Di Stefano Venditti
Un giovane e brillante studente campobassano cresciuto, per così dire, a pane e medicina. Walter Verrusio, infatti, è l’ultimo rappresentante, in ordine cronologico, di una famiglia dove la passione e la missione per la medicina è sempre stata impressa a chiare lettere nel proprio Dna. Una lunga tradizione che prese il via dal bisnonno e che attraverso il nonno, che esercitò da ginecologo nella città di Benevento, è giunta fino al giovane Walter Verrusio che, però, ha deciso di specializzarsi in geriatria. I primi passi al liceo classico Mario Pagano di Campobasso e poi il grande salto nel mondo accademico della Sapienza di Roma.
«Da piccolo ho sempre vissuto in una grande biblioteca medica grazie al fatto che sia il mio bisnonno sia mio nonno hanno intrapreso la carriera medica. Grazie a loro mi sono giunti numerosi libri antichi e anche di un certo valore e, quindi, non potevo che dar seguito a quello che è a tutti gli effetti un marchio indelebile nel mio nucleo familiare. La scelta di optare per la specialistica in geriatria è nata durante il percorso di studi e in particolar modo a seguito dell’internato presso il reparto di Medicina Geriatrica e Riabilitazione II Cattedra di Geriatria e Gerontologia del professor Cacciafesta. E’ stato un periodo molto formativo del mio percorso professionale e l’ambiente molto familiare e cordiale che ho potuto percepire hanno dato il via alla mia scelta. Quello che mi sono prefissato per il futuro è di cercare di rimanere nel mondo della ricerca e della docenza – ha rimarcato il dottor Walter Verrusio – e, naturalmente, anche di stare a stretto contatto con i pazienti. La tappa successiva, per così dire, della mia carriera da medico sarà quella di accedere al concorso da ricercatore e poi, passo dopo passo, realizzare i miei sogni. Sono conscio che dedicarsi alla ricerca in Italia è difficile, ma se dovessi lasciare il mio Paese e la mia regione d’origine per sempre la vedrei più come una sconfitta non solo personale che una vittoria. Una o più esperienze all’estero determinate le vedo più come un mezzo idoneo per migliorarsi ed apprendere quanto più possibile e, nel contempo, confrontarsi anche con la comunità scientifica internazionale, ma poi bisogna ritornare in Italia, in Molise, per riportare sul territorio tutto ciò che si è imparato in lunghi anni di studio ed approfondimento. Per questo motivo non ho affatto escluso la possibilità o l’opportunità di ritornare a Campobasso e in Molise. Se non fisicamente – ha spiegato il dottor Verrusio – quantomeno con qualche progetto valido o di collaborazione e gemellaggio con i colleghi che si adoperano a livello locale. Da parte mia c’è la massima disponibilità ed apertura mentale per dar vita a qualcosa di importante, qualificante e duraturo nella mia città e regione d’origine. La ricerca è molto ampia e si dipana in diversi filoni, ma, per esempio, mi viene in mente uno studio recente sui centenari che potrebbe essere proiettato anche in Molise, visto che è una regione dove la presenza di centenari è decisamente elevata. Ora mi attendono tre anni di duro lavoro con un’opportunità di trascorrere sei mesi al di fuori dei confini italiani e, poi, mi dovrò concentrare di nuovo sui libri per poter superare il concorso da ricercatore».
Il dottor Verrusio ha svolto, tra le altre, attività clinica come specializzando in Geriatria e Gerontologia presso la scuola di Specializzazione in Geriatria del Dipartimento di Scienze dell’Invecchiamento del Policlinico “Umberto I” di Roma del direttore professor Marigliano ed attualmente è dottorando di ricerca presso il Dipartimento di Scienze Cardiovascolari, Respiratorie, Nefrologiche e Geriatriche, diretto sempre dal professor Marigliano. Dal mese di luglio 2011 lavora presso l’ospedale israelitico di Roma svolgendo attività medico-specialistica presso l’ambulatorio di Geriatria e presso il servizio di assistenza domiciliare integrata, mentre dall’agosto 2011 svolge attività di Guardia Medica presso il Nomentana Hospital, Fonte Nuova sempre a Roma.