Di Vittorio Venditti
(Collaborazione), Di Mario Ricca
(Logo), Preso Da Internet
Ovvero: A Volte E’ Meglio Tacere E Sembrare Stupidi Che Aprir Bocca E Togliere Ogni Dubbio
Sai che io e Facebook siamo due entità diametralmente opposte e che ho resistito solo due giorni a tal mezzo di comunicazione di “massa”, quando mi venne la “bell’idea” di aprire un profilo con l’identificativo di quest’inutile sito, (qui per ricordare). Così, accade anche con Youtube, visto che preferisco spezzare i video o non pubblicarli proprio, anziché dover dipendermi da un’entità esterna e dover scendere a compromessi con chi potrebbe non voler ospitare le scemenze che produco. Visto però quanto sta accadendo in questi giorni, da ciecato quale sono, ho voluto vederci più chiaro parlandone con Salvatore Di Maria che su Facebook sverna dalla mattina alla sera e dalla sera alla mattina, per trarre le conclusioni che rimetto all’esame della tua intelligenza.
L’altro ieri per l’appunto, mi sento dire da totore che, dopo aver condivise due mie farneticazioni, (questa e questa), se le è viste cancellare dal gruppo chiuso denominato Sognando Gambatesa, gruppo che se mi tornano i conti, dovrebbe vedere in sé gente che ha a che fare con il paesello, di qualsiasi estrazione. La cosa m’intrigava ed ho chiesto al mio collaboratore d’indagare sul fatto. Lui ha scritto ad una degli amministratori del gruppo, Annamaria Giordano, la quale, prima ha risposto che lei non aveva cancellato niente perché accetta tutto, (e se è la persona che conosco io, è perfettamente credibile, atteso che provenga dalla gavetta del baracchino, dove davvero se ne sentivano di tutti i colori), poi, ieri, a seguire, la stessa persona ha comunicato a Totore che per effetto di reclami di chi si riteneva offeso da quanto da me scritto, Facebook stesso aveva eliminato i post.
La cosa puzza di bruciato lontano un miglio, atteso che gli offesi dalle mie parole non siano nuovi a queste stupide quanto controproducenti forme di autodifesa, (qui un clamoroso precedente); insomma, se è vero che, (come dice padre Giulio Andreotti): “A pensar male si pecca ma quasi sempre ci si azzecca”, io sono persuaso del fatto che i post che poi il mio amico ha di nuovo caricati sulla sua pagina personale e su altri siti che non riferiamo, utili a diffondere il messaggio, siano stati cancellati in locale, ma si sia ordinato agli amministratori del gruppo di dare la colpa a Facebook per evitare l’ulteriore sputtanamento, dato comunque dal fatto che la cancellazione stessa di quegli articoli ci ha fatto comprendere che il messaggio ha colpito nel “sogno” e che per questo, ancora una volta abbiamo vinto noi, cui per altro nessuno può imporre di cancellare nulla, tranne che dopo regolare causa che potrebbe portare anche ad una richiesta di danaro da parte mia, a chi, pensando di poter comandare su tutto e su tutti, si arroga questo diritto senza pensare che tutti siamo unus inter pares. Per questo, le farneticazioni che vorrebbero farci eliminare, d’ora innanzi entreranno a far parte di quegli scritti che utilizzerò come esempi da ricordare, cosa che, come vedi, anche oggi ho messa in atto senza ritegno alcuno.
Tornando al tema iniziale, posso finalmente dire che stare nella massa non è sempre un vantaggio; in questo caso mi sono trovato di fronte avversari sui quali, sparare, è significato davvero eguagliarli a dei passeri colpiti dalla bomba atomica. Voglio dire che evidentemente chi si è sentito offeso, (escludo la corte di lecchini che ha intorno per umana pietas), perde colpi a causa forse dell’età e del caldo; diversamente avrebbe fatto buon viso a cattivo gioco lasciando che il caso si sgonfiasse da solo, atteso che la mia, sia stata solo una segnalazione del cattivo gusto che ancora impera nel paesello.
