Di Marco Frosali
Ingrippone 2015 – Sesta Tappa (Il Percorso)
Oggi è il gran giorno! Finalmente potrò ammirare i meravigliosi laghi del Parco Nazionale di Plitvicka Jezera, meta di questo ingrippone raggiunta facendo un giro mooolto largo!
Mi sveglio sempre verso le 7.30 e svolgo i miei soliti compiti dello smontaggio tenda e caricamento bagagli quando mi cade l’occhio sul cardano: durante la tappa di ieri a causa delle vibrazioni del motore, mi si è allentato il tappo di sfiato della trasmissione e così me lo sono perso per strada!
Non avendo nulla di meglio a portata di mano, faccio un tappo provvisorio con un pezzo di tovagliolo che infilo nel buco in modo tale da poter tornare in Italia e sperando di non avere perdite di olio (il carter è pulito per cui credo di non averlo perso ).
Ma la giornata, iniziata male, per forza di cose deve proseguire peggio: mentre stavo montando le borse laterali, a causa del terreno infame e del cavalletto centrale che non è perfettamente dritto, Sara mi casca rovinosamente a terra mettendo in allarme la moglie del signore Neozelandese che accorre subito in mio aiuto tirandola su…ma la caduta ha sortito i suoi effetti provocando la rottura della freccia anteriore destra, della lampadina e l’uscita dello sportello della valigia destra.
Maledetto cavalletto…quest’anno è già la seconda volta che Sara mi cade a terra!
Rimettendo in ordine le idee riesco a sistemare la borsa laterale e la lampadina (ne avevo con me un paio di riserva), mentre per il vetro della freccia…il Neozelandese da buon ex guzzista, raccoglie tutti i pezzi e tira fuori un tubetto di super attack e così, armato di tanta pazienza, inizio a rimettere insieme i cocci come in un puzzle…
…e in 10 minuti ricostruisco la freccia!
Il mio nuovo amico e la moglie intanto si congedano: stavano andando a prendere la navetta che li avrebbe condotti a visitare il Parco e così, dopo averli salutati, vado a fare colazione al bar e prelevare 300 kune (all’incirca 30 euro) al bancomat del campeggio…
…in modo tale che, dopo aver pagato il campeggio, metto in moto Sara (osservato stavolta da un gruppetto di operai del campeggio che mi chiedono la sua età) dopodiché ci avviamo verso il secondo ingresso del parco, distante 4-5 Km. Parcheggiata Sara, faccio circa mezz’ora di coda all’ingresso per fare il biglietto: c’erano tantissimi turisti provenienti da ogni parte d’Europa e anche molti Italiani. Impossessatomi del biglietto (180 kune, più o meno 16 euri), mi reco al bar per prendere una bottiglietta di acqua e poi al locale negozio di souvenir a comprare un ricordo per il direttivo della CGPelle: uno stappa bottiglie in legno!
Ok, la forma non è proprio il massimo, ma quello che conta è l’utilità! Mi addentro insieme ad altri turisti lungo il sentiero che porta ai laghi…
..e dopo circa 10 minuti di cammino posso iniziare a godere dello spettacolo offerto da questo luogo: laghi di acqua talmente limpida che è possibile vedere perfino il profondo fondale!
Il caldo e l’umidità iniziano a farsi sentire…come vorrei essere uno dei tantissimi pesci che popolano queste acque!
Ed eccomi di fronte alla particolarità di questi laghi che sono formati da due fiumi: il Fiume Bianco ed il Fiume Nero, che confluiscono nel fiume Korana formando 16 laghi in successione collegati fra loro da cascate, dato che si trovano ad altezze differenti, (come potete vedere qui).
Lo spettacolo è davvero unico, suggestivo e rilassante…
…si cammina su delle palizzate che, in alcuni punti, sono a pochi millimetri dal pelo dell’acqua tanto che sembra proprio di camminarci dentro!
Piano piano riesco ad arrivare ad una cascata alta ben 18 metri…
…dove mi faccio scattare una foto da un turista tedesco!
