Di Mario Ricca
Quando Ci Sono Di Mezzo Gli Interessi, Gli Uomini Diventano “Lupi”!
Per l’ennesima volta alla luce dell’ennesima operazione dei sovversivi di stato, dibattiti da simposio filosofico sul fenomeno corruzione, ci frantumano le gonadi su tv e stampa.
Esco leggermente fuori dal seminato per fare una riflessione.
In una intervista concessa a Minoli su radio ventiquattro da Rutelli, quest’ultimo alla domanda “quale è stato il segreto della perfetta riuscita del Giubileo del duemila?”, (Rutelli era Sindaco di Roma), ha risposto tra le altre cose, che si èra concordato con il Prefetto di fare controlli incrociati ossia, inviare insieme sui cantieri e non in giorni diversi, tutti gli enti preposti al rilascio delle documentazioni di idoneità.
Mi domando: il modus operandi sopracitato, come mai non viene posto in essere nell’ordinario?
Secondo me la risposta è semplice: perché la volontà di sconfiggere la corruzione non esiste, perché altrimenti con un tratto di penna il Paese si potrebbe sburocratizzare dando allo Stato comunista e accentratore solo i compiti d’ordine pubblico e delegando la vita della nazione al privato. Ma così facendo, il parassitame burocrate che gravita dai ministeri a scendere negli enti pubblici, non avrebbe motivo d’esistere e il vero cancro del Paese sono loro perché a differenza di chi ricopre cariche elettive, questi sulle poltrone ci rimangono fino alla pensione.
Altra opzione da me espettorata qualche anno fa, è quella di rendere legale la corruzione, perché il compromesso, le trattative, gli accordi, il do ut des, hanno sempre fatto parte del consorzio umano. Ma come sempre, i dibattiti e le chiacchiere, (compreso questo delirio), non produrranno nulla, perché la dittocrazia e il regime statalista che di fatto vigono in questo Paese di merda, si mantengono sulla corruzione e sulla burocrazia, entrambi portatori sani di favori che generano consenso. Ma il popolo bue malato di speranza merita di essere preso per il culo da chi nel legiferare in merito a corruzione e tutto quanto ad essa attiene, si preoccupa prima di trovare cavilli da inserire a disposizione di chi poi dovrà beneficiarne in sede di giudizio, in quei teatrini utili a gettare fumo negli occhi del popolame, messi su dai Vyšinskij di turno, passati negli ultimi venticinque anni da garzoni a padroni del socialismo reale, che demolisce i nemici con l’arma giustizialista come nel periodo delle purghe Staliniane.