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Ancora Una Banca Condannata Per Anatocismo

Di Aldo De Benedittis

BANCHE ANCORA SCONFITTE
Una ennesima sentenza a favore dei correntisti bancari ottenuta dallo studio legale DE BENEDITTIS di Campobasso.

Con sentenza del 6 Maggio 2015 il Tribunale di Campobasso,G.U. Dott. Stefano Calabria, ha condannato un importante Istituto bancario, di importanza nazionale, a pagare ad un commerciante del capoluogo regionale la somma di oltre 30.000,00 euro, alla quale vanno aggiunti gli interessi legali fino al soddisfo.

Non male in un periodo di crisi.

L’indebito scaturiva dalla solita applicazione illegittima della clausola di capitalizzazione trimestrale inserita nei contratti di conto corrente dalle Banche.

Chi ha ancora in essere conti correnti aperti prima dell’anno 2000 può richiedere la restituzione di ingenti somme. Anche per i conti correnti estinti è possibile richiedere la restituzione di somme addebitate illegittimamente dalla Banca,purché non siano trascorsi 10 anni dalla estinzione.
Infatti tale è il termine di prescrizione per poter richiedere il maltolto.
Importante è inviare una lettera raccomandata A.R. di costituzione in mora ed interruzione della prescrizione alla sede legale della Banca.

Si fa presente,inoltre,che dal 1 gennaio 2014 l’anatocismo è fuorilegge nel nostro Paese anche se la norma, adottata con la legge di Stabilità del 2014, è rimasta sulla carta perché priva della prescritta delibera di attuazione del Cicr. Risultato: il correntista che veda, sul proprio estratto conto, importi maggiorati sul calcolo degli interessi, può già fare ricorso al Giudice. È questa la sintesi di due interessantissime ordinanze del Tribunale di Milano che hanno impedito a tre grosse banche di applicare “gli interessi sugli interessi” ai propri clienti. Tuttavia la cancellazione di questa odiosa pratica bancaria, che per anni ha svuotato i portafogli dei cittadini, doveva fare un ulteriore passo per sparire: a tradurre in concreto la previsione normativa doveva essere il Cicr ( Comitato Interministeriale per il Credito e Risparmio) che avrebbe dovuto riscrivere da capo le regole, prevedendo che gli interessi “periodicamente capitalizzati” non potessero più produrre interessi ulteriori.
Come sempre avviene in Italia, le norme “scomode” vengono affossate dall’assenza di decreti e delibere attuative, in modo che quello che è stato stabilito in via generale e astratta dal Parlamento o dal Governo resti lettera morta, senza spiegare effetti pratici. Così si è tentato di fare per anni con l’anatocismo bancario.
Ora, però, il Tribunale di Milano ha detto che basta la semplice previsione di legge per defalcare le somme intimate dagli istituti di credito ai propri debitori: anche se il Comitato Interministeriale per il Credito e il Risparmio (Cicr) non ha ancora adottato la delibera richiesta per legge, l’anatocismo bancario è vietato dal primo gennaio 2014.

Il Collegio milanese ha ricordato che l’attuale versione del Testo Unico Bancario, proprio per come modificato dalla legge di stabilità approvata a fine 2013,Legge n. 147/13 art.1 comma 629 , vieta l’anatocismo senza lasciare alcuna ombra di dubbio. Si legge, infatti, nella norma che “gli interessi periodicamente capitalizzati non possono produrre interessi ulteriori che, nelle successive operazioni di capitalizzazione, sono calcolati esclusivamente sulla sorte capitale». Tale disposizione è già in vigore con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale e, quindi, dal primo gennaio 2014. Non rileva – continuano i Giudici milanesi – il fatto che la legge demandi al Cicr l’adozione di una delibera con cui stabilire le modalità e i criteri di produzione degli interessi nei rapporti bancari: anche in assenza di tale specifica, basta la legge di Stabilità per riscrivere i rapporti tra banche e correntisti.
Per tali motivi, il Tribunale ha vietato alle tre banche l’utilizzo di qualsiasi forma di anatocismo sui conti in essere e su quelli nuovi, ordinando agli istituti di pubblicizzare la condanna sui loro siti e sulla stampa nazionale oltre che a ogni correntista. Un precedente, di certo, “storico”, se vogliamo che, quindi, produrrà un notevole contenzioso nei confronti degli istituti di credito renitenti alla cancellazione di tale pratica. Anche perché le banche, nell’attesa della delibera del Cicr per comprendere come interpretare la nuova legge, continuano ad applicare l’anatocismo.

Continua la battaglia contro i poteri forti a difesa dei più deboli!