Dato che la tappa è ancora molto lunga, avendo quasi raggiunto la sommità dei laghi (ne mancavano 2) decido di tornare indietro, potendo così osservare altre cascate dalla parte opposta al percorso seguito in precedenza, fra le quali ne spicca una molto particolare che forma 6-7 cascatelle più piccole!
Preso il battellino…
…torno verso il punto di ingresso felice, ma allo stesso tempo triste di lasciare un posto incantato visto per sbaglio su internet e che mi ha spinto a fare questo lungo viaggio anche solo per visitarlo un paio di ore…
…ma non è detto che non ci torni, magari anche per qualche giorno in più!
All’ingresso, ad uno dei vari chioschetti che vendono prodotti tipici, acquisto al modico prezzo di 1,5 euro un bicchiere di lamponi del luogo per premiarmi di questa lunga scarpinata effettuata con i piedi ancora abbastanza dolenti per la serata di Budapest!
Recuperata Sara nel parcheggio lasciamo i laghi di Plitvicka Jezera e imbocchiamo una strada secondaria piena di curve, ma anche piena di buche e brecciolino sulla strada che ci costringono a moderare l’andatura e attraversiamo così piccoli paesi immersi tra le campagne e i boschi della Croazia, alcuni dei quali con spunti interessanti da fotografare, come ad esempio Ostarije e Ogulin…
…e dove di tanto in tanto, si possono osservare ancora molte case distrutte durante la terribile guerra che nella prima metà degli anni ’90 ha portato alla dissoluzione della ex Jugoslavia. Ma il tempo inizia a diventare nuvoloso e così, ad un piccolo centro chiamato Vrbovsko, imbocchiamo una strada tortuosa che sale lungo una montagna attraverso un fitto bosco dove non passa nessuno e dove non ci sono indicazioni: essendo l’unica strada in uscita da Vrbovsko ed avendo controllato dall’atlante stradale che avevo con me, decido di proseguire percorrendo almeno 20 km senza poter contare su nessuna indicazione fino a quando trovo un’indicazione che indica la città di Delnice distante circa 15 Km…ma inizia a piovigginare e così indosso la giacca da moto. Più avanti c’è un cartello che indica la presenza di un benzinaio a circa 9 Km così cerco di raggiungerlo prima che arrivi l’acquazzone, ma invano: dopo poche centinaia di metri inizia a venire giù un forte temporale e, in pochi secondi, divento fradicio di acqua dalla testa ai piedi! Trovandomi in un bosco ed essendo in presenza di fulmini decido di proseguire verso il benzinaio: meglio prendere l’acqua che una bella scarica elettrica! Giunto ormai zuppo dal benzinaio, mi riparo sotto la piccola tettoia e indosso l’impermeabile, togliendo la giacca e il gilet ormai fradici e indossando una felpa asciutta in modo tale da poter riprendere il viaggio, seppur con i pantaloni umidi e i piedi che sembravano i pesci dei laghi di Plitvicka Jezera, tanta era l’acqua penetrata nei miei stivali!
Giunti a Delnice, io e Sara siamo al confine tra Croazia e Slovenia dove gli agenti ci bloccano per il consueto controllo dei documenti e guardandoci sempre con curiosità (non tanto a me che avevo l’impermeabile giallo fosforescente e gli stivali dai quali zampillava l’acqua, quanto a Sara!) Tutto a posto e così possiamo ripartire verso la tappa di oggi, ovvero Lubiana, distante dalla frontiera circa 90 Km. La pioggia ce la portiamo dietro per almeno altri 20-30 Km (ad occhio…senza l’aiuto del contachilometri si perde il senso della distanza!). Per fortuna che appena smette di piovere esce anche un po’ di sole e così, con Sara entrata in riserva, trovata una stazione di servizio a pochi Km da Lubiana ci fermiamo per il rifornimento, mentre io mangio qualcosa e per tenere i piedi asciutti cambio anche gli stivali con le scarpe da ginnastica, non prima di averli letteralmente svuotati dell’acqua presente al loro interno: dopo 3 anni e circa 15000 km insieme, ormai sono arrivati al capolinea!
