Di Vittorio Venditti
(Foto), Di Salvatore Di Maria
Chiacchierata Con Pasquale Abiuso Su Festival E Dintorni: Quanto Produttiva?
Lunedì ventinove giugno ultimo scorso, ho trattato del festival e di come lo si sta organizzando quest’anno con Pasquale Abiuso, (qui se vuoi rileggere), il quale, qualche giorno dopo, mi ha telefonato per via del fatto che non è rimasto soddisfatto del trattamento che gli ho riservato, rivendicando di avermi poi detto ben altro e che l’intervista che gli avevo fatta, avrei dovuto non pubblicarla. Detto che quell’intervista mi era stata richiesta proprio da lui e che lui stesso ha risposto di fronte al registratore, aggiungo che alla fine di quella registrazione ne abbiamo fatta un’altra che però, Pasquale stesso, mi ha pregato di non pubblicare, ma di utilizzarla per estrarre il materiale che sto per proporti.
Quanto leggerai, (rigorosamente da me conservato in archivio riservato), ci mostra un’organizzazione che se vogliamo, è definibile “visionaria”, atteso che si parli di allargare una manifestazione che se Dio vuole, anche quest’anno verrà portata a termine per il rotto della cuffia, a causa di beghe e manovre politiche che più che far bene al paesello ne uccidono l’essenza stessa della vita.
“Ho ripreso il Festival 4 anni fa ed ora ci vuole una svolta epocale, a livello di qualità”. Queste, fra le altre, sono state parole che mi hanno colpito, per cui, ho obiettato al mio interlocutore quanto accaduto, a proposito di gestione tout court della manifestazione canora gambatesana nel duemilatredici. Pasquale, pur incassando, ha voluto comunque sottolineare che già allora c’è stato chi ce l’ha messa tutta nel proporre materiale di qualità. Il presidente pro tempore della Pro Loco di Gambatesa ha poi aggiunto: “Se io resto a dare una mano è per allargare gli orizzonti, magari contattando altri soggetti che fanno cose simili. Per migliorare il festival della canzone dialettale molisana è più realistico coinvolgere le regioni limitrofe…”. Io ho obiettato che una cosa così proposta sarebbe un raddoppio di manifestazione, visto che in altre regioni, dal nord al sud Italia, abbiamo kermesse che si occupano di musica popolare che hanno le medesime caratteristiche che Pasquale vorrebbe far assumere al festival di Gambatesa, al che il mio interlocutore ha risposto come segue: “La canzone dialettale molisana è attualmente autonoma, e pur non essendo capaci noi di renderlo attuativo, si potrebbe rendere questo festival un festival della canzone dialettale multi regionale”, ribadisco io, come se ce ne fosse bisogno.
Come dire: Viva l’eutanasia!
Ho aggiunto che così facendo, perderemo il controllo del festival ed il protagonismo di Gambatesa. Risposta: “gambatesa può avere un ruolo più importante di quello che ha se si associa ad altri”; quest’ultimo dire di Pasquale, ha confermato in me che è in atto un tentativo di distruzione del lavoro fatto in decenni da tanti gambatesani, me compreso, se pur nel mio piccolo, con le diverse partecipazioni nel tempo.
Altra obiezione: Tutto in mano alla politica? Risposta: “Io starei bene attento a consegnare ai politici una manifestazione genuina come questa …”, confermando poi con il suo dire che la fine che farebbe il festival che ha distinto Gambatesa, sarebbe proprio quella che fa tutto ciò che nasce in Molise: dipendere dalla regione o dalle province che dovrebbero finanziare qualcosa che potrebbe e può camminare sulle sue gambe e sul lavoro di chi ci tiene per davvero. Le argomentazioni che Abiuso continuava a produrre andavano avanti con cose simili a quanto segue: “Fare distinguo fra canzone popolare e canzone d’autore, quella che oggi è proposta nel festival della canzone dialettale molisana”, come se la canzone d’autore non fosse anche canzone popolare e viceversa.
Al di là di tutto e di pettegolezzi e cose anche abbastanza plausibili dette da Pasquale Abiuso, a difesa del proprio operato ed a discredito di chi, a dire del Nostro, vorrebbe affossare la manifestazione, io ho espresso il mio dubbio sulla fattibilità di quanto lui progetta per il futuro del festival perché siamo in Molise e non in una regione che contiene abitanti che sanno seriamente rimboccarsi le maniche, guardando ai vantaggi che derivano da simili manifestazioni.
Conclusione: “Mi rendo conto che quello che ho detto è un progetto ambizioso. Ho detto però che dobbiamo cominciare a relazionarci con altri soggetti che si occupano di spettacolo in questo senso e vedere cosa si può fare per realizzare il progetto stesso, da attuarsi non quest’anno e nemmeno il prossimo, ma da qui ad una decina d’anni o forse più…”: qui è già troppo se si esce indenni da questo guaio a ferragosto prossimo.
Questa è stata in buona sostanza la chiacchierata che abbiamo fatta con Pasquale Abiuso, dalla quale, io che sono ignorante, ho capito che si vorrebbe arrivare a dare il nostro festival ad altri che magari non lo vogliono neppure, a svantaggio del paese che al momento è governato da altri che probabilmente hanno ancor meno interesse a che la manifestazione vada avanti, visti i presupposti che hanno permesso di sentire gente che già dall’inizio dell’anno corrente andava dicendo che “quest’anno il festival non si fa”. Io sto alla finestra e spero che si rinsavisca da una situazione che definire stupida e catastrofica vuol dire mantenerci leggeri come fossimo degli Obelix a cena che mangiano solo quattro cinghiali. In mancanza di ciò, assisteremo alla decadenza di quanto a Gambatesa non è stato ancora definitivamente distrutto, con buona pace di chi dice di lavorare perché ciò non accada, operando però esattamente per ottenere il risultato contrario.