Di Marco Abiuso
Ciao Vittorio,
ho letto il tuo recente articolo sul castello e vorrei cogliere l’occasione per alcune precisazioni.
Ti scrivo non come amministratore ma come volontario, volontario tra i tanti che mediamente una volta al mese sottraggono qualche ora del proprio tempo per dedicarla a chi ci fa l’onore di visitare il nostro maniero.
Mi tengo a dovuta distanza da chiacchiericci o polemiche, mi inserisco in questo contesto solo con la speranza di far maggiore chiarezza riguardo la gestione del castello.
Come ben sai il castello è di proprietà del Ministero dei Beni Culturali e la locale Soprintendenza dispone in merito gli orari ed i giorni di apertura.
Forse non sai che la Soprintendenza ha a disposizione nel proprio organico due soli custodi per l’intero territorio regionale. Uno è di stanza presso il castello Pandone di Venafro, mentre l’altro lo abbiamo noi al castello di Capua. Nei giorni di apertura al pubblico, quando il nostro custode non può coprire il turno perché in riposo settimanale o perché in ferie o per altro motivo viene sostituito da personale amministrativo, sempre appartenente alla Soprintendenza.
Il ruolo dei volontari è quello di affiancare, nelle giornate di apertura, il personale della Soprintendenza, essendo necessaria la presenza di due unità.
Quindi, chi viene a visitare il castello di norma trova un dipendente della Soprintendenza ed un volontario dell’associazione.
Ciò che è successo sabato è molto semplice.
Purtroppo il custode del castello, essendo un comune mortale come tutti noi, ha avuto la sventura di ammalarsi e non essendo stato possibile reperire all’ultimo minuto un sostituto della Soprintendenza il castello è rimasto chiuso. Il volontario di turno, pur essendo regolarmente presente, non era autorizzato all’apertura in quanto i volontari svolgono, come già detto, solo funzioni di affiancamento e non dispongono delle chiavi.
Chiaramente il rammarico per quanto successo sabato, ancor prima del visitatore, è soprattutto nostro, considerato che lo scopo dell’associazione è proprio quello di tenere aperto il castello e di consentirne le visite.
Sta di fatto che, ad oggi, visto il protrarsi del blocco del turn over sulle assunzioni da parte dello Stato e nel caso particolare del Ministero dei Beni Culturali, l’unica soluzione per tenere aperto il castello è questa convenzione tra Soprintendenza e volontari di Gambatesa.
Per il futuro mi auguro due cose. La prima è ovviamente quella di non ritrovarci nella situazione di sabato, ma forse questo forse rientra nell’imponderabile. La seconda è che sempre più persone, soprattutto ragazzi, prendano coscienza del fatto che per tutelare il nostro patrimonio bisogna darsi da fare in prima persona e quindi l’augurio è che i volontari proseguano nel loro impegno e che anzi il gruppo diventi via via più numeroso.
Spero di averti fatto cosa gradita sempre nell’ottica del dialogo civile e del confronto delle opinioni.
A presto,
Marco.