Di Vittorio Venditti
Cosa Si Festeggia Realmente?
Potresti dire che sono un disfattista o un qualunquista secondo il senso più dispregiativo di queste parole. Se vuoi, hai libertà d’azione in merito; io oggi farnetico su qualcosa che se per commercio e politica domani in tanti “festeggiate”, all’atto pratico, considerato che più che vantaggi ne ho tratto problemi, a me serve per prendere in giro proprio chi “festeggia” per l’appunto, esortando costoro a svegliarsi ed a valutare bene la questione.
Detto anche troppo di quanto accadrà a Gambatesa e principalmente a Tufara, passo al generale, presentandoti intanto questo Giorno europeo, o festa dell’Europa che dir si voglia, facendolo con l’offrirti questa pagina che sintetizza davvero bene l’alta mia propensione al mal di stomaco nel pensare alla struttura oggetto dei miei odierni strali, ente che possiamo definire tranquillamente un inutile pachiderma che nel tempo ha creati solo danni, dal punto di vista della convivenza fra i popoli, fino ad arrivare a cose più elementari come il documento che ho esposto in testa a questa farneticazione, documento che grazie a Dio non tocca tutti e che è un nostro problema, (per dirla con qualche cretino che vive in questo paesello), documento che però la dice più lunga delle critiche fatte all’introduzione dell’euro, se pensi che il tesserino in questione, nato per far del bene, si è trasformato in qualcosa da dimenticare a casa per avere meno problemi nel parcheggiare.
Insomma: domani si festeggerà qualcosa voluta dai politici esclusivamente per i loro tornaconti in fatto di poltrone, qualcosa di lontano dalla gente comune che si sente italiana se nata qui o tedesca se nata in Germania ecc. e se ne frega di questo strano agglomerato di nazioni in libero sparpagliarsi, tenendo conto di questo continente allo sbando esclusivamente quando ne ottiene forme di assistenzialismo o di evasione, vedi “Erasmus”, progetto che ha sostituito disoccupati che parlano la propria lingua, (spesso confusa per bene con il dialetto d’origine), con senza lavoro poliglotti, in grado forse di utilizzare lo scambio linguistico per chiedere rapporti sessuali all’altro ed in qualche caso allo stesso sesso, cosa superabile con i gesti, così come si è sempre fatto da che è nata la necessità di riprodursi o solo di divertirsi un po’.