Di Vittorio Venditti
(Foto), Di Salvatore Di Maria
Umiltà E Professionalità Da Invidiare!
Oggi per cambiare, proverò a dire la mia su un musicista cantante ed autore di Riccia, Giuseppe Moffa, (detto Espedino per via del nome di suo fratello), che ha da poco prodotto un disco intitolato “Terribilmente Demodé”, disco che però mostra di essere tutt’altro che fuori moda, disco che ho simpaticamente confiscato al mio amico Antonello Moffa, antico componente dei Luridos: C’ncion!!!.
La foto che ho posta in testa a questa farneticazione, ritrae Giuseppe con me durante la Santa Notte del capodanno 2013/2014, quando, cacciato da tutto il cacciabile, fui accettato da chi puoi vedere nel link e mi trovai a suonare con una Persona che sa il fatto suo ma non lo dà a vedere, dimostrando, oltre al saper suonare per l’appunto, un’umiltà che ho trovata solo nelle Persone che contano davvero nel loro campo.
Ma parliamo del disco:
01 Thank you lord for givin’us Madonna di Montevergine
02 *A ramegne (u sfizie du ciucce)
03 All’acque all’acque li suntanelle
04 A stessa storie
05 Quando
06 A scalelle
07 U sceme du paese
08 I tufi
09 Anteprima
10 A ‘ndo u tempe ‘nge sta
11 U vecchie azzennarelle
12 Ninna nanna
L A P I U ‘ B E L L A C O N F I S C A ! ! !
“NON E’ UNA “DISASTROFE”!!!”, (e chi vuol capire… capisce), è una gioia poter sentire le melodie delle quali ti ho elencati i titoli, copiati direttamente dalla copertina; ti metti ad ascoltare ed a fine brano lo riascolti alla stessa stregua di quando capita di vedere e rivedere un film del Grande Totò; le canzoni sono ben suonate, cantate con la giusta espressione che ne fa comprendere in profondità i testi, ed altrettanto professionalmente registrate; anche la fattura del disco e della custodia non è da meno, cosa che dimostra la cura utilizzata nella produzione di un album che definire di musica popolare, vuol dire comprenderne a pieno la filosofia che sintetizza l’alta valenza del Lavoro nel suo insieme.
Io però, nell’ascoltare le dodici canzoni, da “Voce Fuori Dal Coro”, desidero dire la mia sulla numero tre, (appositamente da me segnata con l’asterisco), là dove si lodano in modo davvero fine, le caratteristiche e le abitudini dell’asino, animale che pur sembrando di serie cadetta, in realtà, sapendosi accontentare della propria vita e non pretendendo di più di ciò che riesce ad avere, si può permettere il lusso di deridere cugini, a loro dire “Superiori” come il cavallo, che diversamente, sembrando più in auge, alla fine della fiera vivono meno bene d’u ciuccie, ca z’accuntent d’a ramegne. Mi sembra di vedere il lavoro mio e dei miei collaboratori, opera schifata da chi ha invidia o paura di vedersi scoprire gli altarini, lavoro che però spesso porta frutti anche se con il tempo, a differenza di ciò che dicono di fare altri, (più blasonati e rispettati di noi), che chiacchierano spesso senza risultato alcuno o, peggio, per dimostrare tutta la loro inutilità, infiocchettata da nastri d’oro. Ciò che fa l’asino, da che mondo è mondo, porta ricchezza al contadino; la maestosità del cavallo, per mettere in mostra i signori, deve necessariamente approfittare e parassitare alle spalle del contadino che fa coppia con l’asino e dà cibo e sostentamento anche a cavallo e padrone, cavallo che per avere l’amicizia del suo signore deve leccargli i piedi, (l’educazione in certi casi è il pilastro del disquisire), a differenza del somaro che, quasi con signorile indifferenza sa che il compagno di lavoro di razza umana, proprio per le capacità produttive della bestia con le orecchie lunghe, è obbligato, sia pur implicitamente a rispettare quest’ultima per trarne il naturale e giusto vantaggio che premia i due per davvero.
Grazie dunque ad Espedino per aver messo in luce un problema che in fin dei conti restituisce il giusto valore a chi sa lavorare, a discapito di parassiti e falsi pavoni, se guardi bene: i veri schiavi.
Scusa per il mio sfogo e guarda il sito www.giuseppemoffa.com per conoscere ancora meglio un Maestro e Musicista ed un gruppo che sanno la loro ed a mio umile parere la sanno anche proporre nel migliore dei modi, Vivere che si muove come un panzer armato di umiltà e professionalità, unici e veri proiettili dirompenti per lo sfondamento da utilizzarsi in un mondo dove se vige la vittoria di chi sa vendersi al miglior offerente, il sistema appena descritto è l’unico viatico per vincere con l’onestà di chi è davvero più forte e lo dimostra con i fatti e non con chiacchiere che chi poi perde definisce “da bar”.
Da Ulisse: BUON VENTO!!!