Giunti a Lubiana, essendo quasi stremato per il lungo e difficile viaggio e impossibilitato a sforzare i piedi a causa del dolore chiamo in mio aiuto un turista tedesco, (peggio dei Napoletani: stanno dappertutto) dall’aspetto e dalla stazza simile a Bud Spencer che tira Sara sul cavalletto con una mano sola! Adesso posso andare in giro per il centro della piccola, ma molto carina capitale della Slovenia…
…dove, lungo il fiume Ljubianica, era in corso una gara di canoa che aveva richiamato numerose persone!
Tornato al parcheggio, io e Sara prendiamo la 409 e attraversiamo le montagne passando a Postumia.
Peccato che l’acquazzone ci abbia rallentato di almeno un’ora: avrei voluto provare a fare una visita alle famose grotte! Qui sbagliamo direzione: ma una cazzo di indicazione con la scritta ITALIA che non si debba passare necessariamente dall’autostrada, no? Anche qui ci vuole la vignetta, ma alla frontiera mica me lo hanno detto! Così, per evitare una multa sicura, anziché sbucare a Trieste distante poche decine di chilometri andiamo quasi dalla parte opposta e sembrava di non arrivare mai…alla fine stanco e provato dall’escursione, dai piedi doloranti, dal temporale e dal lungo viaggio, appena giunti nei pressi di Nova Gorica adocchio l’insegna di un camping!
Per stasera ci fermiamo qui!
Appena arrivati chiedo ovviamente alla ragazza della reception se ci fosse un posto ed eventualmente un ristorante: il posto c’era, per quanto riguarda la cena era in programma una bella pappata di pesce arrosto e patate insieme a tutti gli altri campeggiatori e al prezzo di soli 15 euri.
Una calorosa accoglienza stile Toscana!
La ragazza non ha fatto nemmeno in tempo a chiedermi se volevo partecipare “Do you want…” che io subito la interrompo: “I want, i want! I’m driving since 400 Km and i’m very hungry! Find me a place, see you later!”
E così dopo aver montato la tenda e fatto la doccia, prima vado a disfarmi di un po’ di immondizia accumulata durante il viaggio (cartacce e bottigliette vuote), avendo modo di ‘studiare’ il sistema adottato qui in Slovenia (che poi è lo stesso utilizzato in Austria, Ungheria, Croazia e Slovacchia: nei camping e nei centri abitati, vi sono i vari cassonetti in cui gettare carta, vetro, plastica e alluminio, indifferenziato e umido, mentre nelle zone più sperdute, come le campagne, i mastelli ma di dimensioni abbastanza grosse (alti almeno 1 metro) e i camion passano spesso a ritirare i rifiuti (soprattutto l’umido), anziché andare casa per casa…forse così è più comodo, soprattutto se i cittadini hanno il buon senso di gettare i rifiuti separati correttamente e non mischiati!
Chiuso questo discorso, dopo aver gettato i miei rifiuti vado verso la grande tavolata dove, sotto ad un gazebo, il gestore del camping Aleksander stava preparando la pietanza a base di Trote dell’Isonzo!
Il profumo è invitante e mette a tutti l’acquolina in bocca…anche al grosso e grasso micione del campeggio che inizia a leccarsi i baffi!
Sto ruffiano andava a fare le fusa un po’ da tutti…ma da me si è dovuto accontentare delle lische!
Il tutto accompagnato ovviamente da del buon vino bianco della zona autoprodotto da un amico di Aleksander e quindi davvero genuino!
Accanto a me era seduta una coppia di motociclisti di passaggio: erano di Praga ed erano anche loro in viaggio, così iniziamo a scambiare 4 chiacchiere sulle nostre esperienze…ma sembra che non conoscano la Guzzi!
Sacrilegio!
Io per ripicca gli ho risposto che non ho mai visitato Praga, ma in compenso ho visitato Bratislava…e un po’ hanno rosicato! Però a Praga ci andrò…magari passando da Vienna, così prendo 2 fave con un piccione! (Cit. Lino Banfi)
E così, finalmente, dopo aver soddisfatto anche la panza posso concludere la giornata andando a dormire soddisfatto: nonostante alcune difficoltà, anche per stasera posso godermi un meritato riposo!