Di Marco Frosali
Ingrippone 2015 – Quinta Tappa (Il Percorso)
Dopo la lunga scarpinata di ieri sera mi sveglio alle 7.45 abbastanza riposato, ma con i piedi molto dolenti, tanto che sono costretto a camminare zoppicando. Come al solito smonto la tenda, carico Sara di tutti i bagagli e vado al ristorantino della reception a fare una abbondante colazione a base di: 3 fette di pan carré con margarina, mix di affettati (prosciutto cotto e salame), marmellata e thè. Accanto a me si accomodano quattro persone di Ferrara che avevano girato la Romania in camper e con le quali scambio quattro chiacchiere al volo, dopodiché saldo il conto del campeggio tra il rammarico della signora che gestiva “fermati qualche altro giorno, già vai via?”…se avessi potuto, qualche altro giorno sarei rimasto molto volentieri!
Mentre indosso casco e gilet, un ragazzo olandese (credo), mi osserva e poi mi chiede se può fare una foto alla moto…certo che può! E anche lui mi guarda affascinato e con un pizzico di invidia quando Sara parte sempre al primo tentativo…questo giro le sta facendo montare la testa!
Seguendo le indicazioni fornitemi dalla signora della reception, in pochi minuti siamo già fuori Budapest e, a Szèkesfehèrvàr imbocchiamo l’autostrada M7 in modo che, dopo circa 50 km, giungiamo al Lago Balaton ed esattamente a Zamardì, piccola località situata nel punto più stretto del lago e dove è possibile imbarcarsi per andare verso l’altra sponda.
Il lago è veramente immenso: si vede a stento la riva opposta; ha una forma allungata e si estende per circa 70 km, misurando in larghezza 3-4 km. Le sue acque sembrano molto pulite, tanto che sono prese d’assalto da molti turisti non solo Ungheresi, ma anche Austriaci e, soprattutto, Tedeschi!
Costeggiamo il lago per circa 40-50 km, dopodiché riprendiamo la M7 in direzione Nagykanizsa, a poca distanza dalla quale c’è la frontiera che ci condurrà in Croazia.
Il caldo è insopportabile…a pochi km dalla frontiera devo fare rifornimento a Sara e mi fermo ad una stazione di servizio, ma vengo fermato dalla Polizia!
Caz! E mo che vogliono questi?
Un agente corpulento mi fa cenno di andare dal suo collega più mingherlino che mi dice qualcosa, ma non riesco a capire. Però intuisco che è un normale controllo per vedere se chi viaggiava in autostrada fosse provvisto o meno delle famose ‘vignette’…io avevo il tagliandino nel portafogli, ma l’agente smilzo guarda la vignetta Austriaca e mi fa cenno di proseguire.
Ma come? Andava bene anche quella?
Scampato il pericolo vado alla stazione di servizio, faccio il pieno a Sara e poi lo faccio io: 2 tramezzini e 2 red bull per aumentare un po’ la soglia di attenzione, dato che la red bull contiene caffeina, dopodiché si riparte e, con temperature di circa 35 gradi, arriviamo alla frontiera nei pressi di Letenye dove scambio i Fiorini rimasti con le Kune. Alla frontiera, dopo un breve controllo dei documenti e sotto lo sguardo incuriosito degli agenti come a voler dire “Ma questo dove vuole arrivare co sto ferrovecchio?”, io e Sara ripartiamo percorrendo una decina di km di autostrada (qui invece si paga il casello) ed usciamo a Cakovec, dove passiamo nelle vicinanze del locale castello, scattando una foto.
Da Cakovec proseguiamo lungo strade interne e arriviamo nella cittadina di Varazdin dove anche qui, passando per il centro, intravediamo i caratteristici tetti del locale castello, un po’ nascosto da una collinetta di circa 10-15 metri che lo circonda. Parcheggiata per alcuni istanti Sara, salgo su un lato di questa collinetta e riesco a scattare una foto al particolare castello.
Proseguendo, passiamo vicino allo stadio della locale squadra (Varteks Varazdin) che ha giocato per un paio d’anni nella serie A Croata e, dopo alcuni km, le indicazioni ci riportano in autostrada. Percorriamo così almeno 90 Km sull’infuocata A4 con punte di 36 gradi, tanto che mi sono abbronzato le braccia e dove per evitare colpi di sonno, sono stato costretto a…cantare quello che mi passava per la testa (per la cronaca: ho composto 2 canzoni: R’stocc e Mal e’ panz! Chissà che non riesca a cantarle al festival della canzone dialettale fra qualche anno?)
