Di Stefano Venditti
L’Archeologia Si Realizza Anche Sui Campi Agricoli Del Molise
L’Arca Sannita ha ritrovato e salvaguardato oltre 400 piante antiche autoctone di mele, pere e sorbo preservandole dall’estinzione
Munito della sua macchina fotografica, del suo taccuino per gli appunti e del suo ineguagliabile fiuto l’agronomo Michele Tanno in oltre 40 anni di studi e di ricerche ne ha salvaguardate e salvate di piante autoctone del Molise.
Grazie ai suoi continui e mirati viaggi in lungo e in largo per il Molise Michele Tanno è riuscito, in quella che potrebbe definirsi a tutti gli effetti come una spedizione archeologica, a trovare piante che erano al limite dell’estinzione e a promuovere alle nuove generazioni di molisani e non tutto il patrimonio e la cultura racchiuso in ogni piccola foglia, in ogni piccola gemma, in ogni frutto quasi dimenticato dal presente ma fortemente vivi nelle memorie degli anziani e delle generazioni passate.
Il frutto di tutti questi anni di studi e ricerche è stato presentato all’interno della sala riunioni del Vivaio regionale “Selva del Campo” a Campochiaro dove grazie alla lungimiranza delle Istituzioni Locali e alla tenacia del dottor Tanno sono state messe a dimora oltre 400 piante di mele, pere e sorbo autoctone per tentare di ridar vita e vigore ad un settore, quello agricolo, che mai come in questi tempi potrebbe ridare una scossa positiva all’economia puntando, però, sulle eccellenze organolettiche e qualitative dei prodotti locali, in questo caso made in Molise.
Un elogio al vasto patrimonio di piante da frutto antiche presente in regione, una rivalutazione dell’agricoltura che non deve essere vissuta come un’attività marginale, un’esaltazione dell’ambiente incontaminato ancora presente in Molise. E’ quello che ha voluto organizzare la Regione Molise con l’inaugurazione ufficiale del campo madre di Campochiaro che, secondo i progetti, dovrebbe essere solo il primo di una serie di campi sparsi in lungo e in largo per la regione. Ognuno di essi dovrà avere la sua peculiarità e puntare su di una qualità ben precisa di piante da frutto. Un progetto ambizioso ma fortemente concreto che, come detto, racchiude un lungo lavoro certosino di ricerca, selezione, catalogazione e preservazione di oltre 400 varietà presenti su tutto il territorio locale, dall’alto al basso Molise. Il dottor Michele Tanno ed i suoi più stretti collaboratori, che a tutti gli effetti potremmo definire come degli archeologi della biodiversità del Molise di altri tempi, sono riusciti a trovare e scovare alcune qualità che rischiavano seriamente di essere perse per sempre visto che su tutto il territorio molisano erano presenti solo alcuni esemplari o in alcuni casi si è trovato un solo singolo ed ultimo superstite. Grazie alla professionalità di Michele Tanno e ad alcune segnalazioni fatte da diversi agricoltori o persone anziane di differenti centri abitati della regione, si è riusciti a recuperare queste preziosità. Una vastità e varietà di frutti molisani doc, 74 varietà di mele autoctone, 94 qualità di pere autoctone e 5 qualità di sorbo autoctone, così smisurata che ha di fatto meravigliato tutti coloro che hanno preso parte all’inaugurazione del campo madre di Campochiaro.
L’invito rivolto a tutti i molisani e non solo dal dottor Michele Tanno è quello di visitare il campo madre nel vivaio di Campochiaro e di iniziare a conoscere quali e quanti tesori racchiude il piccolo Molise nel suo scrigno della biodiversità.