Andando avanti poi, la cosa si è fatta ancor più interessante, in quanto nella “discussione” si è inserito un altro nostro camerata e collaboratore, quel Mario Ricca che tante soddisfazioni ci ha date e ci continua a dare, soprattutto quando si tratta di sguazzare nella vergogna più nera. Entrando dunque sul fatto che sia o meno vero che Facebook elimini post e quanto di simile, materiale ritenuto da qualcuno offensivo, il Nostro ha voluto scrivere quanto poi mi ha inviato per contribuire a questa farneticazione: “Esiste un gruppo su fb che si chiama sverginiamo la vergine maria, ho letto sulla bacheca di un mio contatto che ha ricevuto centinaia di segnalazioni, ma sulla stessa bacheca lamentavano il fatto che fb le ha ignorate e il gruppo non è stato oscurato. Rimanendo indifferente di fronte a simili imbecillate non ho verificato ma a lume di naso, il nome del gruppo dovrebbe essere il biglietto da visita dello stesso. Se non è stato rimosso nonostante le segnalazioni numerose che potrebbero anche avere motivazioni condivisibili relativamente al buongusto, con tutto il rispetto, non credo che questo articolo abbia potuto innescare una “rivolta popolare” tale da essere presa in considerazione da fb!”.
Qualche minuto dopo che Mario mi “erudiva” mandandomi lo scritto appena riportato, ecco che lo stesso mi chiama al telefono per comunicarmi che Annamaria Giordano gli aveva risposto che è possibile che Facebook cancelli post e gruppi a seguito di reclami, magari anche a distanza di tempo, cosa che posso anche condividere ma che per effetto di quanto accaduto in precedenza, è tutta da provare, soprattutto perché non è chiaro a nessuno, il motivo della cancellazione della seconda farneticazione che ho riportata sopra, relativa al motoraduno di domenica scorsa a gambatesa, dove sfido chiunque a trovare qualcosa di offensivo nei confronti di chi che sia. Io, a buon diritto, ritengo che il livore che qualcuno ha nei miei confronti per il non poter reagire colpendomi come vorrebbe, unito alla scarsa capacità di discernimento, necessaria al saper combattere per ottenere validi risultati a proprio favore, siano alla base del “CANCELLIAMO TUTTO”, operazione per altro fatta proprio ai danni di chi, come soprannome fa “cancell”. Questo fatto mi riporta al tema iniziale, L’evitare di entrare a far parte di una cerchia che, sia pur importante come Facebook, non riflette l’intero mondo di oggi, prova ne sia il fatto che tanti, rinsaviti dalla sbornia data dal conoscere quella realtà, se ne sono allontanati con motivazioni anche più importanti di quelle addotte da una mente malata come la mia, potendone restare lontani perché se è vero che Facebook esista, è altrettanto logico che sia possibile bypassarlo a piè pari, ignorando completamente quanto riportato in quei siti, ne più, ne meno che quanto ad esempio faccio io a proposito del dire di Santa romana Chiesa, nella sua sezione locale.
Associo a quanto appena detto, una risposta che do, sia pur indirettamente, a Rosanta Giordano, che tramite Totore, dandomi del giornalista, cosa che non sono e per la quale la perdono, chiedeva il perché non si potesse rispondere a quanto scritto su queste pagine. O Rosanta, se io permettessi a tutti di rispondere, mi dovrei licenziare dal lavoro che faccio, restando senza mangiare e quant’altro, (per la gioia dei miei detrattori), ai sensi e per effetto di quanto scritto nel regolamento in testa alla home page di questa “Voce”, regolamento che t’invito a leggere. Se ci fai caso, è il medesimo motivo della mia fuga da Facebook, se pure, per quel vostro mondo, la ragione principale del mio scappare, resta quella del dover scendere troppo in basso. E’ la stessa cosa che capitò più di venticinque anni fa, quando abbandonai la “banda cittadina”, troppo intrisa di gente che doveva stare da tutt’altra parte, per entrare fra gli O. M., spazio nel quale per poter vivere, bisognava essere un gradino più al di là della normalità, se non altro dal punto di vista economico, così come nella conoscenza del radiantismo, cosa, in quel caso, molto più seriamente da prendere. Ma poi, o Rosanta, se tu compri un giornale cartaceo e ne leggi le notizie, come fai a commentarle o a dire la tua? Là, puoi solo decidere se leggere o no, valutando se comprare il giornale o cambiare testata. Considerata la gratuità del nostro scrivere: perché qui non dovrebbe esser così?
Chiudo con una nota di colore. Ieri, dopo la corrispondenza fra Mario ed Annamaria, si è inserita nella “discussione” Chiara Di Jelsi, (a tafanell), con il seguente post: “Ma perché scrivete cazzate?”, al quale Mario ha risposto: “Fa caldo”. Ringraziate Dio, (quello vero), che io non ho Facebook, perché diversamente avrei risposto: “Perché c’è chi, quelle cazzate le legge!”.
E lasciamo perdere il seguito della conversazione…
Per non pisciarci sotto dalle risate!