Di Vittorio Venditti
Quando, I Nostri Soldi Saranno Veramente Nostri?
Oggi intendo riprendere un argomento che se per ora non mi tocca nemmeno lontanamente e domani mi riguarderà ancor meno atteso che io preferisca vivere comunque là dove Dio mi ha permesso di nascere, m’interessa dal punto di vista del principio che regola la proprietà personale e di conseguenza la libertà d’azione di ogni individuo.
Boeri: “Raddoppiati pensionati che emigrano, troppi assegni pagati a chi vive e versa tasse all’estero”. E’ quanto si poteva leggere qualche giorno fa a proposito dell’arrangiarsi tutto italico, in momenti nei quali, chi può e vuole, magari a proprio rischio e pericolo, decide di andare a vivere all’estero, forte dei proventi di ciò che nella vita lavorativa ha versato a titolo di contributi. Oggi l’INPS, in rappresentanza di uno Stato che raschia il fondo del barile peggio di quanto facciamo noi il martedì, vorrebbe imporre a chi è proprietario del suo danaro di “cambiar verso” alle proprie decisioni di sopravvivenza o di vita migliore, paventando problemi di coscienza. In sostanza, questi geni della truffa, vorrebbero far passare per ladri e profittatori coloro che, preso ciò che è loro, decidono di goderne i benefici al di là della frontiera, magari guadagnando ciò che nella parte di vita precedente hanno perso, in nome dell’italianità.
Come detto, io non mi muoverò da Gambatesa nemmeno se ci fosse la guerra civile e lo farò solo da morto per andare al cimitero e non più in là, tant’è vero che i miei progetti sono volti palesemente in tal senso; ma perché non giustificare chi, non rubando niente perché ciò che ha è suo si chiede:
“Quando, I Nostri Soldi Saranno Veramente Nostri?”