Di Mario Ricca
Una Minestra Riscaldata
Ci stanno fracassando le gonadi da qualche settimana con la polemica “impresentabili”, problema che si propone in Campania per le prossime elezioni amministrative. Non voglio entrare nel merito, sia perché non mi appassiona la Campania, sia perché il tema è sufficientemente snocciolato nel link a corredo del mio delirio. Però ci sono delle riflessioni che intendo espettorare.
Quali dovrebbero essere i criteri per ritenere un candidato “impresentabile”?
Se ne sono lette di tutti i colori, dalla fedina penale alle frequentazioni, dalle simpatie politiche pregresse ai gusti musicali, si fanno le pulci a parenti, amici, colleghi, condomini, amanti dei candidati al fine di trovare qualche appiglio per sputtanarli, gioco preferito da quei lanciatori di fango di repubblica e il fatto quotidiano.
Come se l’elettore ignorasse il passato di colui che va a votare…
Italica ipocrisia come al solito, visto che viene permessa la candidatura a quelli che camaleonticamente fanno salti della quaglia per un opportunismo, (legittimo se fosse apertamente dichiarato), mascherato da stucchevoli offese delle altrui intelligenze da parte dei miserabili voltagabbana che per giustificare i cambi di casacca si inventano progetti politici venuti meno e simili arrampicate sugli specchi. Non serve guardare lontano, ricordiamo lo schifo al quale abbiamo dovuto assistere nelle ultime tornate elettorali alla Regione Molise e al Comune di Campobasso…
Mi domando se tra un candidato che ha la “colpa” di avere parenti, amici, colleghi, condomini, amanti non totalmente limpidi o di aver commesso qualche ragazzata in gioventù e un miserabile accattone che in pochi minuti passa da uno schieramento all’altro chi abbia più dignità, chi sia più “presentabile”!