Di Vittorio Venditti
(Foto), Di Salvatore Di Maria
Succede Anche Questo E Non Da Ieri
L’ho detto ieri che avrei parlato di un’altra sfaccettatura del modus operandi con il quale siamo costretti a convivere a Gambatesa praticamente da sempre e siccome non sono un politico, mantengo la promessa, sparlando di qualcosa accaduta venerdì scorso, qualcosa che forse per molti compaesani è normale, qualcosa che per noi invece deve aver termine, al di là di chi ci governa, al di là di chi ride dei nostri scritti o ci ordina di non pensare.
Un acquazzone, otto giorni fa, aveva provocato quanto stai vedendo nelle foto che il buon Totore ha scattate a sua tutela; sì, perché mentre il Nostro venerdì mattina svolgeva il suo servizio, è stato avvicinato dal solito vigile urbano che avrebbe voluto imporgli di liberare la strada da sabbia e breccia, cadute da un cantiere adiacente per colpa della pioggia, cosa non di pertinenza degli spazzini tout court, cosa della quale il vigile avrebbe dovuto chieder conto alla ditta che lavora nel cantiere suddetto o, se avesse voluto far agire terzi, riferirsi ai suoi colleghi di municipio, meglio attrezzati alla bisogna, meglio remunerati all’occorrenza.
Ovviamente, anche se non “deve pensare”, Salvatore ha trasgredito a questa regola imponendosi di non metter mano a ciò di cui non deve esser competente, continuando imperterrito nell’eseguire il servizio di spazzamento e la cosa si è risolta lì, almeno per quanto concerne la discussione con Antonio Mucci.
Io oggi invece mi ripropongo il solito problema che vede a Gambatesa avverarsi il detto: “Chi prima si alza comanda”, chiedendomi e chiedendoti di conseguenza:
A quando, il rispetto delle regole imposto anche a chi crede che di regole da rispettare non ne ha?
Sarà anche vero che ci sia chi dice ad altri che non devono pensare; è acclarato inequivocabilmente che c’è chi ride al leggere le nostre pagine; ma è altrettanto sacrosanto che ora è il caso di smetterla di prendere in giro la gente che fa il proprio lavoro, magari eseguendo i propri compiti, senza disturbare chi, non operando secondo strane e tendenziose volontà espresse da chi ci è o soprattutto ci fa, continua a fare il lavoro per il quale, lo ricordo, non essendo in essere un contratto ufficiale, spesso viene anche mal retribuito e per questo poi, con denunce sacrosante, si mette in cattiva luce al cospetto di chi è vero artefice della costruzione o della distruzione della propria immagine.