Di Vittorio Venditti
(Foto), Di Giuseppina Moffa E Salvatore Di Maria
Cos’E’ Cambiato Da Tre Anni Fa?
Tre anni fa, visto che già da tempo era presente la frana che feci immortalare allora da mia madre mentre mi accompagnava come al solito al lavoro, mi permisi di tediarti in merito con questo mio scrivere già chiaro.
Cos’è cambiato da quel tempo in meglio o in peggio?
Ecco, senza ancora alcun Dire, quello che il fotografo ufficiale di gambatesaweb ha scattato l’altra mattina, cosa già abbondantemente risanata dopo le recrudescenze dei giorni scorsi, ampiamente documentate anche su Facebook da diversi utenti che giornalmente percorrono la SS 645, arteria importante per noi che viviamo nella valle del Fortore e lavoriamo nei paraggi, ma ancor più necessaria a chi vuol passare dal nord verso il sud Italia e viceversa e si trova a veder interrotte le principali strade litorali al mar Adriatico o al Tirreno, cosa già accaduta, cosa che per i nostri politici risulta importante qualche volta in vista di qualche campagna elettorale se magari sono a corto di promesse da proporre agli elettori della zona.
Come vedi, dal punto di vista squisitamente tecnico, non volendo sguazzarci e piangere nella disgrazia, ho fatto in modo che si vedesse il meglio del peggio, vale a dire che almeno si cerchi di porre rimedio in qualche modo più o meno discutibile alla frana per non chiudere completamente al traffico la strada; se avessi voluto, senza guadagnarci ne soldi ne fama di giornalista che non sono, avrei potuto mostrarti la SS 645 in quei duecento metri, quando somigliava ad un campo di battaglia. Non ho voluto in quanto credo che la tua intelligenza sia già più avanti e si chieda il perché, dopo tanti anni, ancora non si pensi di porre seriamente rimedio al problema, spostando la strada in un punto più sicuro e stabile, permettendo magari a quegli operai che vedi in foto di lavorare e di farlo in maniera più dignitosa anche per la riuscita della loro opera.
Tu sai quanto io sospetti che dietro questa storia ci sia il ricatto di chi sa di dover terminare il proprio mandato in un ente che è duro a morire e che per non farlo oggi cerca di creare artificiosamente problemi che a suo dire possono venir risolti solo con la sua presenza o con la “consulenza” di altri politicanti parcheggiati in quella mangiatoia che risponde al nome di provincia di Campobasso, ente che ad esempio per tener funzionanti le strade, (una volta statali), prende fior di quattrini da tante tasse appositamente in essere, vedi la tassa sull’assicurazione per la responsabilità civile auto o il balzello che ci tocca ogni qual volta decidiamo di acquistare una vettura, nuova o usata che sia. Ciò, per non parlare di quanto devono pagare i possessori di camion e mezzi commerciali in genere! Io credo che il persistere di questa frana e la generazione di smottamenti non molto diversi da quello del quale stiamo farfugliando, (vedi quanto accade sulla strada per Fossalto), siano in essere proprio per ricattare subdolamente la cittadinanza tutta, obbligata a credere che quanto vedi in foto finirà solo con la stabilizzazione della classe politica che invece per colpa della revisione di spesa è tenuta a fare un passo indietro.
Ai ricatti non ci sto.
Tu che ne pensi?
Poco più di due settimane fa, ho permesso di dire qui che “C’E CHI VUOLE PRENDERE IL TRENO SBAGLIATO” a chi a Gambatesa ci ha amministrati con alterne fortune dal millenovecentonovanta al duemilaquattordici, con i risultati sotto gli occhi di chi vuol vedere. Mi sia dunque consentito di esprimere ora la mia opinione che in sintesi dice che più che un treno, giusto o sbagliato che sia, vorrei poter andare e tornare da lavoro con la mia macchina ed a mie spese, (quand’anche, con le tasse che pago giornalmente avrei diritto ad un servizio pubblico più che da signore), percorrendo una strada degna di tal nome, cosa non sbagliata ma giusta e doverosa da restituire in termini di servizio a me che abbaio alla luna come a te che mi leggi e magari contribuisci più di me a questa causa, cosa non sbagliata come certa politica vuol far credere, cosa da rivendicare con forza a gran voce e non a “chiacchiere da bar”, magari nemmeno ben divulgate, come accaduto qualche mese fa.