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In Giro Con Sara 23_9

Di Marco Frosali

Guzzeide 2015: Il Signore Dei Mastelli

Ed eccoci qui come di consueto, con il riassunto in forma poetica del viaggio di quest’anno! Il titolo deriva dal Signore degli Anelli e tratta, in forma ironica e storpiata, dell’emergenza rifiuti che attanaglia un po’ tutta l’Italia: dalla grande città (Roma), al piccolo borgo (Gambatesa) che non è mica così zozzo come l’ho descritto, ma nel suo piccolo ha qualche piccola difficoltà con la raccolta differenziata!
Mi sono permesso di caricare un po’ la mano per poter dare un filo logico alla storiella!
Anche stavolta, la formula adottata è quella del sonetto minore a rime alternate…buona lettura!

L’EMERGENZA

Il caldo questa estate,
si è fatto un po’ pesante,
con punte esagerate,
per colpa di Caronte.

Con la città Eterna,
che pare un mondezzaio,
la puzza al caldo alterna,
per i Romani è un guaio.

Ma anche a Gambatesa,
munnezza per la strada
è cosa che imbarazza.

E Sara vuol l’impresa,
di procurar ramazza,
qualunque cosa accada!

L’ARRIVO DEL ‘BOSS’
Da quando a Gambatesa,
c’è stato il cambiamento,
dirige la contesa, il
foresto del momento.

Dalle Puglie è arrivato,
e intorno tutto tace,
Totore e anche Donato,
da allora non han pace.

E al posto dei secchioni,
i nostri poverelli,
carenti di ramazza.

Si inchinano al padrone,
perché sennò si incazza,
e svuotano i mastelli!

LA RICHIESTA DI AIUTO
D’aiuto il loro grido,
nell’aere sì viaggiò,
da quel lontano lido,
ai nostri eroi arrivò.

E con le borse armate,
e le sue scarpe nere,
le strade infuocate,
affronta il cavaliere.

In cerca di un rimedio,
ai vicoletti zozzi,
per l’Europa si parte.

Ma ci invia all’assedio,
il fellone senz’arte,
la squadra di scagnozzi!

LA SCOPERTA
Fermi nelle intenzioni,
la caccia è iniziata,
notarono i secchioni,
per la differenziata.

Degli europei spazzini,
il lor modo di agire,
lo sanno anche i bambini:
è quello da carpire!

Ma il boss se n’è accorto,
diventa paonazzo, e
si inizia ad agitare.

“Se parlano son morto,
mi verranno a cercare,
e mi faranno il mazzo!”

CARONTE E FLEGETONTE
Il primo malandrino,
che vuol tenere a bada,
dei nostri eroi il destino,
lo incontran per la strada.

Il primo è Caronte,
ed è il più spavaldo,
insieme a Flegetonte,
gli scaglia il grande caldo.

Ma Sara e il Cavaliere,
rifuggono in montagna,
cercando refrigerio.

Nelle lande straniere,
codesto desiderio
si avvera, e il boss si lagna!

GIOVE PLUVIO ED EOLO
Scampati all’asfissia,
in sugli Austriaci monti,
incontran per la via,
uno che non fa sconti!

Tra fulmini e saette,
arriva Giove Pluvio, e
la morte gli promette,
per mezzo del diluvio.

E anche il vento s’alza,
sul piccolo riparo,
che si dimostra certo.

Nemmeno Eolo lo scalza,
con la sua forza d’urto.
Pe’l boss è un giorno amaro!

IL FOLLETTO SABOTATORE
Ma ora il boss foresto,
si arrabbia per davvero,
vuol catturare presto,
a Sara e il suo scudiero.

Così pensa a inviare,
un folletto Croato, e
cercar di sabotare
a Sara, il suo sfiato.

Ma il furbo scudiero,
trova la soluzione,
in modo immediato.

Così al fido destriero,
gli tappa il suo sfiato,
per mezzo di un tampone!

LE SIRENE (inteso come le belle ragazze Slovacche e Ungheresi!)
Ma il boss riprova a dare,
ai nostri eroi le pene,
così li vuol fermare,
con le belle sirene.

Le manda in Slovacchia,
lungo la loro via,
tentandoli alla pacchia,
persino in Ungheria.

Ma i nostri eroi non mollano,
tirando sempre dritto,
l’ostacolo si aggira.

Le belle ‘sì si arrendon,
e il boss in una pira
di rabbia, resta zitto!

ALLEANZA CON ATTILA (FLAGELLO DI DIO!)
Con tutti questi sforzi,
per evitar gli ostacoli,
in cerca di rinforzi,
a Budapest, nei vicoli.

I nostri eroi all’assedio,
riescon nell’impresa,
e il ‘flagello di Dio’,
si unisce alla contesa.

Con la brutta sconfitta,
che il fato gli riserba,
il boss si defila.

La fin non è ancor scritta,
ma dove passa Attila,
non cresce un filo d’erba!

Att'la

L’INTERVENTO DEL DOGE
E tutti quei segreti,
dell’Europea munnezza,
son pericoli concreti
pe’l boss, con certezza.

Ma lui ritorna in auge,
e tenta di fermar,
con l’aiuto del doge,
dei segreti il divulgar.

Raggiunse la notizia,
dei nostri eroi all’orecchio, e
cambiarono il tragitto.

Passarono Venezia,
e poi tiraron dritto,
fermandosi a Comacchio!

LA BATTAGLIA DEL CASENTINO
E cosicchè saliron
sui colli, verso Arezzo,
i nostri eroi inseguiron
del fellone, il suo olezzo.

Ma con gli ultimi sforzi,
il boss con Giove Pluvio,
e tutti i suoi scagnozzi,
gli manda un bel diluvio.

Ma nella bella Orvieto,
finisce il supplizio,
di smaltire il rifiuto.

E il fine si fa lieto,
con Attila in aiuto,
chiudon tutti al San Patrizio!

C’NCION!
Esplode una gran festa,
per questa grande impresa,
passata è la tempesta,
a Roma e a Gambatesa.

E or che è imprigionato,
la presa pe’ i fondelli,
nessuno ha perdonato, al
Signore dei Mastelli!

Totore e Donato,
si sveglian dal mortorio,
e svuotano il secchion.

E dopo il lavoro,
insieme a Vittorio,
festeggian col C’ncion!