Di Marco Frosali
Ingrippone 2015 – Quarta Tappa (Il Percorso)
Anche questa nottata è trascorsa veloce e in modo molto tranquillo. Ho ricaricato abbastanza le pile per poter affrontare la quarta tappa del viaggio insieme a Sara!
Dopo aver proceduto allo smontaggio della tenda e al caricamento dei bagagli, mi reco alla reception per pagare il campeggio e, come detto in precedenza, nella reception ho trovato tutte le indicazioni relative ai mezzi pubblici e su come muoversi facilmente per il centro di Vienna. Con un po’ di rammarico prendo un paio di cartine stradali…potranno tornarmi utili in futuro quando tornerò a Vienna: stavolta sono stato un po’ superficiale!
Metto in moto Sara (sempre osservato da qualcuno) e si parte!
Attraversiamo Vienna da parte a parte (senza passare nel centro, sennò qualche foto la scattavo!) e ci immettiamo sulla 225 che ci porta fuori dalla città, ma nei pressi di Fischamend la presenza di un cantiere stradale ci costringe ad immetterci sull’autostrada…solo che stavamo tornando indietro!
Usciti all’altezza dell’aeroporto di Vienna, lo attraversiamo e riprendiamo l’autostrada stavolta nella giusta direzione, lasciandola dopo circa 25 km e prendendo la 211 in direzione Schloss-Petronell, attraversando la campagna Austriaca piena di campi di girasole, grano e pale eoliche!
Da qui imbocchiamo la 9 in direzione dell’ultimo avamposto Austriaco: la cittadina di Hainburg An Der Donau.
Lasciata Hainburg An Der Donau, dopo pochi chilometri si iniziano ad intravedere i palazzi della seconda tappa di giornata: la città di Bratislava, capitale della Slovacchia! Anche qui, dopo aver attraversato un ponte sul Danubio, ci dirigiamo verso il centro cittadino e, appena trovato un garage parcheggio Sara per far raffreddare il motore, mentre io mi dirigo nei vicoletti caratteristici della città per la mia classica scarpinata a base di sudore e fotografie!
Rientrando verso il garage mi fermo ad un bar per pranzare con un panino imbottito con prosciutto, formaggio della zona e insalata e mi disseto con una Coca Cola fresca servitami dalla bella barista (le Slovacche sono molto carine!) e, dirigendomi verso il garage, sento una parlata famigliare: era un gruppetto di Italiani in vacanza che stavano facendo una crociera sul Danubio! Dopo averli salutati e scambiato 4 chiacchiere vado al garage a riprendere Sara e, dopo aver attraversato i quartieri del centro ricchi di uffici…
…e quelli periferici, imbocco la 63 e lascio la città. E anche qui la strada è molto ben tenuta, scorrevole e attraversa immensi campi di grano, dove i contadini sono intenti a mieterlo, facendo così scappare numerose lepri che di tanto in tanto fanno capolino a bordo strada…
…tanto che ad un certo punto e con Sara lanciata a circa 90 Km/h, mi viene spontaneo mettere a folle e lasciare il manubrio allargando le braccia per circa un centinaio di metri: un senso di libertà mai provato prima! Dovevo passare dalla Slovacchia per provare qualcosa di simile!
Passata l’ebbrezza e ritornato in me, ci dirigiamo verso Komarnò, città di frontiera dove un ponte sul Danubio separa la parte Slovacca della città da quella Ungherese (Komarim)!
Al confine, mi fermo per scambiare i miei pochi euro rimasti (circa 40) con i Fiorini Ungheresi (12000 al cambio) e, dopo aver pagato anche qui la vignetta per circolare sulle autostrade (un semplice foglietto da far vedere ai poliziotti qualora mi avessero fermato per un controllo), attraversiamo il ponte e siamo in Ungheria.
3 stati in un giorno solo…se non è record, poco ci manca!
Qui si intravede qualche piccola differenza tra le grandi città e quelle piccole dei paesi dell’ex blocco comunista: fino a Tata infatti, la strada non è perfetta anche se molto simile a tante strade italiane, ovvero piena di buche! Inoltre, molto spesso si avvistano veri e propri residuati automobilistici di quel periodo: vecchie Lada Zhigulì (la 124 russa), Skoda con motore posteriore e addirittura le Trabant!
Alcune erano tenute in maniera impeccabile e avevano anche un certo fascino, mentre altre…non so come si reggevano ancora in piedi!
A Tata prendiamo l’autostrada 1 e ci dirigiamo verso la capitale Budapest, mantenendo la discreta media di circa 100 Km/h (ovvero 4500 giri/minuto!) Appena usciti dall’autostrada Sara inizia a singhiozzare: è andata in riserva così giro i rubinetti, ma percorse poche centinaia di metri inizia ad avere una perdita di potenza e inizia a sparacchiare dalle marmitte, fino a spegnersi del tutto! Andando a circa 80 Km/h metto subito il cambio in folle per cercare di arrivare il più avanti possibile nella speranza di adocchiare un benzinaio, ma nulla…riesco appena in tempo ad accostarmi alla corsia di emergenza fino a quando Sara si ferma! Dopo un attimo di smarrimento, mi viene spontanea una citazione biblica tratta dal Vangelo secondo Er Monnezza: “Eh! Mo stamo mejo der cazzo!” in riferimento al fatto che già parlo poco l’Inglese, ma soprattutto…che volete che ne capisca un Ungherese di Guzzi? Provo a schiacciare il pulsante per farla riavviare…il motorino gira. Meno male! Almeno sono sicuro di non avere fuso! Carburatori sporchi? Bobine bruciate? Butto l’occhio verso il motore e scopro che…AVEVO GIRATO I RUBINETTI NEL SENSO SBAGLIATO, chiudendo così l’afflusso di benzina ai carburatori!
