Di Vittorio Venditti
(Foto), Di Salvatore Di Maria
Pensavamo A Tutt’Altro!
Con la serata di ieri, si è avviato il calendario delle feste agostane per Gambatesa. Un complesso, (che a detta di un agente de “Il Segreto Di Pulcinella”, ieri ne avevamo diversi in campo, pare proveniente da Pietramontecorvino FG), che ci ha proposta pizzica e taranta in chiave moderna, (Terra Mia), ha fatta bella mostra di sé in piazza Vittorio Emanuele. Ma è andato tutto bene?
I fatti. Come facciamo di solito la sera, io e Totore siamo usciti dopo la cena e per l’occasione ho portata con me una macchinetta fotografica di media potenza, atteso che bisognasse scattare foto in notturna, magari ottenendo un risultato migliore del solito. Siamo arrivati al bar dei cafter verso le nove e mezza, pensando di essere in ritardo sulla tabella di marcia ed abbiamo trovato il complesso che faceva ancora le prove d’amplificazione e degli strumenti. La cosa è andata avanti fino alle dieci e trentacinque, quando finalmente è iniziato il concerto che già aveva instillato in me il dubbio che i protagonisti dello spettacolo avessero uno scarso repertorio, cosa concretizzata dal fatto che a mezzanotte e mezza tutto ha avuto termine.
La musica proposta, era marcatamente filoborbonica, atteso che si suonassero motivi che nei testi ci riproponevano la storia del brigantaggio e similari, belle pagine che però sono state eseguite con strumenti che tutto potevano fare, tranne suonare quelle melodie, atteso che per certa musica ci vogliano gli strumenti adatti. Una batteria, un basso, una chitarra, un tamburello, (l’unico in tema), e soprattutto una tastiera che fungeva da fisarmonica e da violino, hanno falsato un clima, diversamente valido. Il tastierista poi, nell’inserire le basi con dei dischetti in una Yamaha nemmeno tanto professionale, periodicamente si abbandonava al vizio del fumo, fra lo sconcerto di chi, come il sottoscritto ed un altro agente de “Il Segreto Di Pulcinella”, forse di musica ne mastica un po’.
Per noi dunque la serata si è incentrata sul fatto del giorno, la presunta morte di Pasquale Abiuso, (pucin), già precedentemente trattata. Se scrivo un po’ in ritardo, ciò è dato dal fatto che ho dovuto ripulire la casella e-mail dai messaggi ironici che vi ho trovato. Ne mostro solo uno, in quanto proveniente da Marco Frosali, collaboratore di questa “Voce Fuori Dal Coro”: “E hanno anche modificato il nome sulla foto! Ma se dovesse morire qualcuno che si chiama Vittorio Venditti, quale foto pubblicheranno?”. Non lo sappiamo e poco c’interessa, atteso che, per dirla con Seneca, “quando io sono vivo la morte non c’è, quando arriva lei io non ci sarò più”; resta il fatto che abbiamo “letta” una pagina di alto giornalismo molisano, difficilmente ripetibile, così, come non abbiamo assistito a Gambatesa a quel prologo al festival della canzone dialettale molisana, al limite visibile nei motivi che hanno “allietata” la serata, ma facendo uno sforzo a dir poco sovrumano nell’accostare la serata di ieri per l’appunto, a quanto andremo a sentire a partire da questa sera.
Staremo a vedere: anzi, a sentire!