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“Lettere A Tito” N. 108. Antonino Picciano Poeta Ieratico

Di Domenico Lanciano
(Premessa), Di Vittorio Venditti

Con oggi, grazie alla nuova collaborazione con il mio amico Emilio Lanese, introduco in quest’inutile sito qualche altra davvero gradita pagina d’alta cultura che si può trovare in quella miniera che è la letteratura molisana o giù di lì. Se mi leggi, vuol dire che sei fra coloro, (pochi purtroppo), che sanno apprezzare il meglio offerto dalla nostra regione, uscendo per un attimo dalla routine; per questo credo che gradirai questa nuova collaborazione, per me davvero bella cosa e bella notizia fra le tante, spesso poco gradite che ci accompagnano giornalmente.

Di seguito lo scritto.

“Lettere a Tito” n. 108. Antonino Picciano poeta ieratico

Dottor Antonino Picciano

Caro Tito, giorni fa (ripensando alle mie riflessioni scritte per i tanti poeti e scrittori che mi hanno affidato, in tutto o in parte, le loro Opere da recensire) mi sono accorto di essermi trovato a fare riferimento spesse volte al “carattere sacerdotale dei poeti”. In pratica, tutti i veri Poeti, tutti i veri Scrittori sono “sacerdoti” della Scrittura e dei piccoli e grandi Valori universali. Ma, se ci pensiamo bene, non soltanto i veri Poeti possono essere e sono “sacerdoti”… ma pure tutti coloro che si caratterizzano per “sacralità” nella propria esistenza. Ad esempio, chiamavo “Reipubblicae sacérdos” – “sacerdote della Repubblica” (italiana) un mio fraterno amico che aveva preso come una “missione sacra” il suo essere funzionario del Ministero delle Finanze, dopo aver vinto un concorso come dirigente. Avendo dopo qualche anno persi i contatti con lui, non ti saprei dire se, in sèguito, egli abbia mantenuto o meno la sacralità di essere e di sentirsi al servizio dei Cittadini e dello Stato, ma soprattutto al servizio della verità, della giustizia e dell’equità anche fiscale (date a Cesare quello che è di Cesare, date a Dio quello che è di Dio).

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Facendo poi mente locale, mi sono ricordato che più recentemente ho usato soltanto per tre di loro l’espressione “ieratico” o “sacerdotale”… cioè ho avuto per tre scrittori soltanto la sensazione che fossero “sacerdoti” (laici) nella vita e nella scrittura (specialmente nella poesia).
E non per una questione di merito letterario ed artistico, ma unicamente per una mia personale percezione, conoscendoli di persona. I tre scrittori sono Ida Di Ianni, Antonino Picciano e Domenico Barbaro.
Della prima ti ho già fatto leggere, in allegato alla lettera n. 98 del 9 gennaio 2015, il brevissimo saggio (20 pagine) “Il treno di Ida” dove faccio riferimento al suo carattere sacerdotale (metà della pagina 9).

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Nei due allegati a questa lettera 108, ti descrivo le espressioni usate per Antonino Picciano (medico e poeta molisano di Campochiaro, ma residente a Battipaglia) e per Domenico Barbaro (medico e scrittore di Platì ma residente in Isernia che già conosci perché l’ho recensito più volte). Lo scritto riguardante l’amico Picciano (5 pagine) è stato pubblicato lunedì 4 febbraio 2013 nell’intera pagina 18 (con richiamo nella prima pagina) da “Il Sannio quotidiano” il giornale di Benevento diffuso in altre province campane e in Molise.
Mentre l’allegato riguardante Barbaro (poco più di 2 pagine) si riferisce al saluto che gli ho formulato il 13 giugno 2014 pomeriggio nel corso della presentazione del suo libro “Se Giulio non cambia…” fresco di stampa per i tipi della Gangemi Editore – Roma (traggo questo mio intervento dal suo sito www.domenicobarbaro.it).

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Quello della sacralità ieratica nelle professioni e nei comportamenti esistenziali è un tema che bisognerebbe approfondire più adeguatamente, tanto mi sembra importante per la esistenza delle persone e per i benefici risultati sociali (tenendo presente però che non sempre la scrittura coincide con la vita).
Per il momento, penso sia sufficiente averlo qui accennato attraverso l’incarnazione di tre persone comuni che, però, si impegnano in modo assai particolare a favore degli altri, testimoniando valori sublimi.
Infine, una curiosità. Ultimamente Antonino Picciano ha scritto e pubblicato il libro “La tensione spirituale e la ricerca artistica in Vito Capozzolo”.

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Questo compianto artista di Bellosguardo (Salerno) ha realizzato (come si può constatare in tale catalogo delle Opere prodotte dal 1953 al 2001) alcune sculture lignee che interessano la Calabria (come, ad esempio, il certosino San Bruno da Colonia e San Francesco di Paola). Una copia del libro (contenente molteplici foto a colori e testi descrittivi) è presente nella Biblioteca Calabrese di Soriano (Vibo Valentia).
Cordiali saluti, Domenico Lanciano (Sabato 28 febbraio 2015)

Antonino Picciano testo pubblicato da IL SANNIO 04.02.2013
Domenico Lanciano saluta uscita libro di Domenico Barbaro 13.06.2014 Presentazione in Isernia