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Lettera Ai Politici Molisani

Di Vittorio Venditti

Scrive Chi, Per Protesta Non Ha Votato

Al Presidente Della Regione Molise
Ai Consiglieri Di Maggioranza Ed Opposizione

Al Presidente Della Provincia Di Campobasso
Ai Consiglieri Di Maggioranza Ed Opposizione

Al Sindaco Di Gambatesa
Ai Consiglieri Di Maggioranza Ed Opposizione

Oggetto: Ultimo Tentativo Di Riconciliazione

Egregi signori,
in tanti, soprattutto in queste ultime elezioni appena svolte, abbiamo cominciato a perdere la pazienza nei vostri confronti, dimostrando in maniera tangibile quanto possiamo, noi del popolo, danneggiare i vostri sogni e le vostre velleità.

Da tempo, siete avvezzi ad una forma fisiologica di disaffezione al voto, da parte di chi, per le più svariate ragioni, non può o non vuole esercitare quest’Ufficio.
Oggi, avete dovuto constatare che il partito degli astensionisti sta acquisendo sempre più forza numerica.

Stando alle vostre dichiarazioni, nella notte fra lunedì e martedì scorsi, in parecchi non avete dormito.
Fra noi del popolo, l’insonnia la fa da padrona spesso e volentieri.

Le cause vanno ricercate sicuramente nel vostro non saper e non voler guidare quanto, il popolo stesso, ha voluto mettere nelle vostre mani: quello Stato che, via via, si sta trasformando da presente nel saper vivere in armonia, sperando in un roseo futuro, nel più becero participio passato del verbo essere, quindi, sempre più in qualcosa che, per vostra colpa, non è e non sarà più.

Sgombrando il campo da ogni equivoco, chi vi scrive può dirsi ancora contento e fiducioso nel proprio immediato futuro, nonostante i problemi personali che tali sono e tali devono restare.

Chi scrive, ha un lavoro a tempo indeterminato, uno stipendio dignitoso, ed una voglia di vivere potente quanto il motore di un’astronave in fase di lancio, tanto da potersi permettere il lusso di sbertularvi quanto e come meglio crede.
Chi scrive però, è anche stanco di vedere gente che, per colpa vostra, non ha le stesse speranze di vita, o, peggio, ha persa ogni speranza nel proprio futuro.

Tornando a parlare in prima persona, da quando ho incominciato a far politica, (all’età di quattordici anni), ho visto sempre con sospetto ogni forma di approccio dei politici, cosiddetti puri, nei confronti della gente comune.
Questo mio senso di sfiducia, è andato via via crescendo, nel constatare che, alla faccia della democratia, chi si avvicinava alla Politica, restava sempre più e sempre più maldestramente invischiato nelle cosiddette “Beghe di palazzo”, tanto da arrivare al punto di non essere più riconoscibile, immerso com’era in quella bolgia di gente inutile alla vera società.

Quante volte, mi sono sentito dire:
“Se veramente credi in quello che dici, fatti avanti e sostituisci coloro in cui non credi; vediamo che sai fare tu!”.

Sono stato e sarò sempre del parere che:

1°: La prepotenza nel sostituire il Prossimo è quanto di più sbagliato si possa fare in democratia;
2°: Per far bene il vostro lavoro, bisogna avere il tempo materiale per poterlo fare e portare a termine compiutamente.

Questo, è il motivo per cui, se da un lato non mi azzardo neanche a pensare di sostituirvi, dall’altro, ritengo giusto che il vostro lavoro venga ricompensato.
Ricompensarvi però, significa inequivocabilmente che voi, il lavoro per il quale vi siete proposti, lo portiate a termine senza se e senza ma, considerando che noi che vi eleggiamo, lo facciamo proprio per l’interesse collettivo, interesse che, poi, vi risarcisce anche più che lautamente.

Una legittima ragione di mal contento?

Fondamentalmente, il tutto si racchiude nel vostro voler sempre costringere il popolo ad avere problemi.
In questo modo, se da una parte riuscite a costruirvi un potere basato esclusivamente su lacci e lacciuoli burocratici, e con questo, tenete a bada il popolo stesso, dall’altra, vi assicurate il futuro, visto che i lacci di cui sopra, creando immobilismo, generano fame e frustrazione, necessarie a tenere impegnata la mente di chi, del popolo, vorrebbe progredire.
Anche un bambino capirebbe che il progresso del Prossimo, danneggia in maniera irreparabile chi, seduto sugli allori, pensa a mantenere quanto raggiunto.

Un esempio concreto, lo abbiamo visto durante gli anni novanta, quando, ben avviata la S. A. M. di Boiano, e cambiato il vento elettorale, si è fatto di tutto per distruggerla.
Così facendo, gli artefici del gioco hanno costretto gli elettori ingrati, a tornare sulle proprie decisioni.

Gesto di vera ed autentica Democratia!

Che dire poi dello stato in cui vengono tenute strade e scuole?
E del cronico disinteresse, da voi prestato nei confronti dei centri storici e dei monumenti affini?

Quanta, è la vostra responsabilità nel cercare di legiferare in maniera da rendere sempre più improbabile la creazione di nuove possibilità d’impresa?
Quanta, è la vostra voglia di conservare quelle corporazioni di Mussoliniana memoria, da tutti ufficialmente aborrite, ma dagli stessi fortemente difese?

Da una trentina d’anni a questa parte, si è accentuato il divario fra i vostri legittimi interessi da coltivare, e l’interesse collettivo, cui voi, per contratto, dovete prestare attenzione.
Voi ormai, badate esclusivamente a coltivare i vostri interessi, facendolo però a discapito nostro.

QUESTO NON VA BENE!!!

Sarà il caso di ripensare il vostro modo di far politica, visto che ormai sapete che, da un momento all’altro, la poltrona su cui siedete, ritenendola sicura ed intoccabile, vi può inopinatamente essere sfilata, facendo sì che diate una sonora e dolorosa “sederata” per terra, con tutti gli annessi e connessi…

Pensateci bene:

Ieri erano in pochi a protestare;
Oggi siamo in parecchi ad aver mal umore;
Domani, potremmo avere ottima compagnia, e quasi tutti, Incazzati all’inverosimile, potremmo defenestrarvi e riprenderci ciò che è nostro:

La speranza di avere un futuro.