Pardòn… stavolta le minchiòn c’est moi!
Girati i rubinetti difatti Sara riparte e possiamo dirigerci verso il centro di Budapest seguendo il mio percorso quando, ad un semaforo, su un cartello vedo l’insegna di un camping! La mia tappa di giornata prevedeva un giro veloce a Budapest e la successiva ripartenza per Siofok, sul lago Balaton…ma la precedente esperienza di Vienna dove non sono riuscito a vedere una mazza, mi fa optare per questa soluzione: dormire nel campeggio di Budapest in modo tale da poter visitare almeno la sua parte centrale e così inizio a seguire le indicazioni anche se a volte c’erano e a volte no.
Ma dato che l’insegna era sempre accanto a quella dell’ufficio informazioni, provo a proseguire verso quella direzione e, dopo aver fatto il pieno ad una stazione di servizio, riesco a trovare il campeggio!
Il camping si trova su una collinetta a 4-5 km dal centro di Budapest ed è molto caratteristico: 120 anni fa era il capolinea di una stazione tramviaria che poi è stata smantellata, ma è rimasta la struttura originaria che ora funge da reception e ristorante!
Mi reco alla reception e chiedo, in Inglese, se ci fosse posto.
La signora che gestisce il camping mi risponde di si e poi inizia a parlarmi in Inglese…solo che io avevo solo capito ‘drink’ e ‘welcome’!
Facendomelo spiegare meglio in Italiano, dato che un po’ lo parlava, ecco la sorprendente accoglienza riservata ai turisti dagli Ungheresi: un brindisi di benvenuto!
Me cojoni!
Subito ne approfitto facendomi portare un bel bicchiere 0,3 di birra fresca che io, dopo aver bevuto acqua come un cammello, tracanno in meno di 10 secondi sotto lo sguardo attonito dei pochi (per fortuna) presenti!
C’ncion!
Ed è pure troppo se non ho fatto il rutto…giusto per mettere le cose in chiaro!
Trovata la piazzola, scarico i bagagli da Sara e monto la tenda, vado a fare la doccia e stavolta, essendo solo le 19, il tempo gioca ampiamente a mio favore! Reperite alcune indicazioni sugli autobus e una cartina della città, salgo sul ‘lussuosissimo’ autobus che fa capolinea proprio davanti al camping…
…e parto all’avventura alla conquista della città!
Giunto in prossimità del ‘ponte delle catene’, lo attraverso in modo tale da lasciare Buda e dirigermi verso Pest dopo aver attraversato il Danubio, potendo così ammirare lo spettacolare Castello di Buda e del Bastione dei Pescatori con la Chiesa di Mattia dall’altra sponda.
Sono ormai le 21 e sono stanco ed affamato e così, mi fermo ad un ristorante affollato nella parte di Pest e ordino il gulash (questa volta con patate, cipolle e varie spezie), e dei tocchetti di carne di manzo con crauti, salsette tipo salsa tartara e crema al formaggio e patate arrosto, oltre ad acqua frizzante e birra, spendendo un totale di 6600 fiorini (circa 18 euri!). Riempito lo stomaco, me ne vado in giro per la parte commerciale della città, ovvero Pest (mentre Buda è quella storica),mettendo in pratica l’infallibile tecnica Guzzistica dell’osservamento chiappe, favorita dalla numerosa presenza di turiste e ragazze Ungheresi (molto carine anche loro) che, visto il caldo, giravano con minigonne e pantaloncini corti, e scattando inoltre molte foto in modalità notturna (ai monumenti, non ai culi….zozzoni!) che spero siano venute bene e che siano di vostro gradimento!
A questo punto, dopo aver attraversato il Ponte Margherita (Margit Hid), mi avvio verso il capolinea degli autobus (Szèll Kalman Tèr)per prendere il notturno che mi avrebbe dovuto riportare al campeggio quando mi accorgo di aver smarrito il foglietto con le indicazioni relative dell’autobus da prendere!
Porc! E adesso?
Mi metto a leggere tutte le tabelle del percorso dei vari autobus che partivano da quel punto, ma l’ungherese scritto per me sembra arabo…non riesco a capire quale sia l’indirizzo giusto! Meno male che ricordo la direzione dalla quale sono arrivato e così…decido di farmela a piedi fino al campeggio! Cammino per oltre un’ora, con un forte dolore sotto alla pianta dei piedi, al quale si aggiunge anche un forte mal di pancia…sarà l’effetto del gulash?
Dopo aver camminato per circa 5 km (più almeno altri 10-15 in giro per la città!) in tutta tranquillità, all’una di notte riesco a raggiungere finalmente il campeggio e mi dirigo direttamente alla toilette. Meno male che tutti dormivano profondamente: all’atto della mia liberazione si è scatenata una tromba d’aria accompagnata da tuoni, fulmini e da grossi nuvoloni a forma di fungo atomico!
Dopo essermi tolto un grosso peso dallo stomaco vado nella tenda e, verificate le condizioni dei miei poveri piedi (turgidi vesciconi di 4-5 cm!) vado a dormire stanco, distrutto e, nonostante tutto, soddisfatto! Una gran bella faticata, ripagata però dall’aver potuto visitare una città a dir poco spettacolare e inaspettatamente accogliente.
Roma, guarda e impara!