Di Stefano Venditti
Il vice presidente Pasquale Iacobucci ha aderito al progetto umanitario dell’associazione Meminos da Bahia del presidente Angelo Ialenti.
Il tennis approderà nelle favelas di Boca come mezzo per allontanare i bambini brasiliani dalle tentazioni della strada
Aiutare i bambini della favelas di Salvador de Bahia attraverso lo sport, allontanandoli così dalla strada e dai suoi pericoli.
Con questo nobile scopo l’associazione Meminos da Bahia del presidente Angelo Ialenti e il vice presidente del Cip Molise, Pasquale Iacobucci, partiranno lunedì mattinata con destinazione Salvador de Bahia.
Grazie al sostegno economico della consigliera per le pari opportunità della Regione Molise, giuditta Lembo, e alla preziosa collaborazione della dirigente della cooperazione internazionale Alberta de Lisio, il progetto umanitario ha potuto concretizzarsi.
La spedizione rimarrà in Brasile fino al prossimo 12 novembre.
Con lo slogan Pari opportunità, un traguardo possibile anche oltreoceano la delegazione molisana tenterà di far attecchire nei pressi della chiesa di San Francesco di Assisi a Boca do Rhio una scuola di tennis che possa aiutare nel concreto i bambini e farli praticare, nel contempo, uno sport sano e lontano dalle malefiche tentazioni della strada.
Un occhio di riguardo, poi, sarà anche dato a tutti quei bambini portatori di handicap ai quali saranno date le medesime opportunità di praticare il tennis uguali a quelle dei normodotati.
Il compito di insegnare il tennis ai bambini delle favelas è stato assegnato al vice presidente delk Cip Molise, Pasquale Iacobucci, che ha aderito con enorme entusiasmo all’iniziativa propostagli dal presidente Angelo Ialenti che da anni si prodiga per i bambini brasiliani.
Attraverso lo sport, e il tennis in particolare, si tenterà di dare un futuro diverso a tanti bambini.
Proprio per questo è già giunto a Boca un carico di materiale umanitario e sportivo da regalare ai numerosi bambini brasiliani.
L’associazione Meninos da Bahia è nata dall’ esperienze vissute da alcuni soci fondatori nella città di Salvador, Stato di Bahia in Brasile.
Visto il degrado, la povertà e la pessima alimentazione che purtroppo ancora esiste in molte favelas, l’associazione, intende promuovere, prima di tutto, i diritti fondamentali dei minori che vivono in condizioni di estrema vulnerabilità e che appartengono a nuclei familiari economicamente svantaggiati; intende, inoltre, reperire fondi e aiuti di altro genere per intervenire sui bambini e donne residenti.
Per fare ciò, l’associazione si è avvalsa della collaborazione delle associazioni locali, religiose e civili.
In Brasile il 33% della popolazione, circa 51 milioni di persone, vive al di sotto della soglia di povertà; di questi, circa 10 milioni, dispone per la sopravvivenza, di un dollaro al giorno.
La disuguaglianza tra le varie categorie sociali è molto evidente sia nelle aree urbane che in quelle rurali e risulta molto più evidente nel Nord Est del paese (Stato di BAHIA).
Nonostante l’impegno dell’attuale governo, con i risultati conseguiti ad oggi, nel Nord Est del Brasile persistono ancora gravi violazioni dei diritti dei minori; infatti molti di essi sono costretti a lavorare dall’età di cinque anni, altri a percorrere la via dello sfruttamento sessuale; i meno fortunati finiscono vittime degli squadroni della morte (16550 bambini uccisi negli ultimi cinque anni).
Non ultimo lo sfruttamento per incentivare il traffico di organi che attualmente vale 1,3 miliardi di Euro (UNICEF).
Questo traffico interessa circa un milione di bimbi nel mondo che vengono venduti a listino.
Un altro fenomeno non irrilevante ,che coinvolge lo Stato di Bahia, sono le gravidanze precoci; basti pensare che il 30% delle adolescenti in età compresa tra i 10 e i 14 anni sono alla prima o addirittura alla seconda gravidanza.
Nelle favelas i più numerosi sono i bambini (meninos ) e gli adolescenti e sono esposti a molti rischi, infatti vagano tutti il giorno per le strade dove la fanno da padrona la droga e la violenza.
L’associazione Meninos da Bahia, ha attuato, con l’ausilio di comunità parrocchiali, e di personale in loco, un intervento di carattere economico, senza che venga tralasciata la parte sociale e umanitaria.