualcosa che è risultata sacrosanta verità, io ed altri miei collaboratori, veniamo presi di mira da chi, in maniera anonima, per dirci in silenzio che abbiamo ragione d’agire, ci offre attenzioni che per la verità non sono richieste anche se poi non vengono rifiutate per buona educazione. Ultimamente ad esempio, è capitato di ricevere l’offerta di una birra, a seguito di una nostra positiva farneticazione che si riferiva a qualcosa di accaduto in paese, cose che ci sono sinceramente piaciute, cose che vorremmo vedere ogni giorno e che ci piacerebbe proporre come reale vanto delle capacità dei nostri compaesani. Il problema non è però la birra offerta: il guaio sta nel fatto che il barista latore di quanto sopra, mi ha preso in disparte per sussurrarmi il nome del “benefattore”, Persona che lo aveva pregato di riferirmi il suo messaggio di apprezzamento e di ringraziamento per il nostro scritto, oltreché la sua offerta in gran segreto. Capisco la modestia dei Grandi e chi ci ha offerta quella birra è davvero un Grande nel suo campo oltreché nella buona educazione che lo contraddistingue, ma noi siamo abituati a vivere e battagliare alla luce del sole e sinceramente l’atteggiamento descritto mi ha dato un po’ fastidio.

Dunque, se andiamo a leggere quanto scriviamo su questi siti, (escludo fessbook per le ragioni più volte descritte), troviamo che si parla e si sparla, nel bene e nel male, di fatti spesso materiali, dimenticando che alla base di ogni azione esiste una cultura che nel duemilaquindici non dovrebbe prevedere più alcuna forma di omertà e nascondimento, ragioni che se sono utili a chi insegna certe catechesi per nascondere poi inconfessabili interessi, risultano assolutamente deleteri per chi, aiutato solo dal proprio lavoro, desidera vivere la propria vita in piena trasparenza e senza venir relegato ingiustamente per proteggere o contribuire agli inconfessabili interessi ben nascosti da certi “insegnanti”.

Il Molise che non mi stupisce, dunque, resta questo e Gambatesa ne è la becera capitale, purtroppo, visto l’andazzo, ancora ben impiantata e sicuramente inestirpabile; A me dispiace che in tutto questo, come già detto molte volte, i giovani la fanno da padroni e non si rendono conto che certe “libertà di fare ciò che viene loro imposto”, sono solo la più moderna ed infernale forma di schiavitù, dalla quale, per mia fortuna e per grazia del vero Dio, sono riuscito ad emanciparmi.