Giungiamo così nella capitale della Croazia, Zagabria che però, a differenza delle città visitate in precedenza è piuttosto caotica e meno intuitiva. Ma seguendo le indicazioni per il centro è impossibile perdersi: ci vuole solo un po’ più di tempo, ma ci si arriva senza grosse difficoltà. Anche qui parcheggio Sara e infischiandomene del gran caldo, vado a fare un giro nel centro storico cercando di passare il più possibile nelle zone ombreggiate!
In lontananza vedo delle cuspidi imponenti: capisco subito che uno dei miei obiettivi è in quella direzione e così, orientandomi, giungo al cospetto dell’imponente cattedrale!
Proseguendo nei vicoletti adiacenti alla cattedrale giungo nella poco lontana piazzetta dove sorgono il palazzo del parlamento croato e la caratteristica Chiesa di San Marco, la cui particolarità principale è il tetto in cui sono raffigurati degli stemmi (quello Croato e quelli di Croazia, Dalmazia e Slovenia ) realizzati secondo la tecnica del mosaico con piastrelle colorate di bianco, rosso e celeste!
A questo punto, dopo aver visto le numerose bellezze offerte dal centro storico (anche se, per forza di cose, qualcosa me la sono persa), torno da Sara e così possiamo ripartire lasciando l’infuocata Zagabria. Imbocchiamo così l’autostrada A1 e ci dirigiamo verso Karlovac dove giungiamo dopo circa 60 Km e da cui ci dirigiamo verso la tappa finale di giornata: la riserva naturale di Plitvicka Jezera dove l’indomani, andremo a visitare i famosi e stupendi laghi omonimi! Lungo il percorso, passiamo con la strada a ridosso di un piccolo paese: Slunj…peccato solo che non c’era posto per poterci fermare, ma vi metto il link per vedere un assaggio delle meraviglie che vedremo domani! Slunj. Dopo pochi Km da Slunj, io e Sara giungiamo finalmente alla tappa finale di giornata: il camping Korana, a pochi km dall’ingresso del Parco nazionale dei Laghi di Plitvicka Jezera. Qui faccio incontri dell’altro mondo, o meglio: dell’altra parte del mondo! Appena arrivo alla piazzola dove poter montare la tenda, vedo con la coda dell’occhio che il mio vicino di posto, un signore sui 60 anni con una Citroen Berlingo camperizzata con targa francese, mi osserva con insistenza: sarà mica che Sara porta i trofei di guerra del viaggio in Francia di 2 anni fa?
Io intanto inizio a montare la tenda e, dopo poco, il tizio mi si avvicina salutandomi in Inglese e porgendomi un bicchiere con Coca Cola e Gin. Io ringrazio e iniziamo a chiacchierare…gli chiedo di quale parte della Francia fosse. Lui sorride e mi indica degli adesivi ai lati della targa: 2 Kiwi (gli uccelli, non i frutti!)
Cazzarola! Nuova Zelanda?
Il signore sorride e mi spiega che lui è un ex Guzzista, avendo acquistato nel lontano 1974 una California negli Stati Uniti e con la quale ha viaggiato attraverso gli States e portata poi in Nuova Zelanda caricandola su un cargo, ma poi l’ha rivenduta alcuni anni dopo in Inghilterra con suo grande rammarico, a causa della mancanza di centri assistenza e meccanici competenti in Nuova Zelanda. Ora ha 2 Honda…ma la Guzzi è rimasta nel suo cuore! E’ in vacanza in Europa con la moglie ed ha 4 mesi di ferie…beato lui! Io devo accontentarmi di una sola settimana…poi dice che noi Italiani siamo ultra stressati!
Ma non è l’unico che mi si avvicina: poco dopo arriva un ragazzo del Belgio che mi chiede se posso prestargli il mio martello per piantare i picchetti della tenda, così scambio 4 chiacchiere anche con lui e la compagna, giunti in Croazia a bordo della loro Mini Cooper e diretti verso la costa ad una delle numerose isolette.
Anche loro avevano delle lunghe ferie…circa un mese!
Come rosico: io con un mese chissà cosa sarei capace di combinare!
Vabbè…tutto questo rosicamento mi ha messo fame: dopo aver montato la tenda e fatto la doccia, mi reco al ristorante del campeggio e qui posso sfamarmi…
…e dissetarmi con una bella birra 0,5 della zona (Karlovaçko) e mezzo litro di una terribile acqua minerale, (che solo a pensare al suo sapore, mi vengono i conati di vomito), dopo una giornata a dir poco rovente!
Dopo essermi sfamato vado a dormire in vista dell’impegnativa tappa di domani, quando potrò ammirare una delle meraviglie della natura offerte da questa terra stupenda!
A domani!