Di Vittorio Venditti
(Audio), Di Vittorio Venditti
(Foto), Di Salvatore Di Maria
Festa Di San Giovanni Eremita
Ieri a Tufara è stata festa: si festeggiava San Giovanni eremita, a detta di molti il primo vero difensore dei lavoratori più deboli: qui un valido scritto. E’ in questo contesto che, scartata la religiosa truffa, abbiamo pensato di fare una capatina in quel borgo per vedere cosa e come si sarebbe vissuta la serata di ieri.
Si era parlato di una non meglio identificata banda militare e ieri sera abbiamo incrociata la fanfara dei bersaglieri, per cui facciamo i giusti complimenti al comitato festa, (difficilmente si riesce a portare una così altisonante banda in un paese, per giunta molisano), ma esprimo tutto il mio disappunto per l’esibizione; avessimo avuto il piacere di sentire la musica espressa dalla Lorenz Band, (per essere di parte), saremmo rimasti musicalmente più soddisfatti ed i tufaroli avrebbero risparmiata una barca di quattrini, atteso che le bande locali vengano generalmente pagate con la proverbiale pisciata in mano.
Siamo arrivati a Tufara quand’era finita l’esibizione tradizionale della fanfara in movimento ed abbiamo preso posto davanti la chiesa, dove, di lì a poco, i musicisti si sarebbero esibiti. Hanno iniziato con un pot pourri di musiche moderne, da colonne sonore di film a canzoni inizio anni ottanta e lì è iniziata la delusione, anche perché l’esibizione non è stata delle più impeccabili: (ascolta gli audio).
Speravamo di ascoltare marcette militari, visto che avevamo di fronte una delle più e meglio rinomate bande dell’esercito e siamo stati accontentati con “La Bella Gigogin”. A questo punto, anche un bambino avrebbe capito che specialmente la prima tromba e tromba solista, veniva suonicchiata da un individuo cui era davvero piaciuta l’ospitalità tufarola, al punto di essersi piacevolmente ubriacato, cosa che se risulta valida per aderire alla C G Pelle, può dirsi parimenti deleteria se poi ci si deve esibire in virtuosismi che nel caso di ieri sera hanno prodotte più stecche di quante ce ne vogliono per produrre un’intera catena di gelati di una qualsiasi casa industrialmente operativa nel campo, cosa sentenziata da chi di musica ne mastica da trentasette anni ed ha ancora mooolto ma veramente mooolto da imparare.
Ma va… va… pensiero!
Se poi parliamo di musica classica e di patrio risorgimento, posso solo sperare che il Maestro Giuseppe Verdi non si sia rivoltato nella tomba a sentire quella che per me è risultata la peggior esecuzione del “Va Pensiero”, dalle mie orecchie ascoltata in quarantanove anni di vita. Gli arpeggi erano quasi sempre dissonanti e fuori tempo; gli accordi fra le varie classi di strumenti in campo mi facevano ricordare le peggiori bande da circo, le basi erano vuote di ogni significato armonico ed il cantare dei musicisti, mi ha riportato alla mente quanto accaduto sul pullman che ci riportava dal banchetto nuziale di Pasquale Santella e Rossana Petrone, dove in modo più intonato, Dennis e compagni cantavano: “Se succede un incidente, muore solo il conducente”.
Dopo dieci minuti di scempio dunque, io, Totore, Donato, Giuseppe e Mario, decidevamo di ripiegare su posizioni militarmente più sicure, acquartierandoci di fronte al bar Europa, dopo aver salutato ed opportunamente onorato il nostro amico Gigino da Casoria (NA), con l’acquisto della solita cassetta di “musssssso”, rigorosamente di vitello, divorato in men che non si dica. In questo frangente, il mio amico mi ha chiesti lumi sulla “Santa Notte” di capodanno a Gambatesa, ai quali io ho risposto per sommi capi, sperando in cuor mio di vedere Gigino fra noi il prossimo trentun dicembre.
Stasera avremo la replica con l’assaggio del vitello allo spiedo, ma soprattutto con il doveroso saluto che dobbiamo a camerati e comunistacci del bar Adamo, cari amici che quando possiamo, incontriamo volentieri:
Fatevi vivi!