Di Vittorio Venditti
Ciao Marco,
tu sai qual è la stima che ho nei tuoi confronti e per questo ho pubblicata la tua lettera, così come per questo ti rispondo pubblicamente, non con spirito di chiacchiericcio che lascio ad altri personaggi che vivono nel nostro paese, ma con il rispetto che si deve alle idee che ognuno di noi ha il diritto ed il dovere di esprimere.
Tu, come gli altri miei quattro lettori che hanno la pazienza di leggere le mie farneticazioni, sai bene che io non mi altero se non c’è davvero da alterarsi, soprattutto qualora, alla fine della fiera, a me non ne viene nulla in tasca. Comprenderai perciò che se ho scritto ciò che ho scritto, è perché si sono superati i limiti della decenza, soprattutto se consideriamo certe sparate degli anni passati, gratuito chiacchiericcio che però ha offeso chi si permette di pubblicizzare ciò che accade di buono in paese, senza fini di lucro e comunque senza ulteriori altri fini, cosa che evidentemente, chi altri fini coltiva, non può sopportare.
La persona che ci ha onorati della propria visita sabato scorso, ha chiaramente riferito che aveva anche provato a mettersi in contatto per prenotare la visita, cosa che non è riuscita, cosa che ha rammaricato non poco il signore che era al nostro cospetto, persona per altro anche abbastanza preparata, almeno secondo un esame più che sommario, fatto in un momento non certo calmo, non certo d’accademia.
Il discorso da bar che ne è venuto fuori, sicuramente ha squalificato tutto il paese e ciò, come hai detto tu, speriamo non si ripeta. Va detto però che le argomentazioni proposte da Marco Frosali e da me non verificate, se reali, andrebbero considerate per il futuro, tenendo conto che Marco, di queste cose, ne ha viste e documentate a iosa.
Faccio mia dunque la speranza consistente nel fatto che quest’incidente di percorso serva a tutta la cittadinanza gambatesana per farne un punto di sviluppo, intellettuale ma soprattutto pratico, che metta a tacere il chiacchiericcio e porti reale benessere a Gambatesa.