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Cinquant’Anni Di Sacerdozio: Una Giornata D’Ipocrisia

Di Vittorio Venditti
(Foto), Di Salvatore Di Maria

Monnezza Chiama Monnezza

Raccolta Differenziata Per Una Festa Privata

Si è svolta ieri la tanto pubblicizzata “Festa dei cinquant’anni di sacerdozio” compiuti dal parroco di Gambatesa, alla quale è stata invitata anche la cittadinanza, almeno per quanto si riferisce a ciò che è successo in Largo Castello. Noi ovviamente, cacciati da quell’uomo a suo tempo, non abbiamo presenziato all’Agape e non ne parleremmo neppure, se non fosse per tre punti da trattare, inerenti quanto accaduto nella parte pubblica di tal festa, punti che mettono ancora una volta in luce la faccia reale di Santa romana Chiesa anche nelle periferie come il nostro borgo.

1°: Per poter festeggiare, è stato necessario ordinare la chiusura di via Prosdocimo Rotondo e via Eustacchio, precludendo l’accesso al centro storico anche a chi, ad esempio, doveva raggiungere via San Nicola che nulla ha a che vedere con Largo Castello, cosa prontamente bypassata da chi ha dovuto agire in tal senso.

2°: Sono anni ormai che a Gambatesa è stata abolita la tradizione che vedeva durante le passeggiate paesane, altrimenti definite processioni, lo scoppio di fuochi d’artificio in segno di festa per il Santo onorato, tradizione abolita proprio dal parroco, d’imperio e con lo scontento di buona parte della popolazione, parroco che ieri, durante la sua festa, dalle nove e trentacinque alle nove e trentanove pomeridiane, ha potuto godere di ciò che odia, quei fuochi che sono stati esplosi sotto il castello, non so con quanto rispetto per la sicurezza di chi era in loco. A tal proposito, si è parlato di una sorpresa da fare a don Peppino; io mi chiedo però: se quell’uomo odia tanto lo sparo, come ha fatto a non vedere qualcosa di piuttosto visibile, fermandone l’avvio, secondo le sue idee e convinzioni?

3°, (La cosa che c’interessa di più): Logica vuole che una festa, sia pur di chiesa, produca rifiuti ed anche una mente malata come la mia ha potuto partorire il dubbio su come i rifiuti in questione venissero smaltiti. Ieri sera dunque, prima di rintanarci nel bar Trasce e Jsce sotto l’aria condizionata, io e Totore abbiamo fatto un sopralluogo e non potendo scattare direttamente la foto che vedi in testa a questa farneticazione per il troppo buio, abbiamo pensato di chiedere aiuto al “Segreto Di Pulcinella” che ci è venuto rapidamente in soccorso con un suo veicolo, i cui fari sono stati adeguatamente puntati verso i cassonetti predisposti per la raccolta differenziata. Sarà anche vero che ieri sera i rifiuti andassero raccolti in quel modo e solo così, ma mi chiedo ancora una volta se non sia il caso di estendere questa modalità di raccolta a tutta la popolazione, evitando così di obbligarci a tenere i rifiuti in casa a solo vantaggio di ECOALBA, in termini di guadagno in moneta sonante e dell’amministrazione municipale, per quanto concerne la resa politica. L’amministrazione per l’appunto, non poteva non sapere della disposizione dei cassonetti in foto, non tanto per via del fatto che ne avesse disposta l’installazione, quanto perché i di lei componenti erano al banchetto. Noi, nell’andare a fare il sopralluogo per la foto, poco prima delle dieci pomeridiane abbiamo incrociata la Sindaca, di ritorno da Largo Castello.

Come al solito dunque, si utilizzano due pesi e due misure per tutto ciò che accade agli amici, differenziando (mo ce vò), il trattamento qualora si dovesse parlare di chi non accetta di scendere a compromessi per altrui vantaggi. Ieri anche la locale sezione dell’azienda Santa romana Chiesa, in testa il mandatario proveniente da Campobasso, quell’arcivescovo Bregantini, presente fino a fine festa ieri sera a Gambatesa, ha mostrata ancora una volta la sua faccia peggiore, fatta di tornaconti ipocritamente personali, nemmeno nascosti, tanto è l’essere prono di un popolo che, specialmente se “magna a gratis”, accetta anche di prenderlo in questo modo da dietro, senza emettere un sia pur minimo rantolo di dolore.

Chiudo con una notizia di colore. Da ieri mattina, chiunque incrociavo, visto il mio antagonismo nei confronti del titolare del palazzo di Santa romana Chiesa, mi prendeva in giro con la seguente domanda: “Ma che regalo hai fatto al prete?”. Perfino l’ex Sindaco Emilio Venditti, dal quale sono andato per ufficializzare la commissione di un lavoro che verrà eseguito da una ditta gambatesana, a fronte del pagamento dovuto per un regolare contratto, per fino lui dicevo, si è presa la “Pizzicata”, rivolgendomi scherzosamente la domanda, tanto di moda ieri. Contento per aver offerto lavoro ai gambatesani, non tanto per ottemperare all’esortazione proferita dall’attuale Sindaca nel comizio dello scorso ventisette giugno, quanto per il mio voler fruire della professionalità di chi ho ingaggiato, mentre stipulavo il contratto in questione, per rispondere ad Emilio ed agli altri che mi hanno sfottuto, ho partorita l’idea che oggi avrei dovuto farneticare come stai leggendo.

Sarà sufficiente come regalo al parroco, o ciò che sto concludendo servirà solo a far ridere Luca (schiattarella)?

Va beh, adesso prepariamoci per il motoraduno!